Una casa d’epoca romana scoperta a Borgo Santa Rita
SARA LANDI
SABATO, 26 GIUGNO 2010 IL TIRRENO - Grosseto
Archeologia. Campagna di scavi delle università italiane e straniere
Databile al I secolo avanti Cristo era usata solo stagionalmente
La storia romana come mai è stata raccontata, dal punto di vista dei poveri e dei contadini che costituivano il 90 per cento della popolazione. E’ questa la filosofia che anima un importante progetto internazionale di scavi in corso nel territorio di Cinigiano a cura delle Università di Siena e Grosseto insieme a quelle statunitensi di Cornell (New York) e Pennsylvania e all’Università di Cambridge. L’ultimo ritrovamento in ordine di tempo è venuto alla luce nei terreni del Podere San Martino in località Borgo Santa Rita.
Si tratta dei resti di un’abitazione con tutta probabilità usata solo stagionalmente per seguire le attività dei campi e databile tra il II e il I secolo a.C. Una piccola casa ad unico ambiente costruita su uno zoccolo in pietra calcarea e macigno con pareti d’argilla e tetto probabilmente costruito in materiale deperibile, legno o paglia, mentre il pavimento era fatto in ciottoli e frammenti di laterizio pressati.
Ora l’obiettivo è di ricostruire com’era fatta, partendo dai reperti trovati nel sito tra cui ossa di animali e frammenti di ceramica, e capire come viveva chi la costruì nella sua quotidianità: cosa mangiava, che attività praticava, che vegetazione lo circondava. Lo scavo, cosa possibile in siti non monumentali, è stato condotto in appena otto giorni, a tempo dunque di record, in piena collaborazione con il proprietario del terreno, Settimio Machetti, e non appena ci sarà il via libera della Soprintendenza verrà ricoperto mentre continueranno lo studio e l’analisi dei reperti trovati.
«Abbiamo fatto prima una ricognizione di superficie - spiega l’arcehologa Maria Elena Ghisleni, coordinatrice del progetto - su pietre e frammenti portati alla luce dalle operazioni di aratura e le indagini geofisiche col magnetometro hanno confermato che sotto c’era un deposito archeologico».
E’ bastato scavare non tanto in profondità per trovare il perimetro delle pareti dell’abitazione tardo repubblicana e la sensazione è che anche il proseguimento della campagna di scavi in altri siti del territorio comunale consentirà ulteriori interessanti ritrovamenti per scrivere la storia antica di Cinigiano e della sua gente. Il territorio infatti, dicono gli esperti, è molto ben preservato sul piano archeologico e geologico e le attività agricole non hanno intaccato i depositi sotterranei.
Nel progetto crede molto l’amministrazione comunale come ha detto l’assessore alla cultura Romina Sani: «Ringrazio la dottoressa Ghisleni, la professoressa Kimberly Bowes, responsabile scientifica del progetto, e tutto il team di ricercatori e studenti. Vogliamo far conoscere alla popolazione e in particolare alle scuole i risultati di questo lavoro di ricerca ancora in corso perché possiamo tutti riappropriarci del nostro passato e magari in un futuro dar vita ad un piccolo museo archeologico di Cinigiano».