Quell´autostrada etrusco-romana sotto l´ospedale
PAOLA NALDI
MERCOLEDÌ, 28 LUGLIO 2010 la Repubblica -- Bologna
L´Ultimo ritrovamento archeologico nel cantiere del Sant´Orsola serve a delineare l´immagine della città ai tempi degli etruschi, quando si chiamava Felsina e poi Bononia. L´incrocio viario, con un grande arteria lunga quasi 20 metri e larga 14, era una sorta di autostrada del tempo. Vie extraurbane fondamentali che collegavano la città a Rimini, da una parte, e a Spina, dall´altra. «E´ la conferma che l´antica Bologna era al centro di una importante realtà politica - spiega il soprintendente Luigi Malnati che ha studiato gli ultimi ritrovamenti insieme a Renata Curina, responsabile degli scavi - . Bologna è l´epicentro dell´Etruria padana ed è la capitale dei Galli Boi». Una tesi che da tempo gli studi sostengono e che gli scavi degli ultimi anni confermano, delineando il tessuto urbanistico del contesto abitato. L´antica via che si dirama da est e nord-est e che si andava a congiungere con un´altra via diretta più a nord-est, si è mantenuta su questa rotta a lungo, come dimostrano le diverse stratificazioni che si sono sovrapposte. Una prima risalente alla fase etrusca, nel VII secolo a. C., poi ancora una fase del periodo felsineo tra il VI e il V secolo a. C. e quindi un´ultima fase di rioccupazione gallica.
«I resti rinvenuti sono interessanti perché si trovano fuori dalla città romana e fuori dalla città etrusca, ma anche lontani dalle necropoli etrusche conosciute, come dimostrano i resti di occupazione agricola, tra i quali un pozzo, e la vasta pavimentazione in ciottoli della strada». E allo stesso modo non è cambiata la vasta area a ridosso della strada, delimitata da una palizzata di legno. Forse un mercato o forse un area cultuale, appunto. «Poteva essere un luogo di ritrovo di un certo prestigio e non ci sono prove certe che l´area avesse un valore cultuale. La sua importanza è dimostrata dal fatto che fu mantenuta durante i secoli - prosegue il soprintendente - . Inoltre a fianco alla strada si è trovato un tumulo con sepolture galliche, una con un corredo integro. Per capire la vera destinazione del luogo occorrerà vedere che cosa emerge dall´analisi dei resti animali, quali specie prevalgono perché a diversi momenti storici corrispondono differenti sacrifici, di buoi o pecore oppure di volatili». Intanto si ripresenta il problema di dove collocare i resti rinvenuti, anche se Malnati e la direttrice dell´Archeologico, Paola Giovetti, hanno allacciato una collaborazione per risolvere la questione. «Il tratto della strada meglio conservato sarà recuperato - conclude Malnati - . Sarà fatto un calco in resina e la direzione dell´Ospedale sta valutando se e come esporlo in loco. Per il resto valuteremo».
PAOLA NALDI
MERCOLEDÌ, 28 LUGLIO 2010 la Repubblica -- Bologna
L´Ultimo ritrovamento archeologico nel cantiere del Sant´Orsola serve a delineare l´immagine della città ai tempi degli etruschi, quando si chiamava Felsina e poi Bononia. L´incrocio viario, con un grande arteria lunga quasi 20 metri e larga 14, era una sorta di autostrada del tempo. Vie extraurbane fondamentali che collegavano la città a Rimini, da una parte, e a Spina, dall´altra. «E´ la conferma che l´antica Bologna era al centro di una importante realtà politica - spiega il soprintendente Luigi Malnati che ha studiato gli ultimi ritrovamenti insieme a Renata Curina, responsabile degli scavi - . Bologna è l´epicentro dell´Etruria padana ed è la capitale dei Galli Boi». Una tesi che da tempo gli studi sostengono e che gli scavi degli ultimi anni confermano, delineando il tessuto urbanistico del contesto abitato. L´antica via che si dirama da est e nord-est e che si andava a congiungere con un´altra via diretta più a nord-est, si è mantenuta su questa rotta a lungo, come dimostrano le diverse stratificazioni che si sono sovrapposte. Una prima risalente alla fase etrusca, nel VII secolo a. C., poi ancora una fase del periodo felsineo tra il VI e il V secolo a. C. e quindi un´ultima fase di rioccupazione gallica.
«I resti rinvenuti sono interessanti perché si trovano fuori dalla città romana e fuori dalla città etrusca, ma anche lontani dalle necropoli etrusche conosciute, come dimostrano i resti di occupazione agricola, tra i quali un pozzo, e la vasta pavimentazione in ciottoli della strada». E allo stesso modo non è cambiata la vasta area a ridosso della strada, delimitata da una palizzata di legno. Forse un mercato o forse un area cultuale, appunto. «Poteva essere un luogo di ritrovo di un certo prestigio e non ci sono prove certe che l´area avesse un valore cultuale. La sua importanza è dimostrata dal fatto che fu mantenuta durante i secoli - prosegue il soprintendente - . Inoltre a fianco alla strada si è trovato un tumulo con sepolture galliche, una con un corredo integro. Per capire la vera destinazione del luogo occorrerà vedere che cosa emerge dall´analisi dei resti animali, quali specie prevalgono perché a diversi momenti storici corrispondono differenti sacrifici, di buoi o pecore oppure di volatili». Intanto si ripresenta il problema di dove collocare i resti rinvenuti, anche se Malnati e la direttrice dell´Archeologico, Paola Giovetti, hanno allacciato una collaborazione per risolvere la questione. «Il tratto della strada meglio conservato sarà recuperato - conclude Malnati - . Sarà fatto un calco in resina e la direzione dell´Ospedale sta valutando se e come esporlo in loco. Per il resto valuteremo».