giovedì 30 giugno 2011
martedì 21 giugno 2011
domenica 19 giugno 2011
venerdì 17 giugno 2011
Rari reperti di epoca romana scavato in Bulgaria da saccheggiatori e solo recentemente sequestrato dalla polizia è finito in museo nazionale di storia di Sofia.
Rari reperti di epoca romana scavato in Bulgaria da saccheggiatori e solo recentemente sequestrato dalla polizia è finito in museo nazionale di storia di Sofia.
Rari reperti di epoca romana scavato in Bulgaria da saccheggiatori e solo recentemente sequestrato dalla polizia è finito in museo nazionale di storia di Sofia. [Credit: AFP]
Il pezzo forte della collezione, contenente circa 100 pezzi, tra squisiti esempi di scultura romana e ceramica, è un sarcofago di marmo del I secolo dC, riccamente scolpito con ghirlande, decorazioni floreali, volti di donna e figure della morte.
"Il sarcofago, con una iscrizione precoce romano, è il più bello del suo genere si trovano in Bulgaria," archeologo Elka Penkova detto.
Altri preziosi reperti comprendono una tabella di aquila-altare ornato e di scultura della prima pietra per andare in mostra in un museo bulgaro dei fondatori di Roma, Romolo e Remo, essere allattati da una lupa.
I reperti sono stati rinvenuti più probabilmente da saccheggiatori nella colonia romana di Ratsiaria sepolto, vicino al villaggio di Archar nel nord-ovest della Bulgaria, Penkova detto.
Sono stati sequestrati dalla polizia da un cortile, nel vicino villaggio di Ruptsi, dove un uomo d'affari li teneva in una mostra di fortuna privata.
Saccheggi e all'estero contrabbando di preziosi reperti nel corso degli ultimi 20 anni hanno trasformato il tempo ricca città romana si affaccia sul Danubio, in un paesaggio lunare.
La distruzione di "questa città di cultura inestimabile"era "un oltraggio", Ha dichiarto Penkova.
"Possiamo solo giudicare il passato splendido Ratsiaria da oggetti non recuperati attraverso gli scavi archeologici, ma di operazioni di polizia," il museo nazionale di storia ha detto in un comunicato.
Fonte: AFP [8 aprile 2011]
mercoledì 15 giugno 2011
Libri - Archeologia e metro, le scoperte di Roma (scanagatta)
Libri - Archeologia e metro, le scoperte di Roma (scanagatta)
L'Ateneo di Adriano, che potra' essere in parte riportato alla luce in piazza Venezia, tra il palazzo delle Generali e la Chiesa della Madonna di Loreto, ma anche una officina metallurgica altomedievale, chissa' forse addirittura la zecca di Teodorico, riscoperta nella stessa zona, insieme a tanti altri dati che arricchiscono la conoscenza della storia e della topografia antica. Con i suoi 39 chilometri di gallerie e collegamenti verticali nel sottosuolo della capitale, i lavori per la realizzazione della linea C della metropolitana sono stati anche un'occasione altrimenti impensabile per l'archeologia.
(...)
L'Ateneo di Adriano, che potra' essere in parte riportato alla luce in piazza Venezia, tra il palazzo delle Generali e la Chiesa della Madonna di Loreto, ma anche una officina metallurgica altomedievale, chissa' forse addirittura la zecca di Teodorico, riscoperta nella stessa zona, insieme a tanti altri dati che arricchiscono la conoscenza della storia e della topografia antica. Con i suoi 39 chilometri di gallerie e collegamenti verticali nel sottosuolo della capitale, i lavori per la realizzazione della linea C della metropolitana sono stati anche un'occasione altrimenti impensabile per l'archeologia.
(...)
domenica 12 giugno 2011
Sacrificare ai Lari
"Sacrificare ai Lari", disegno di H. Vogel. I Lari sono divinità, le anime degli antenati, che erano prominenti nelle famiglie romane.
sabato 11 giugno 2011
Il Museo delle navi resta una chimera
Il Museo delle navi resta una chimera
MARCO BARABOTTI
VENERDÌ, 20 MAGGIO 2011 IL TIRRENO
Resta chiuso anche per il Giugno Pisano. Il consigliere del ministro promette una visita
PISA. Slitta ancora l’apertura del museo delle Antiche Navi di Pisa agli Arsenali Medicei. È l’ennesimo rinvio e l’ennesima delusione per quanti attendono l’evento per valorizzare la straordinaria scoperta delle antiche navi di san Rossore. Si sperava di inaugurarlo almeno per il Giugno Pisano, ma vi sono stati rallentamenti dovuti alla cronica mancanza di fondi ministeriali e alla malattia che ha colpito il direttore dei beni architettonici della Toscana. «L’allestimento va comunque avanti di buona lena», ci ha detto il direttore dei lavori, Andrea Camilli.
«Ma per giugno - riprende Camilli - non ce la faremo ad aprire, nonostante spesso si lavori anche fino a notte fonda. Non mi va più di dire quando finiremo con precisione, perché ci siamo smentiti troppe volte. Diciamo che entro l’anno è plausibile sperare di aprire il museo».
Purtroppo, il ministero non ha garantito fino ad oggi il rispetto degli impegni presi per la realizzazione e la gestione del museo. Il mese scorso il sindaco Filippeschi, per salvare dal rischio di abbandono e degrado il cantiere delle Antiche Navi - e per dare anche impulso alla definizione dei museo agli Arsenali Medicei - aveva scritto il ministro della cultura Giancarlo Galan, chiedendo un incontro urgente per valutare lo stato di avanzamento dell’accordo do programma del 2001 finalizzato alla realizzazione del museo e al proseguimento degli scavi e dei laboratori di restauro.
E proprio ieri a Roma Filippeschi ha incontrato il consigliere del ministro, Franco Miracco che si è impegnato di venire prossimamente a Pisa per partecipare a un incontro durante il quale si spera di definire la questione del museo agli Arsenali Medicei. «Al dott. Miracco - ha detto il sindaco - ho fatto presenti tutti gli investimenti che abbiamo fatto per valorizzare le aree vicine agli Arsenali, in particolare l’acquisto della Cittadella. Ora tocca al ministero fare la sua parte, dando un quadro di certezza per il Museo delle Antiche Navi di Pisa. C’è soprattutto la necessità di individuare una forma di gestione per partire col museo intanto in via transitoria».
«Al consigliere del ministrro - prosegue Filippeschi - ho ricordato come il governatore della Toscana, Enrico Rossi, durante un incontro con Galan, abbia considerato il museo delle Antiche Navi come una priorità regionale. Pertanto, anche in considerazione della sensazionale scoperta archeologica, una volta che esso verrà aperto, ci sarà da stabilire un robusto piano di comunicazione, affinché un evento di questa portata abbia la giusta ricaduta internazionale».
Il tracciato museale è pronto ormai da diversi mesi e anche i lavori di rifinitura sono pressoché conclusi. Dove fino a qualche mese fa c’era la caserma della Guardia di Finanza, è stata creata la cosiddetta area dei servizi con bar accessibili anche dai lungarni, uffici e alloggi vari. Dal grande cortile, si entra nel corridoio che è lo snodo principale di ingresso e di uscita del complesso. A destra, nella prima campata, sono pronte le strutture di allestimento, dove troveranno spazio mostre temporanee. Nella seconda, si avrà subito l’impatto visivo della grande scoperta delle “Antiche navi di Pisa”, con una ricostruzione di scene del porto pisano. Nella terza avremo quella del porto e della alluvione che determinò l’affondamento delle navi. Nella quarta campata, si parlerà di scienze applicate alla ricerca. Saranno messe a confronto gli scavi di terra e di mare, con le varie differenze. Ed ecco al quinto padiglione, dove c’è un piano rialzato che si affaccia su un’altra ala del futuro museo, quella che sarà dedicata ai reperti trovati sulle navi. E questo il cuore del museo, con la nave denominata «D» ed un modello a grandezza naturale della”Alkedo”. La nave «D» ha uno scafo di circa 14 metri a doppio fasciame, la nave ellenistica risale al II secolo a.C. ed è di media grandezza ed è stata rinvenuta totalmente smontata.
Poi, nel percorso museale, ci sarà l’ala dedicata ai materiali che facevano parte del carico delle navi affondate in seguito alle alluvioni, tra le quali anfore vinarie di varia origine (gallica, iberica, adriatica e così via). La collocazione sarà in ordine cronologico attraverso una grande rappresentazione a parete che, a colpo d’occhio, dirà il luogo di provenienza e il periodo: un campionario unico di storia del Mediterraneo.
venerdì 10 giugno 2011
giovedì 9 giugno 2011
Spunta dalla cava una necropoli d'epoca romana
Spunta dalla cava una necropoli d'epoca romana
19/05/2011
Straordinaria scoperta archeologica a Castelnovo
Gli studiosi presenteranno oggi i notevoli reperti rinvenuti fra cui tombe semplici, attrezzi di lavoro, urne, lampade votive rimaste praticamente intatte
Sotto le fabbriche, le strade, le case di Isola Vicentina c'è la storia. Quella vera, quella che racconta com'è nata la civiltà veneta, nei primi secoli dopo cristo.
Non c'è stato scavo, fondamenta o aratura che non abbia visto venire alla luce interessanti reperti di età romana e paleo-veneta, tracce di una civiltà rurale lavoratrice, poco sfarzosa ma molto operosa. Dopo anni di ricerche e catalogazioni, sarà possibile assistere alla descrizione di quanto rinvenuto a Cava Silma, una vera e propria necropoli, ad oggi mai svelata.
«Non si tratta di tombe imponenti - spiega Paola Baccillero, una delle volontarie del gruppo archeologico "Communitas Insularum" - Ma sono le testimonianze delle genti che vivevano nei nostri territori 2000 anni fa. È emozionante rinvenire le loro tracce non appena si incide il terreno».
L'appuntamento è per oggi alle 20.30, nel centro sociale di Castelnovo, con Alberto Vigoni, uno degli archeologi che ha seguito lo studio dei reperti. «L'antico insediamento era ubicato nel settore dell'alta pianura, ai piedi del versante est dei Lessini orientali - si legge nell'articolo scientifico, scritto a quattro mani con Elena Pettenò - I frequenti scavi a scopo industriale o per le cave di argilla hanno consentito di rinvenire quattro insediamenti, a destinazione rustica, due a Castelnovo, in località Acqua e Fossanigo, uno in località Antoniazzi e uno in località Fosse».
Tombe semplici, qualche spillone, ciotole grigie paleovenete, accessori per il lavoro come macine e aghi da telaio: questa l'eredità degli antenati di Castelnovo. Ma c'è chi da 30 anni si batte affinchè il cemento non ricopra quanto resta delle loro case e la Sovraintendenza non accumuli i reperti in scatolini dimenticati in qualche magazzino a Venezia. Si tratta di Maria Cenere Dinarello, maestra in pensione con il pallino per l'archeologia, in grado di riconoscere a colpo d'occhio dove i romani avevano messo piede duemila anni fa.
«Il gruppo nasce nel 1981 - spiega con la sua voce flebile, ma animata da una dialettica decisa - In pieno boom economico. Qui si scavava dappertutto. Spesso qualcuno veniva a segnalare la presenza di reperti, sotterrati o all'aria aperta, come i coppi che ancora ricoprono rustici del circondario. Ci siamo decisi, ci voleva un presidio archeologico sul territorio». E le vengono ancora gli occhi lucidi quando racconta del momento che più le ha fatto battere il cuore: «Ci avevano segnalato dei reperti su un campo che sarebbe stato arato la mattina dopo. Siamo andati lì all'alba. Mi aggiravo tra le zolle quando un raggio rosso dell'aurora ha colpito un piccolo incavo nel terreno. Tra i cumuli c'era una piccola lampada votiva, intatta. È stato come se la Storia mi parlasse».
Giulia Guidi
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Provincia/253358__spunta_dalla_cava_una_necropoli_depoca_romana/
mercoledì 8 giugno 2011
martedì 7 giugno 2011
lunedì 6 giugno 2011
domenica 5 giugno 2011
sabato 4 giugno 2011
Una nave romana di 2000 anni spunta dalla sabbia a Ostia.
Una nave romana di 2000 anni spunta dalla sabbia a Ostia.
PROVINCIA DI COMO - 4 maggio 2011
Sono affiorati undici metri della fiancata. Il reperto di legno è venuto alla luce mentre alcuni operai stavano scavando la sabbia per creare le basi di un ponte
Scava, scava, dalla spiaggia di Ostia Antica nei giorni scorsi è spuntata una nave: romana, di legno. La scoperta è stata fatta mentre gli operai scavavano la spiaggia sulla quale appoggiare poi un ponte. Il ritrovamento è molto importante perché farà capire agli archeologi cose nuove sulla storia e la navigazione di duemila anni fa. Uno dei dati che già i ricercatori hanno potuto verificare è che la linea di costa all'epoca dei romani era indietro di circa quattro chilometri rispetto a quella attuale. Sul luogo degli scavi è arrivato anche il ministro dei Beni culturali Giancarlo Galan, che ha definito il ritrovamento "da brivido”. L'imbarcazione è affiorata durante gli scavi per la realizzazione del nuovo ponte della Scafa, che collega Ostia a Fiumicino, nel comune di Roma. Paola Germoni, che è il direttore scientifico dei lavori, presentando la scoperta ha detto: «il rinvenimento indica l'antica linea di costa arretrata di circa quattro chilometri rispetto all'attuale». Al momento sono affiorati 11 metri della fiancata, non si vede la poppa, nè la prua, ma sono stati ritrovati pezzi di cordami. Per capire se era un'imbarcazione fluviale o marittima, bisognerà aspettare che si ritrovi la chiglia. «La scoperta è una novità - ha sottolineato Anna Maria Moretti, Sovrintendente archeologico di Roma e Ostia Antica - perché a questa profondità, quattro metri, non è mai capitato di trovare un'imbarcazione, ma solo stratificazioni o una struttura. Il reperto è databile alla prima età imperiale, vista la mancanza di parti in metallo nelle congiunture. Il restauro è delicatissimo - ha aggiunto - il reperto viene sempre ricoperto d'acqua perché il legno non si secchi. Va trattato con una metodologia sofisticata». «Siamo di fronte ad un documento archeologico eccezionale che si studierà per decenni. Penso che questa imbarcazione sia precedente ad altre che sono custodite nel museo delle navi di Fiumicino», ha osservato Roberto Cecchi, commissario delegato, per l'area archeologica centrale di Roma e Ostia Antica.
venerdì 3 giugno 2011
Il teatro romano sotto un condominio
Il teatro romano sotto un condominio
Corriere Adriatico, 21-05-2011
Salta la permuta con un’area di Bellocchi. Via libera alla costruzione di 22 appartamenti
Fano Teatro romano alt, si cambia. L’Amministrazione comunale sembra intenzionata a modificare completamente il percorso fino a oggi intrapreso per acquisire l’area di via De Amicis, dove all’inizio del decennio scorso è venuto alla luce il teatro romano. Non più la permuta con il diritto di edificare un complesso di 120 appartamenti su un’area agricola di Bellocchi, di proprietà dell’impresa costruttrice, ma la concessione di costruire sopra l’area archeologica uno stabile con circa 22 appartamenti.
La notizia è stata data dal sindaco Stefano Aguzzi, nel corso di uno dei sui contatti periodici in diretta con gli ascoltatori di Radio Fano. Per molti è stata una vera e propria sorpresa, dato che da più parti in tutti questi anni si sono levate sollecitazioni perché l’area archeologica di via De Amicis fosse opportunamente qualificata e arricchisse il patrimonio monumentale fruibile al pubblico della città.
Immaginare ora che il teatro romano venga richiuso in un sotterraneo, come è avvenuto con il vicino anfiteatro, rimasto nascosto e sconosciuto ai più, desta non poche perplessità.
“Non sono mai stato pienamente convinto – ha dichiarato il sindaco – del responso dell’arbitrato che avrebbe dovuto definire il controvalore della permuta, mettendo a paragone il valore dell’area di via De Amicis che la società La Filanda avrebbe ceduto al Comune, con la concessione di costruire 120 appartamenti a Bellocchi. Il numero di questi mi è sembrato un’esagerazione. Probabilmente è per questo che le trattative, nonostante l’arbitrato, non si sono mai concluse. Nell’ultimo incontro, invece, si è fatto un passo avanti, esaminando una nuova eventualità, ovvero la concessione alla ditta di costruire i suoi appartamenti nel sito del centro storico, con il trasferimento della parte di interesse archeologico al Comune. Questa potrebbe essere la direzione di un percorso più agevole che potrebbe portare all’acquisizione dell’area al patrimonio pubblico”.
Sulla questione giocano più interessi: innanzitutto un interesse economico che spinge La Filanda, società di Vincenzo Minardi e Ruggero Sperandini Adanti, a realizzare il massimo sulla sua proprietà, anche se la presenza del teatro rimano in via De Amicis, non è stata una vera e propria scoperta degli anni 2.000. Rilievi delle rovine effettuati dagli studenti della scuola d’arte risalenti alla prima metà del XX secolo dimostrano come la presenza del teatro fosse già nota. Quindi la proprietà avrebbe dovuto sapere le condizioni in cui si sarebbe trovata ad operare non appena avrebbe eseguito lo scavo delle fondamenta. Tra l’altro le fondamenta della costruzione precedente poggiavano proprio sui gradini della cavea, cosa che non può essere sfuggita a chi l’aveva edificata.
Ma al momento, quando il mercato edilizio è praticamente fermo, si vendono più agevolmente appartamenti in centro storico che in periferia. Giocano poi interessi urbanistici e interessi culturali. Di solito sono sempre questi ultimi ad essere sacrificati.
Ciò che è avvenuto dove spiccava il seicentesco chiostro del monastero delle Benedettine e dal cui sottosuolo emergevano le strutture dell’anfiteatro romano insegna. Tutto è stato seppellito sotto metri cubi di cemento. Ora non resta che prendere visione del progetto che ingloberà il teatro romano, il quale anziché vedere la luce, sembra inesorabilmente destinato ad esse sepolto in uno scantinato.
Massimo Foghetti,
giovedì 2 giugno 2011
Le Vergini di Vesta
Giulio Giannelli. Le Vergini di Vesta.
A cura di Anna K. Valerio. Pp. 134, 9 illustrazioni. Collana Paganitas. Edizioni di Ar, 2011. Euro 14,00
Il sacerdozio delle Vestali romane
I. Hestia = Vesta
1.Il culto indo-europeo del fuoco sacro: sue origini e sviluppo 2. Assenza di una comune divinità del focolare indo-europea 3. La divinità greco-italica del focolare 4. La divinità del focolare importata dalla Grecia in Italia 5. Contro le difficoltà opposte all´importazione di Hestia in Italia
II. Il focolare pubblico nell´ "Aedes Vestae"
1.Gli elementi costitutivi del culto del focolare di Stato 2. Indizi cronologici sui vari elementi stranieri 3. Lo svolgimento del servizio del focolare di Stato, fino al suo assetto definitivo 4. La "Vesta" romana
III. Costituzione e ordinamento del sacerdozio
1.Numero delle Vestali 2. Modo di elezione e condizioni necessarie per l´idoneità al sacerdozio 3. Durata del servizio: gerarchia delle sacerdotesse 4. Posizione delle Vestali di fronte al Pontefice Massimo e loro condizione giuridica
IV. Doveri del culto; incarichi vari delle Vestali. Castità. Punizioni
1.Il servizio nell´Aedes 2. Le altre mansioni religiose delle Vestali 3. Castità delle Vestali: incesto 4. Punizioni 5. I contatti delle sacerdotesse con l´esterno
V. Alcune questioni riguardanti l´abbigliamento e i privilegi delle Vestali. - La fine della istituzione.
La donna nel sacerdozio romano
mercoledì 1 giugno 2011
Iscriviti a:
Post (Atom)