Bacoli. Acquedotto di Serino, che festeggia duemila anni di servizio.
Franco Mancusi
30/12/2010 IL MATTINO
Per un giorno niente polemiche su bollette e privatizzazioni, ma soltanto brindisi e candeline in onore dello storico acquedotto di Serino, che festeggia duemila anni di servizio. Fu il capolavoro dell’ingegneria idraulica, nei giorni dello splendore augusteo. Serbatoio prezioso della Campania, dagli anni dell’impero romano, il Serino sta per essere trasformato in uno degli impianti più moderni d’Europa. Con la riscoperta dell’iscrizione inaugurale, l’acquedotto romano festeggia questa mattina, i suoi primi due millenni di vita. Previsti, alle 10 nel castello di Baia un convegno celebrativo e il taglio di una gigantesca torta modellata dall’architetto Fabrizio Mangoni sulla sagoma della Piscina Mirabilis. Occasione storica, naturalmente, per esaltare l’importanza strategica di un’opera pubblica che nei secoli ha attraversato il territorio regionale. «La spinta ideale per completare i lavori di trasformazione dell’impianto del terzo millennio» sottolinea Maurizio Barracco, presidente dell’Arin, l’azienda che gestisce il servizio di rifornimento idrico nell’area napoletana. Una sorta di seconda inaugurazione ufficiale, dopo l’apertura di duemila anni fa. Soprintendenza Archeologica e Arin hanno predisposto un programma d’eccezione. Sarà possibile ricostruire in tempo reale, senza la minima approssimazione le vicende del monumentale impianto idrico che dalle fonti irpine del Serino, attraverso 96 chilometri di tracciato, trasferiva l’acqua sino alla Piscina Mirabilis e alle navi della flotta imperiale ormeggiata nel porto di Capo Miseno, attraverso Nola, Acerra, Napoli, Puteoli, Baia e gli altri più importanti centri della Campania. Nel corso di lavori ordinari di scavo, effettuati da una coppia di studiosi nell’area «critica» di Pozzuoli, fra Lucrino e la collina dello Scalandrone, la prima scintilla che ha fatto scattare la mobilitazione della Soprintendenza. Nel profondo di un cunicolo, con l’aiuto di sofisticate apparecchiature azionate dal laser, la scoperta dei resti di una iscrizione parietale celebrativa del giorno d’inaugurazione dell’ultimo tratto del Serino, relativo al comprensorio dei Campi Flegrei, il 30 dicembre dell’anno 10. Per il momento impossibile penetrare nella caverna, che collega il lago Lucrino al Fusaro, sulla base dei dati raccolti da due ricercatori, la naturalista Raffaella Lamagna e lo speleologo Graziano Ferrari, tuttavia è stato possibile ricostruire non soltanto il percorso, ma anche le iscrizioni del prezioso blocco tufaceo, danneggiato dall’incuria del tempo. Grazie al professor Giuseppe Camodeca, ordinario di Epigrafia Latina nell’Orientale di Napoli, è stato possibile ricostruire il testo della preziosa iscrizione celebrativa, che da oggi farà parte del patrimonio archeologico del museo di Baia, diretto dall’archeologa Paola Miniero. Dopo il convegno e la scoperta dell’iscrizione, prevista una visita nelle sale del castello.