"Nel Colosseo torni il circo" in scena i giochi del V secolo dC.
CARLO ALBERTO BUCCI
LA REPUBBLICA EDIZ. ROMA, 17 dicembre 2008
È assediato dai legionari con l'orologio al polso che posano per le foto dei turisti, dalle spettacolo in 3d allestito da novembre nell'ex teatro di via Capo d'Africa costruito dove c'era la caserma dei gladiatori, dalla minaccia di "parchi a tema" che viene dal Campidoglio. Ma il Colosseo mantiene la sua vocazione di museo di sé stesso. Anche quando sogna di giocare con la sua storia. La soprintendenza statale ha infatti pronto un progetto per far vedere ai 5 milioni di visitatori che ogni hanno si mettono in fila nell'anfiteatro Flavio, l'altra faccia dei giochi gladiatori, la versione filologica della macchina del tempo: quando non c'erano più le fiere e i gladiatori, ma acrobati e “cacciaotri” a lottare con l'orso, il re delle foreste nostrane.
Spiega l'archeologa Rossella Rea, direttrice del Colosseo: «Nella Roma raccontata da Teodorico tra fine V e inizi del VI secolo, non arrivavano più le belve dall'Africa e i sotterranei dell'anfiteatro erano stati interrati. È nostra intenzione ricreare le macchine degli spettacoli di quel tempo e di esporle sul piano ricostruito dell'arena, affiancandole con manichini che diano l'idea dei protagonisti di quello spettacolo che, nella Roma ormai lontana dai fasti imperiali, nell'Urbe disastrata dal sacco di Alarico del 410 e dal terremoto del 443, fu l'antesignano del circo moderno».
Una lettera di Teodorico, e alcuni dittici di Costantinopoli, permetteranno agli artigiani del legno di ricostruire fedelmente il riccio: ossia la macchina con aculei, contenente una o più persone, messa a rotolare contro l'orso. Marsicano o d'altre regioni, era lui il re dell'arena. «Rifaremo anche il contobolon, una macchina costituita da un'asta con ceste, all'interno delle quali entravamo gli avversari della fiera», aggiunge la Rea. Che descrive la terza struttura cui si vuole dare vita: «Era formata da due o più paraventi, dietro i quali si nascondeva l'orso».
Sul modello della ricostruzione storica dei ludi gladiatori fatta a Santa Maria Capua a Vetere («macchine fedeli all'originale e manichini, niente spettacoli: sarà un circo, non una farsa» sottolinea l'archeologa) il "circo" del Colosseo potrebbe vedere la luce nel corso delle celebrazioni per il bimillenario diVespasiano («me lo auguro proprio, sarebbe bello»). Per il 2009 la Soprintendenza statale sta mettendo a punto un programma di mostre, restauri, nuovi pannelli e precisi percorsi didattici: sulle tracce dei Flavi e alla larga da Hollywood.
CARLO ALBERTO BUCCI
LA REPUBBLICA EDIZ. ROMA, 17 dicembre 2008
È assediato dai legionari con l'orologio al polso che posano per le foto dei turisti, dalle spettacolo in 3d allestito da novembre nell'ex teatro di via Capo d'Africa costruito dove c'era la caserma dei gladiatori, dalla minaccia di "parchi a tema" che viene dal Campidoglio. Ma il Colosseo mantiene la sua vocazione di museo di sé stesso. Anche quando sogna di giocare con la sua storia. La soprintendenza statale ha infatti pronto un progetto per far vedere ai 5 milioni di visitatori che ogni hanno si mettono in fila nell'anfiteatro Flavio, l'altra faccia dei giochi gladiatori, la versione filologica della macchina del tempo: quando non c'erano più le fiere e i gladiatori, ma acrobati e “cacciaotri” a lottare con l'orso, il re delle foreste nostrane.
Spiega l'archeologa Rossella Rea, direttrice del Colosseo: «Nella Roma raccontata da Teodorico tra fine V e inizi del VI secolo, non arrivavano più le belve dall'Africa e i sotterranei dell'anfiteatro erano stati interrati. È nostra intenzione ricreare le macchine degli spettacoli di quel tempo e di esporle sul piano ricostruito dell'arena, affiancandole con manichini che diano l'idea dei protagonisti di quello spettacolo che, nella Roma ormai lontana dai fasti imperiali, nell'Urbe disastrata dal sacco di Alarico del 410 e dal terremoto del 443, fu l'antesignano del circo moderno».
Una lettera di Teodorico, e alcuni dittici di Costantinopoli, permetteranno agli artigiani del legno di ricostruire fedelmente il riccio: ossia la macchina con aculei, contenente una o più persone, messa a rotolare contro l'orso. Marsicano o d'altre regioni, era lui il re dell'arena. «Rifaremo anche il contobolon, una macchina costituita da un'asta con ceste, all'interno delle quali entravamo gli avversari della fiera», aggiunge la Rea. Che descrive la terza struttura cui si vuole dare vita: «Era formata da due o più paraventi, dietro i quali si nascondeva l'orso».
Sul modello della ricostruzione storica dei ludi gladiatori fatta a Santa Maria Capua a Vetere («macchine fedeli all'originale e manichini, niente spettacoli: sarà un circo, non una farsa» sottolinea l'archeologa) il "circo" del Colosseo potrebbe vedere la luce nel corso delle celebrazioni per il bimillenario diVespasiano («me lo auguro proprio, sarebbe bello»). Per il 2009 la Soprintendenza statale sta mettendo a punto un programma di mostre, restauri, nuovi pannelli e precisi percorsi didattici: sulle tracce dei Flavi e alla larga da Hollywood.