I Goti e una villa dai mosaici d´oro. Scavi nel Parco degli Acquedotti, tra alto Medioevo ed età imperiale
RENATA MAMBELLI
MERCOLEDÌ, 10 DICEMBRE 2008 LA REPUBBLICA - Roma
Una splendida villa del II secolo d.C dalle volte decorate di mosaici d´oro, un´altra villa ancora da riportare alla luce e, a poche centinaia di metri, i resti dell´accampamento dei Goti che nel VI secolo assediarono Roma. È questo che sta affiorando nella zona del Parco degli Acquedotti, grazie agli scavi della soprintendenza comunale, diretti dall´archeologa Paola Virgili, in collaborazione con l´American Institut for Roman Culture, che li ha finanziati. I risultati degli scavi saranno presentati oggi dal soprintendente Umberto Broccoli: «Si tratta di elementi che aiutano a fare chiarezza su quella fase cruciale in cui i Goti occuparono Roma», ha detto nell´annunciare la scoperta, «e sancirono la fine del vecchio impero. Basti pensare che prima dell´arrivo dei barbari Roma contava un milione di abitanti. Dopo, appena novantamila. Una scoperta, dunque, che aiuta a leggere la Roma medievale».
L´accampamento, o meglio il fortilizio, le cui mura sono riemerse dalla terra, era stato costruito con fango e pietre all´incrocio tra due acquedotti, quello Claudio e quello Marcio. Come racconta lo storico bizantino Procopio di Cesarea, che scriveva due secoli dopo questi avvenimenti, in quell´accampamento erano stanziati 7 mila uomini. I Goti tentarono di prendere per sete i romani bloccando appunto gli acquedotti, oltre ai due al cui incrocio avevano posto il campo anche l´acquedotto dell´Acqua Vergine, sotto il Pincio, accanto a un altro loro forte, quello dove ora c´è l´attuale Villa Medici. Non riuscirono però nel loro intento anche perché la città poteva comunque rifornirsi d´acqua grazie al fiume. Il luogo dove sorgeva l´accampamento dei Goti si chiama, tuttora, Campo Barbarico, a ricordo di quegli avvenimenti remoti.
Ma questi scavi stanno portando alla luce non solo i resti dell´accampamento gotico, ma anche la Villa delle Vignacce e un´altra villa, anch´essa del II secolo, disposte una a ridosso del campo, l´altra a 500 metri da esso. Le due costruzioni erano state occupate e riusate dai Goti, che ne rispettarono però la bellezza, adibendole, probabilmente, ad abitazione di qualche generale. La Villa delle Vignacce era stata, prima dell´arrivo dei barbari, la sontuosa dimora di Servilo Pudente, una grande costruzione adorna di mosaici e ricca di opere d´arte, tra cui spicca una Testa di Esculapio, un marmo greco del II secolo. «Si tratta della Villa più ricca che sia mai stata scoperta», spiega l´archeologa Paola Virgili, «Ci sono delle stanze magnifiche, delle volte ricoperte di tessere di mosaico d´oro e in pasta di vetro di eccezionale bellezza». Gli scavi, iniziati nel 2006, continueranno nel 2009 e si allargheranno anche alla seconda villa.
RENATA MAMBELLI
MERCOLEDÌ, 10 DICEMBRE 2008 LA REPUBBLICA - Roma
Una splendida villa del II secolo d.C dalle volte decorate di mosaici d´oro, un´altra villa ancora da riportare alla luce e, a poche centinaia di metri, i resti dell´accampamento dei Goti che nel VI secolo assediarono Roma. È questo che sta affiorando nella zona del Parco degli Acquedotti, grazie agli scavi della soprintendenza comunale, diretti dall´archeologa Paola Virgili, in collaborazione con l´American Institut for Roman Culture, che li ha finanziati. I risultati degli scavi saranno presentati oggi dal soprintendente Umberto Broccoli: «Si tratta di elementi che aiutano a fare chiarezza su quella fase cruciale in cui i Goti occuparono Roma», ha detto nell´annunciare la scoperta, «e sancirono la fine del vecchio impero. Basti pensare che prima dell´arrivo dei barbari Roma contava un milione di abitanti. Dopo, appena novantamila. Una scoperta, dunque, che aiuta a leggere la Roma medievale».
L´accampamento, o meglio il fortilizio, le cui mura sono riemerse dalla terra, era stato costruito con fango e pietre all´incrocio tra due acquedotti, quello Claudio e quello Marcio. Come racconta lo storico bizantino Procopio di Cesarea, che scriveva due secoli dopo questi avvenimenti, in quell´accampamento erano stanziati 7 mila uomini. I Goti tentarono di prendere per sete i romani bloccando appunto gli acquedotti, oltre ai due al cui incrocio avevano posto il campo anche l´acquedotto dell´Acqua Vergine, sotto il Pincio, accanto a un altro loro forte, quello dove ora c´è l´attuale Villa Medici. Non riuscirono però nel loro intento anche perché la città poteva comunque rifornirsi d´acqua grazie al fiume. Il luogo dove sorgeva l´accampamento dei Goti si chiama, tuttora, Campo Barbarico, a ricordo di quegli avvenimenti remoti.
Ma questi scavi stanno portando alla luce non solo i resti dell´accampamento gotico, ma anche la Villa delle Vignacce e un´altra villa, anch´essa del II secolo, disposte una a ridosso del campo, l´altra a 500 metri da esso. Le due costruzioni erano state occupate e riusate dai Goti, che ne rispettarono però la bellezza, adibendole, probabilmente, ad abitazione di qualche generale. La Villa delle Vignacce era stata, prima dell´arrivo dei barbari, la sontuosa dimora di Servilo Pudente, una grande costruzione adorna di mosaici e ricca di opere d´arte, tra cui spicca una Testa di Esculapio, un marmo greco del II secolo. «Si tratta della Villa più ricca che sia mai stata scoperta», spiega l´archeologa Paola Virgili, «Ci sono delle stanze magnifiche, delle volte ricoperte di tessere di mosaico d´oro e in pasta di vetro di eccezionale bellezza». Gli scavi, iniziati nel 2006, continueranno nel 2009 e si allargheranno anche alla seconda villa.