martedì 28 febbraio 2023

Mese di Marzo

Mese di Marzo

Era il primo mese dell'anno; i Romani gli avevano dato Minerva come divinità tutelare, anche se prendeva il suo nome dal dio Marte. Era simboleggiato da un uomo vestito con una pelle di lupa, in riferimento alla nutrice di Romolo e Remo. Ausonio gli affianca un caprone vivace, una rondine che cinguetta e un vaso di latte, che insieme all'erba verde annunciano il ritorno della primavera. I moderni l'hanno rappresentato con un'aria fiero, con un elmo in testa e vestito con abiti di colore marrone, simbolo della terra ancora spoglia. La ghirlanda che circonda il montone indica la prima vegetazione, mentre un bue che ara annuncia le semine che avvengono in questo mese.


1 marzo del 497 ac introduzione del calendario lunisolare repubblicano

 1 marzo del 497 ac  introduzione del  calendario lunisolare repubblicano

Il 1 marzo del 497 a.C., la città di Roma adottò il suo primo calendario ufficiale, noto come calendario lunisolare repubblicano. Questo calendario era basato sui cicli di luna e sole e prevedeva l'alternanza di mesi di 29 e 30 giorni. Inoltre, il calendario prevedeva l'aggiunta di un mese intercalare ogni due anni per mantenere il calendario in linea con le stagioni.


L'adozione del calendario lunisolare repubblicano fu un passo importante nella storia di Roma, in quanto permise di organizzare le attività agricole e le festività religiose in modo più preciso e regolare. Inoltre, il calendario repubblicano fu utilizzato fino all'adozione del calendario giuliano nel 45 a.C., che fu introdotto da Giulio Cesare per risolvere i problemi di imprecisione del calendario lunisolare.


In ogni caso, il calendario lunisolare repubblicano rappresenta un importante sviluppo nella storia del calendario, non solo per Roma ma anche per altre culture antiche che si basavano sui cicli di luna e sole per organizzare il tempo.


lunedì 27 febbraio 2023

Panda o Pantica

PANDA o PANTICA. I Romani avevano due divinità con questo nome. La prima, per cui si aveva una grande venerazione, era chiamata così perché apriva la strada. Era la dea dei viaggiatori. La seconda era la Pace, chiamata così perché apriva le porte delle città.

venerdì 24 febbraio 2023

Numa

 Numa, su consiglio e suggerimento della Dea Egeria, aveva chiesto a Giove una garanzia di salute e un monumento di perpetua durata per l'Impero Romano. Giove non tardò molto a soddisfare le sue richieste, inviando un giorno dal cielo uno scintillante scudo di forma rotonda come segno del favore concesso. Il devoto re, in memoria di questo beneficio, istituì il prestigioso collegio dei sacerdoti, ai quali affidò il compito di custodire lo scudo e molti altri simili costruiti su sua disposizione da un certo Mamurio. Questi sacerdoti, preceduti dal loro leader e riuniti alle Calende di Marzo, portavano per tutta la città gli scudi, chiamati Ancili, in una solenne processione chiamata Salii, accompagnata da canti di lode e salti di gioia, per celebrare il giorno in onore di Marte, in base alle istruzioni ricevute dal devoto Numa.

giovedì 23 febbraio 2023

24 febbraio 391 Viene spento il fuoco di Vesta

 Il 24 febbraio del 391 fu un giorno triste per il paganesimo. il fuoco sacro di Vesta, la dea della casa e della famiglia, fu spento su ordine dell'imperatore cristiano Teodosio. Il fuoco di Vesta era acceso ininterrottamente da secoli e rappresentava la protezione e la continuità della famiglia romana e del culto pagano. La sua estinzione rappresentava un attacco alla loro cultura e tradizione, e il dolore era tangibile tra la gente.


La casa sacra delle Vestali, che custodivano il fuoco sacro, divenne un simbolo dell’attaco cristiano alla religione pagana. Le Vestali erano rispettate e venerate come figure sacre, e la loro disperazione per lo spegnimento del fuoco doveva essere straziante. Anche gli abitanti della città erano sconvolti dall'evento e molti si sentivano traditi dal loro governo che aveva permesso che una parte fondamentale della loro cultura fosse distrutta.


In qul momento di tristezza e incertezza, i pagani percepirono chiaramente la pericolosa minaccia alla loro identità e al loro culto. Lo spegnimento del fuoco di Vesta rappresentava una svolta significativa nella storia religiosa di Roma, segnando l'inizio della transizione verso il Cristianesimo come religione dominante. Il dolore dei pagani per la perdita del loro patrimonio spirituale dura ancora oggi.


lunedì 20 febbraio 2023

21 febbraio del 49 ac Giulio Cesare occupa Corfinio

 Il 21 febbraio del 49 a.C., Giulio Cesare, durante la sua guerra civile contro Pompeo e il Senato romano, occupò la città di Corfinio, situata nell'odierna regione italiana dell'Abruzzo. L'occupazione di Corfinio fu una mossa strategica importante per Cesare, poiché gli permise di acquisire un importante centro logistico e di rafforzare la sua posizione in Italia. Inoltre, l'occupazione di Corfinio convinse molti altri centri della regione ad allearsi con Cesare, aumentando il suo sostegno politico e militare.

domenica 19 febbraio 2023

Sacrificio

Sacrificio 

Le cerimonie osservate in questo atto religioso riguardavano le persone che sacrificavano, gli animali che dovevano essere immolati e i sacrifici stessi; si richiedeva prima che le persone fossero pure e caste, che non avessero contratto nessuna impurità. 

L'abito del sacerdote sacrificatore doveva essere bianco e portava anche corone fatte dell'albero consacrato al dio al quale si stava offrendo il sacrificio. Gli animali destinati al sacrificio venivano chiamati vittime o ostie. Dovevano essere belli e sani e ogni dio ne aveva di preferiti, che si era obbligati ad immolare. Quando si iniziava il sacrificio, un araldo faceva silenzio, si allontanavano i profani e i sacerdoti spalmavano sulla vittima una pasta fatta di farina di frumento e sale, cerimonia chiamata immolatio. Il sacrificatore assaggiava poi il vino, ne dava da assaggiare a quelli presenti e lo versava tra le corna della vittima; poi faceva le libagioni, accendeva il fuoco e quando l'incenso era bruciato, i servitori chiamati Popae, semi-ubriachi, portavano la vittima davanti all'altare; un altro, chiamato Cultrarius, la colpiva con un'ascia e la uccideva subito: si riceveva il sangue in coppe e lo si spandeva sull'altare. Quando la vittima era stata uccisa, la si metteva sul tavolo sacro, l'ancalbris, e lì la si spogliava e dissezionava; talvolta la si bruciava interamente, ma più spesso la si divideva con gli dei. Finito il sacrificio, i sacerdoti si lavavano le mani, recitavano preghiere e facevano nuove libagioni, dopodiché si congedavano con la formula ordinaria: Licet o Ex nplo. 

I Greci, nei loro sacrifici, seguivano più o meno le stesse cerimonie e gli stessi usi dei Romani. 

Abstemium, sacrificio senza libazione di vino, che faceva, alla maniera dei Greci, la regina Sacrificula, in onore di Cerere, Ambarvale, Anniversarium o annuum, sacrificio che si faceva ogni anno in un momento preciso. 

Canarium, sacrificio di una cagna rossa, durante il periodo canicolare, per il bene della terra. 

Commune, offerto a tutti gli dei in generale. 

Curionium, quello che ogni curione faceva per la sua curia, sempre seguito da un banchetto pubblico. 

Depulsorium, quello che si faceva per allontanare i mali di cui si era minacciati. 

Domesticum, quello che ogni capofamiglia offriva, chiamato anche familiare o gentilitium. 

Montanum, sacrificio offerto dagli abitanti delle colline di Roma. 

Municipale, quelli offerti dalle città municipali prima di aver ottenuto il diritto di cittadinanza. 

Nuptiale, sacrificio offerto dalla nuova sposa dopo essere entrata nella casa del marito. Veniva sacrificata, tra gli altri animali, una scrofa, simbolo della fecondità che si augurava per la sposa.  

Nyctelium, sacrificio notturno nella cerimonia nuziale, che i Romani vietarono a causa delle abominazioni commesse.  

Peregrinum, sacrificio ai dei trasportati dalle città conquistate a Roma.  Populare, sacrificio per il popolo.  

Privatum, sacrificio offerto per ogni singolo uomo o per una famiglia.  

Propier viam, sacrificio ad Ercole o a Sancus per ottenere un buon viaggio. Solemne o Statum, sacrificio offerto in un momento e in un luogo prestabiliti.


giovedì 16 febbraio 2023

epistola 100 di papa Gelasio contro i Lupercali

 epistola 100 di papa Gelasio contro i Lupercali

L'epistola 100 di Papa Gelasio I, conosciuta anche come la Lettera ai Presuli d'Italia sull'abolizione dei Lupercali, è uno dei documenti più importanti nella storia della Chiesa cattolica e della cultura occidentale.


Scritta nel V secolo d.C., l'epistola è rivolta ai vescovi dell'Italia centrale e meridionale e cerca di porre fine alle celebrazioni dei Lupercali, un antico festival romano dedicato alla fertilità e alla prosperità.


Nell'epistola, Papa Gelasio descrive i dettagli delle celebrazioni dei Lupercali, che vedevano giovani uomini nudi che percorrevano le strade della città colpendo le donne con fruste fatte di pelle di capra, credendo che ciò avrebbe portato loro fertilità e protezione contro malattie e sfortuna.


Il Papa condanna le pratiche dei Lupercali come immoralità e sacrilegio, e afferma che esse sono incompatibili con la fede cristiana. Egli invita i vescovi a lavorare per sostituire queste celebrazioni con feste cristiane, come la festa di San Valentino, il cui messaggio di amore e di fede sarebbe più in linea con la dottrina della Chiesa.


La lettera di Papa Gelasio ha avuto un impatto duraturo sulla cultura occidentale. Le celebrazioni dei Lupercali sono gradualmente scomparse, sostituite da celebrazioni cristiane, e la festa di San Valentino è diventata una delle feste più importanti della Chiesa.


Inoltre, l'epistola di Papa Gelasio è stata importante per la definizione del ruolo della Chiesa nella società romana. Il Papa sottolinea l'autorità della Chiesa come guida morale, e la sua responsabilità di proteggere la fede cristiana dalle pratiche pagane. Questo ha stabilito un precedente importante per il ruolo della Chiesa nella storia europea, che avrebbe continuato a guidare e influenzare la cultura per i secoli a venire.


In sintesi, l'epistola 100 di Papa Gelasio contro i Lupercali è un documento importante nella storia della Chiesa e della cultura occidentale. Essa rappresenta un momento importante nella lotta della Chiesa contro le pratiche pagane e nella definizione del ruolo della Chiesa nella società.


mercoledì 15 febbraio 2023

alcuni rituali della Religione Romana

alcuni rituali della Religione Romana

La religione romana antica è stata praticata per molti secoli, e ha avuto molti rituali e pratiche che venivano seguiti per venerare gli dei. In molti casi, le pratiche religiose romane sono state influenzate dalle religioni dei popoli vicini, come i greci e gli etruschi. Tuttavia, molti di questi rituali e pratiche sono ancora oggetto di studio e di interesse per gli appassionati della cultura antica.


Ecco alcuni esempi di rituali della religione romana che sono tra i più ricercati su internet:


La cerimonia delle Vestali: Questo rituale era dedicato alla dea Vesta, protettrice del focolare e della casa. Si svolgeva ogni anno in giugno e le sacerdotesse della dea (le Vestali) facevano il giro del Tempio di Vesta, portando le fiamme sacre. Questo rituale era molto importante per la religione romana, perché si credeva che la dea Vesta proteggesse la città e la famiglia.


Il rito di purificazione con l'acqua: Questo rito era comune in molte culture antiche, ma anche nella religione romana. Consisteva nell'immergere il corpo in una fonte d'acqua, in modo da purificarsi da ogni tipo di impurità. Questo rito era particolarmente importante prima di un evento sacro, come un matrimonio o una nascita.


La cerimonia dei Ludi: Questo rituale era dedicato a diversi dei romani, tra cui Giove e Marte. Si svolgeva ogni anno in settembre e prevedeva giochi, spettacoli e gare tra i giovani atleti. Questo rituale era molto importante per la religione romana, perché si credeva che gli dei sarebbero stati più propizi se la città fosse stata in grado di celebrare un evento così importante.


Il sacrificio animale: Questo rituale era comune in molte culture antiche, ma anche nella religione romana. Consisteva nel sacrificare un animale, generalmente una pecora o un toro, in onore di un dio specifico. Questo rito era molto importante perché si credeva che l'offerta del sangue dell'animale avrebbe placato l'ira degli dei e avrebbe portato loro favore.


La cerimonia della Parentalia: Questo rituale era dedicato ai defunti della famiglia. Si svolgeva ogni anno in febbraio e prevedeva l'offerta di cibi e bevande ai defunti. Questo rito era molto importante per la religione romana, perché si credeva che gli spiriti dei defunti avrebbero portato fortuna e protezione alla famiglia se venivano venerati correttamente.


15 febbraio del 44 aC Marco Antonio porge il diadema regale a Giulio Cesare

 Il 15 febbraio del 44 a.C., durante il rito della Lupercalia, una festività romana dedicata alla fertilità, Marco Antonio porse un diadema regale a Giulio Cesare in pubblico, suscitando malcontento tra i presenti, poiché il gesto era considerato un'aperta violazione della tradizione repubblicana romana. Questo episodio contribuì ad acuire le tensioni tra Cesare e il Senato romano, che vedeva il potere del dittatore sempre più consolidato e temeva per l'indipendenza della Repubblica.

martedì 14 febbraio 2023

Lupercalia 15 febbraio

 


I Lupercali erano una delle festività più antiche e popolari di Roma, risalenti all'epoca pre-romana. La festa era dedicata a Lupercus, il dio dei pastori e della fertilità, ed era associata alla celebrazione della primavera e alla protezione dei greggi.


La celebrazione avveniva il 15 febbraio.


La festività era caratterizzata da sacrifici di capre e cani, seguiti da una processione che attraversava le strade di Roma. Durante la processione, i partecipanti, conosciuti come Luperci, si battevano l'uno con l'altro con pelli di capra, simboleggiando la purificazione e la benedizione per la comunità. Inoltre, la festività includeva anche giochi di strada, come la corsa, in cui i giovani uomini correvano nelle strade della città per dimostrare la loro forza e il loro coraggio.


Oltre alle attività fisiche, i Lupercali erano anche un'occasione per celebrare la pace e l'abbondanza. La gente offriva sacrifici agli dei per augurare buona fortuna e benessere per l'anno a venire, e la festività era un momento di riunione per la comunità, durante il quale i cittadini potevano godere di cibo, musica e intrattenimento.


Nonostante il Cristianesimo fosse diventato la religione ufficiale dell'Impero Romano, i Lupercali sono stati mantenuti come parte della tradizione popolare per molti secoli. Oggi, la festa è ricordata come parte della storia e della cultura dell'antica Roma, e viene ancora celebrata in alcune parti del mondo come parte della tradizione culturale.


In conclusione, i Lupercali erano una festività importante nella cultura romana, associata alla protezione dei greggi, alla celebrazione della pace e dell'abbondanza, e alla benedizione per la comunità. Questa tradizione ha lasciato un'impronta duratura nella storia e nella cultura di Roma.


Il rituale romano della conclamatio

Il rituale romano della conclamatio


Il rituale romano della "conclamatio" era una pratica funeraria che si svolgeva nell'antica Roma. Essa consisteva nell'ultimo grido pronunciato dal familiare o dall'amico più stretto del defunto, che veniva emesso immediatamente dopo la sua morte. Questo grido serviva a confermare la morte del defunto e a rendere omaggio alla sua anima.


La parola "conclamatio" deriva dal verbo latino "conclamare", che significa "gridare insieme". Era una pratica riservata alle famiglie più nobili e importanti, e veniva eseguita esclusivamente dai parenti più stretti del defunto.


Il rituale della conclamatio era molto importante per i romani, perché il grido finale pronunciato dal familiare o dall'amico più stretto del defunto aveva il potere di confermare la morte del defunto e di invocare l'aiuto degli dei per la sua anima. Si credeva infatti che il grido potesse allontanare gli spiriti malvagi e proteggere l'anima del defunto durante il viaggio verso l'aldilà.


Il grido della conclamatio era un suono molto acuto e prolungato, che veniva emesso ad alta voce dal parente o dall'amico più vicino al defunto. Questo suono era accompagnato da gesti simbolici, come il tocco della mano sulla fronte del defunto, che simboleggiava il passaggio dell'anima attraverso il corpo del defunto.


Dopo la conclamatio, il corpo del defunto veniva preparato per la sepoltura o per la cremazione. La pratica della conclamatio è stata utilizzata anche in altre culture, come quella egizia e quella greca.


In conclusione, il rituale romano della conclamatio era un'importante pratica funeraria dell'antica Roma. Essa serviva a confermare la morte del defunto e a invocare l'aiuto degli dei per la sua anima durante il viaggio verso l'aldilà. Pur essendo una pratica riservata alle famiglie nobili e importanti, essa ha avuto un grande impatto sulla cultura romana e ha influenzato anche altre culture nel corso dei secoli.



domenica 12 febbraio 2023

Faunalia 13 febbraio

 Faunalia era una festa romana che si celebrava il 13 febbraio in onore di Fauno, il dio della natura, dei pascoli e dei boschi. Durante la festa, venivano offerte preghiere e sacrifici agli dei per garantire la prosperità dei raccolti e la salute del bestiame. La Faunalia era anche un'occasione per i contadini e i pastori per riunirsi e celebrare insieme.

mercoledì 8 febbraio 2023

Costantino imperatore

Costantino imperatore

da Zosimo, Storia nuova, Libro II,29:


Tornata la Romana signoria in mano del solo Costantino egli non più studiavasi celare quella malizia in retaggio avuta dalla natura, e tolto il freno alla cupidigia del suo animo tutto adoperatasi per gingnere all’assegni mento d’un assolato dispotismo. 

Ricorrea dunque ai paterni riti non tanto colla volontà di onorarli, quanto da necessità costretto, prestando fede agli indovini, se eranvene di esperti, siccome a coloro, i quali predetto aveangli il vero intorno alle sue felici imprese.

Calcato poscia il suolo di Roma, fattosi arrogantissimo, dalla stessa propria famiglia opinò dar principio alla empietà sua, morendo, senza riguardo veruno, il figlio Crispo, eletto cesare, in ordine al narrato, e cadutogli in sospetto di avere famigliaritadi colla matrigna Fausta; se non che a malincuore comportando sua madre Elena la uccisione del giovine, mostrandosene addoloratissima, quasi a consolarla riparò ad un male con altro peggiore, ordinato avendo lo scaldare oltre misura una stufa, e rinserratavi Fausta di là trassela morta. 

Rimordendogli poi de’ commessi delitti e della spregiata santità de’ giuramenti la coscienza presentatosi ai flamini addimandavane la espiazione. Rispostogli da costoro non avervene alcuna per lavare così turpi nefandigie. 

un Egizio di nome ed originario della Spagna, trasferitosi a Roma e stretta colle palatine donnicciole amicizia, per mezzo di esse ottenne licenza di presentarsi all’imperatore, e seco lui ragionando chiarirlo come la religione de’ cristiani avesse facoltà di cancellare qualunque misfatto, promettendo ai colpevoli che abbracciandola ne verrebbon tosto assoluti. 

Costantino, uditone piacevolmente il discorso, ponendo in non cale i paterni riti, e gustate le speranze offertegli da Egizio, diede principio alla sua empietà coll’avere in sospetto la divinazione.