Negli scavi di Santa Maria a Vico trovati sei scheletri del periodo romano
CORRIERE ADRIATICO 09 SETTEMBRE 2010
Sant’Omero La storia torna ad essere protagonista a Santa Maria a Vico. Il comune di Sant’Omero, che ospita la chiesa costruita sui resti di un tempio pagano dedicato ad Ercole e considerata come unico monumento d’Abruzzo anteriore al Mille giunto a noi quasi completo, torna a far parlare di se.
Il sito acheologico infatti, adiacente alla chiesa di Santa Maria a Vico, è tornato nei giorni scorsi ad essere luogo di studio. Un’intensa attività di ricerca durata un’intera settimana che ha visto coinvolta l’università di Firenze.
I lavori sono stati diretti dall’antropologo forense Matteo Borrini e dal suo team di ricercatori. Si è aperta così una nuova sessione di scavi archeologici che ha portato al ritrovamento di 6 scheletri risalenti al periodo romano.
I reperti umani sono stati recuperati con tecniche archeologiche forensi, cioè tecniche investigative tipiche della scene del crimine. Il gruppo di antropologi fiorentini ha lavorato sui resti riportati già in parte alla luce nel 2008 dal campo archeologico realizzato dall’Archeoclub di Martinsicuro, in collaborazione con i gruppi archeologici del Veneto, con l’unione dei comuni della Val Vibrata e con i cultori di Ercole. Tutto venne realizzato sotto il controllo della Sovrintendenza dei beni culturali di Chieti.
Grazie ai numerosi e importanti reperti si sta decretando un futuro archeologico di successo per questo piccolo tesoro dall’anima antica che mette insieme storia e cultura. Ieri i resti rinvenuti sono stati trasferiti all’università di Firenze per essere sistemati e catalogati dall’antropologo Matteo Borrini e dal suo team. L’università fiorentina si occuperà di individuare le caratteristiche dei reperti. Si conoscerà così il sesso, l’età, la dieta, l’attività fisica che questi antichi abitanti di Sant’Omero avevano.
pa.ru.
CORRIERE ADRIATICO 09 SETTEMBRE 2010
Sant’Omero La storia torna ad essere protagonista a Santa Maria a Vico. Il comune di Sant’Omero, che ospita la chiesa costruita sui resti di un tempio pagano dedicato ad Ercole e considerata come unico monumento d’Abruzzo anteriore al Mille giunto a noi quasi completo, torna a far parlare di se.
Il sito acheologico infatti, adiacente alla chiesa di Santa Maria a Vico, è tornato nei giorni scorsi ad essere luogo di studio. Un’intensa attività di ricerca durata un’intera settimana che ha visto coinvolta l’università di Firenze.
I lavori sono stati diretti dall’antropologo forense Matteo Borrini e dal suo team di ricercatori. Si è aperta così una nuova sessione di scavi archeologici che ha portato al ritrovamento di 6 scheletri risalenti al periodo romano.
I reperti umani sono stati recuperati con tecniche archeologiche forensi, cioè tecniche investigative tipiche della scene del crimine. Il gruppo di antropologi fiorentini ha lavorato sui resti riportati già in parte alla luce nel 2008 dal campo archeologico realizzato dall’Archeoclub di Martinsicuro, in collaborazione con i gruppi archeologici del Veneto, con l’unione dei comuni della Val Vibrata e con i cultori di Ercole. Tutto venne realizzato sotto il controllo della Sovrintendenza dei beni culturali di Chieti.
Grazie ai numerosi e importanti reperti si sta decretando un futuro archeologico di successo per questo piccolo tesoro dall’anima antica che mette insieme storia e cultura. Ieri i resti rinvenuti sono stati trasferiti all’università di Firenze per essere sistemati e catalogati dall’antropologo Matteo Borrini e dal suo team. L’università fiorentina si occuperà di individuare le caratteristiche dei reperti. Si conoscerà così il sesso, l’età, la dieta, l’attività fisica che questi antichi abitanti di Sant’Omero avevano.
pa.ru.