sabato 22 giugno 2013

Archeologia Una nuova scoperta sotto Montegiovi

Archeologia. Una nuova scoperta sotto Montegiovi
DOMENICA, 18 NOVEMBRE 2012, IL TIRRENO,  Grosseto

Due appassionati amiatini di archeologia, ma soprattutto esploratori del territorio – Gianni Cannavale e Franco Martinelli di Castel del Piano –hanno indivisuato un insediamento romano nella valle dell’Ente, ai piedi di Montegiovi, in una zona a ridosso della confluenza fra il torrente Zancona e il torrente Ente. «È una novità, perché il sito non è conosciuto e ho provveduto a segnalarlo alla soprintendenza di Firenze con formale comunicazione. La scoperta è stata effettuata da me e da Franco Martinelli». Ma cosa è stato ritrovato? «Si tratta in pratica – spiega Cannavale – di una costruzione semicircolare in pietra, del diametro di una decina di metri, che spunta sulla sommità di un poggetto. È evidente l’azione dell’uomo, specie per ciò che riguarda il terreno rialzato in modo artefatto. Sul posto affiorano blocchi lavorati e squadrati di peperino. Nell’area erano state segnalate, in passato, delle tombe romane a cassetta, delle quali, però, si è persa ogni sorta di indicazione, raccontano Cannavale e Martinelli, che aggiungono: «La scoperta, con le dovute cautele mancando un’opera adeguata di scavo, potrebbe essere riconducibile a un insediamento rurale dell’età imperiale romana. È emblematico notare come tale scoperta si possa interfacciare con l’insediamento comunemente denominato “Villa del Noceto” e con l’iscrizione romana, presente a Montelaterone, relativa al dio Giove». I due ricercatori fanno riferimento, dunque, al Noceto, una delle zone più fertili e ricche di acqua del comune di Castel del Piano dove alcuni anni fa furono rintracciati segni di opus reticulatum, seguendo i quali fu dimostrato che nel sito sorgeva una villa romana e si tenevano culti pagani alla dea Flora che ha dato, poi, il nome alla località e alla chiesa medievale che qui sorgeva. Ma segni e tracce di antropizzazione romana ed etrusca interessano tutta la montagna amiatina: dai toponimi Seggiano (Seius), Montegiovi (Mons Iovis), Montelaterone, dove è nota la targa votiva a Giove. «Questo ritrovamento accresce l’interesse per la zona – dice Cannavale – considerando che poco o nulla è finora emerso e che il versante Grossetano dell’Amiata non è mai stato oggetto di attenti studi e ricerche anche sul campo. Sporadici, infatti, sono i ritrovamenti di tombe, mentre è risaputo che, durante i lavori agricoli, sono state rinvenute varie tipologie di inumazioni che sono state, però, sempre taciute. Ritengo che questo modo di fare arrechi un forte danno non solo alla ricerca storica e archeologica, ma anche al turismo che, in qualche modo, potrebbe essere incentivato da ritrovamenti di una certa importanza. Per ora è stata data comunicazione alla soprintendenza e si spera di riuscire a far sfociare la segnalazione in una ricerca più approfondita e avvalorata anche con una campagna di scavi». (f.b.)