Nel complesso di Santa Giulia riemerge il mosaico di Minerva
Spatola Giuseppe
(16 dicembre 2010) - Corriere della Sera
Brescia
La domus e i tappeti di pietra È tornata alla luce la Medusa
Verranno estesi i percorsi di visita delle aree archeologiche Epoca augustea Lo stato di conservazione dei mosaici e degli intonaci dipinti si è rivelato ottimo Lo scavo evidenzia un' interessante sequenza di riutilizzo dei piani antichi
Per secoli è rimasto sotterrato, protetto come uno scrigno da due metri di terra. Adesso il mosaico di Minerva, sul lato sud del pavimento della «Domus B» all' interno del complesso archeologico di Santa Giulia, è tornato alla luce perfettamente conservato. La scoperta è stata fatta durante i saggi di scavo nell' area del monastero. «I sondaggi - spiegano alla Soprintendenza ai beni archeologici della Lombardia, che sta coordinando gli studi sulla Brixia longobarda e romana - avevano l' obbiettivo di verificare quali e quanti gioielli archeologici si trovano sotto i pavimenti del monastero e di valutare l' opportunità o meno di estendere le aree archeologiche annesse ai percorsi di visita del Museo della città». E i nuovi studi hanno confermato come le strutture delle domus bresciane sono parallele a quelle già studiate a nord e nel vicino cardo. Non solo. Proseguono alla Soprintendenza: «Ci troviamo davanti a un' interessante sequenza di modifiche e di riutilizzo dei piani antichi per edifici e strutture tardoantiche e altomedievali. Questo conferma la vivacità costruttiva in dell' area urbana annessa a Santa Giulia e fornisce dati interessanti sulle modalità di costruzione di periodi meno noti». E gli archeologi sono al lavoro pure nel cortile meridionale di San Salvatore, dove è riapparsa la Medusa dell' ortaglia. Confermano i tecnici della Regione Lombardia: «È stata riaperta una porzione dello scavo condotto tra il 1980 e il 1992 per verificare lo stato di conservazione delle strutture che vent' anni fa erano state interrate. In particolare si è raggiunto nuovamente il pavimento della domus B, decorato con un mosaico geometrico bianco e nero, risalente al I-II secolo d. C.». Qui, in un angolo a sud del sito archeologico, all' interno di una cornice policroma, è apparsa la raffigurazione di Medusa, caratterizzata da tessere di pietra e marmo di dimensioni minori per ottenere una resa quasi pittorica del volto di questa figura mitologica. «Lo stato di conservazione - proseguono gli studiosi - si è rivelato ottimo, sia dei piani pavimentali a mosaico sia dei muri, anche di quelli con intonaco dipinto». Questi dati saranno utili per poter pianificare l' entità di un eventuale intervento di restauro complessivo delle strutture. Il complesso delle «Domus dell' Ortaglia» era stato studiato e restaurato per la prima volta tra il 1967 ed il 1971. Gli scavi sono poi ripresi con una vasta campagna tra il 1980 ed il 1992 e completati nel 2002 in occasione dell' annessione della struttura al Museo romano situato nell' adiacente Monastero di Santa Giulia. Un percorso che oggi consente a turisti e appassionati di arte di calarsi nella vita quotidiana dei cittadini di Brixia, «entrando» nel cuore dell' antica città romana. Giuseppe Spatola
Nel monastero È stata la costruzione del monastero di Santa Giulia iniziata nel 753 d.C. a garantire la sopravvivenza delle domus. L' edificazione del luogo di preghiera, infatti, ha preservato tutta la zona da interventi edilizi successivi, consegnando un autentico tesoro