Una necropoli romana sotto il park di piazza Rabin
Davide D’Attino
27 lug 2010 Corriere della Sera edizione Corriere di Padova
L’assessore alla cultura: «Abbassare i toni, ma prima della riqualificazione tenere conto del parere di Venezia»
La scoperta dei tecnici della Soprintendenza. Colasio: «Doveroso tutelare i resti»
PADOVA - Piazza Rabin, ennesimo colpo di scena. Proprio nell’area in cui dovrebbe sorgere un parcheggio sotterraneo da 600 posti auto, ci sarebbero i resti di una necropoli romana, databile tra il I secolo a.C. e il II d.C. Per di più, l’antico cimitero si troverebbe lungo il tracciato meridionale della via Annia, la grande strada (anch’essa romana) che collegava l’odierna cittadina friulana di Aquileia con il territorio oggi occupato da Adria, e che tagliava appunto Padova da nord a sud. La scoperta, nella parte dell’ex foro boario di Prato della Valle che si affaccia su via Carducci, sarebbe stata fatta nei giorni scorsi dai tecnici della Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto che, ormai da oltre un mese, stanno monitorando gli scavi «preliminari» (per saggiare la compattezza del terreno e proprio l’eventuale esistenza di reperti storicamente significativi) compiuti dalle imprese interessate alla realizzazione del posteggio interrato: la Fratelli Gallo Srl, la Cavagnis Costruzioni Srl e la Parcheggi Italia Spa, senza dimenticare la «consulenza» della Sinloc Spa. prevedrebbe non solo la costruzione del parcheggio sotterraneo, ma anche il recupero «commerciale» del frontone dell’ex foro boario: in sintesi, la cosiddetta «trasformazione urbanistica» dell’area del Prato, già concessa dal Comune ai privati, però avversata dalla Lega Nord e da più di qualche esponente della maggioranza che governa Palazzo Moroni e di recente «bocciata», almeno nella sua prima versione, dalla Soprintendenza per i beni architettonici del Veneto orientale. «Se l’esistenza di questa necropoli verrà confermata - esce allo scoperto l’assessore comunale alla Cultura, Andrea Colasio - Sarà ovviamente doveroso, prima di mettere in moto qualsiasi tipo di riqualificazione, portare via i resti romani per poi catalogarli ed esporli al pubblico. Almeno per quanto mi riguarda, infatti, prima viene la tutela storica dei monumenti di una città e poi, eventualmente, i lavori pubblici e l’urbanistica...».
Gli scavi I sondaggi in piazza Rabin prima del blocco
L’assessore Colasio entra così nel merito delle polemiche interne al Pd che, sul futuro di piazza Rabin, hanno visto uno contro l’altro il capogruppo a Palazzo Moroni, Gianni Berno, e il presidente della commissione Cultura, Giuliano Pisani: «Suggerirei a tutti di abbassare i toni - argomenta Colasio - Fermo restando che, pur trattandosi di un progetto privato, il Comune non può e non deve abdicare o lavarsene le mani. Anche perché non stiamo parlando di una zona periferica della città, ma della sua vetrina più splendente, cioè Prato della Valle. Insomma, non siamo più all’epoca dei soviet, dove il comitato centrale decideva di produrre soltanto patate per i successivi cinque anni e tutti dovevano essere d’accordo... Dunque - continua l’assessore - Ben venga la valorizzazione di un’area oggi poco sfruttata, ma compatibilmente con i pareri e le prescrizioni della Soprintendenza che, com’è giusto che sia, lavora sulla memoria e non su altro...». Chiusura col «botto»: «Ad esempio - dice Colasio, riferendosi al summit di venerdì scorso tra Comune e privati - invece di incontrarmi con i costruttori, io avrei prima convocato una riunione di giunta e di maggioranza per decidere politicamente il da farsi...»
Davide D’Attino
27 lug 2010 Corriere della Sera edizione Corriere di Padova
L’assessore alla cultura: «Abbassare i toni, ma prima della riqualificazione tenere conto del parere di Venezia»
La scoperta dei tecnici della Soprintendenza. Colasio: «Doveroso tutelare i resti»
PADOVA - Piazza Rabin, ennesimo colpo di scena. Proprio nell’area in cui dovrebbe sorgere un parcheggio sotterraneo da 600 posti auto, ci sarebbero i resti di una necropoli romana, databile tra il I secolo a.C. e il II d.C. Per di più, l’antico cimitero si troverebbe lungo il tracciato meridionale della via Annia, la grande strada (anch’essa romana) che collegava l’odierna cittadina friulana di Aquileia con il territorio oggi occupato da Adria, e che tagliava appunto Padova da nord a sud. La scoperta, nella parte dell’ex foro boario di Prato della Valle che si affaccia su via Carducci, sarebbe stata fatta nei giorni scorsi dai tecnici della Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto che, ormai da oltre un mese, stanno monitorando gli scavi «preliminari» (per saggiare la compattezza del terreno e proprio l’eventuale esistenza di reperti storicamente significativi) compiuti dalle imprese interessate alla realizzazione del posteggio interrato: la Fratelli Gallo Srl, la Cavagnis Costruzioni Srl e la Parcheggi Italia Spa, senza dimenticare la «consulenza» della Sinloc Spa. prevedrebbe non solo la costruzione del parcheggio sotterraneo, ma anche il recupero «commerciale» del frontone dell’ex foro boario: in sintesi, la cosiddetta «trasformazione urbanistica» dell’area del Prato, già concessa dal Comune ai privati, però avversata dalla Lega Nord e da più di qualche esponente della maggioranza che governa Palazzo Moroni e di recente «bocciata», almeno nella sua prima versione, dalla Soprintendenza per i beni architettonici del Veneto orientale. «Se l’esistenza di questa necropoli verrà confermata - esce allo scoperto l’assessore comunale alla Cultura, Andrea Colasio - Sarà ovviamente doveroso, prima di mettere in moto qualsiasi tipo di riqualificazione, portare via i resti romani per poi catalogarli ed esporli al pubblico. Almeno per quanto mi riguarda, infatti, prima viene la tutela storica dei monumenti di una città e poi, eventualmente, i lavori pubblici e l’urbanistica...».
Gli scavi I sondaggi in piazza Rabin prima del blocco
L’assessore Colasio entra così nel merito delle polemiche interne al Pd che, sul futuro di piazza Rabin, hanno visto uno contro l’altro il capogruppo a Palazzo Moroni, Gianni Berno, e il presidente della commissione Cultura, Giuliano Pisani: «Suggerirei a tutti di abbassare i toni - argomenta Colasio - Fermo restando che, pur trattandosi di un progetto privato, il Comune non può e non deve abdicare o lavarsene le mani. Anche perché non stiamo parlando di una zona periferica della città, ma della sua vetrina più splendente, cioè Prato della Valle. Insomma, non siamo più all’epoca dei soviet, dove il comitato centrale decideva di produrre soltanto patate per i successivi cinque anni e tutti dovevano essere d’accordo... Dunque - continua l’assessore - Ben venga la valorizzazione di un’area oggi poco sfruttata, ma compatibilmente con i pareri e le prescrizioni della Soprintendenza che, com’è giusto che sia, lavora sulla memoria e non su altro...». Chiusura col «botto»: «Ad esempio - dice Colasio, riferendosi al summit di venerdì scorso tra Comune e privati - invece di incontrarmi con i costruttori, io avrei prima convocato una riunione di giunta e di maggioranza per decidere politicamente il da farsi...»