Lavori al Pincio Italia Nostra chiede lo stop
di Rita Smordoni
- venerdì 15 febbraio 2008, il giornale
A distanza di pochi mesi dalla cantierizzazione per il futuro mega-parking del Pincio, tornano a farsi sentire le proteste di Italia Nostra. Il presidente romano dell’associazione ambientalista, Carlo Ripa di Meana, ha rinnovato, ieri, all’amministrazione comunale, la richiesta «dell’immediata sospensione dei lavori e l’avvio di una seria progettazione dell’opera».
«Lo scempio del colle», come è stato ribattezzato dagli ambientalisti, prevede la costruzione di sette piani interrati, per un totale di 726 posti auto. Ad aggiudicarsi l’appalto del parcheggio, bandito da Atac, è stata l’impresa Sac con un’offerta di 21 milioni di euro. La durata dei lavori dovrebbe essere (obbligatorio il condizionale) di 30 mesi, mentre l’ingresso delle prime auto è previsto non prima del marzo 2010. L’impresa ha da tempo recintato l’area con un muro di lamiere verdi lungo 2 chilometri, che occupa tre quarti della sede stradale. «Un muro della vergogna - dichiara Ripa di Meana -, costruito solo per nascondere i lavori di scavo del parcheggio ed escludere dalla vista dei cittadini quanto sta accadendo. Esigiamo che la Sovrintendenza comunale riferisca, ogni settimana, sullo stato dei lavori - tuona il presidente - e che ci assicuri che il carotaggio per gli accertamenti archeologici non sia in mano ai tecnici dell’Atac, bensì a quelli della Sovrintendenza». L’associazione ha, inoltre, rilevato irregolarità nella progettazione e nell’appalto del parcheggio, che sono state illustrate dall’urbanista Antonio Tamburrino: «La Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma ritiene che le ricerche archeologiche non siano state esaustive e quindi ribadisce la necessità di eseguire sondaggi archeologici preventivi su tutta l’area del parcheggio. Inoltre la Sovrintendenza dichiara che “non va esclusa la possibilità che, qualora i rinvenimenti archeologici si rivelassero di particolare interesse, il progetto subisca sostanziali modifiche”. Da queste chiare prese di posizione della Sovrintendenza, condivise anche dal ministero dei Beni Culturali, si evince che il progetto del parcheggio deve essere considerato, al più, un progetto preliminare e che ciò che è stato approvato è del tutto insufficiente per aprire il cantiere». E ancora: «Non c’è traccia di verifica rispetto al Codice Urbani che impone la conservazione delle piazze nella loro integrità spaziale». Infine, come se non bastasse, esiste un serio problema idrogeologico, dovuto alla presenza di una potente falda acquifera, confermata dai sondaggi preliminari.
di Rita Smordoni
- venerdì 15 febbraio 2008, il giornale
A distanza di pochi mesi dalla cantierizzazione per il futuro mega-parking del Pincio, tornano a farsi sentire le proteste di Italia Nostra. Il presidente romano dell’associazione ambientalista, Carlo Ripa di Meana, ha rinnovato, ieri, all’amministrazione comunale, la richiesta «dell’immediata sospensione dei lavori e l’avvio di una seria progettazione dell’opera».
«Lo scempio del colle», come è stato ribattezzato dagli ambientalisti, prevede la costruzione di sette piani interrati, per un totale di 726 posti auto. Ad aggiudicarsi l’appalto del parcheggio, bandito da Atac, è stata l’impresa Sac con un’offerta di 21 milioni di euro. La durata dei lavori dovrebbe essere (obbligatorio il condizionale) di 30 mesi, mentre l’ingresso delle prime auto è previsto non prima del marzo 2010. L’impresa ha da tempo recintato l’area con un muro di lamiere verdi lungo 2 chilometri, che occupa tre quarti della sede stradale. «Un muro della vergogna - dichiara Ripa di Meana -, costruito solo per nascondere i lavori di scavo del parcheggio ed escludere dalla vista dei cittadini quanto sta accadendo. Esigiamo che la Sovrintendenza comunale riferisca, ogni settimana, sullo stato dei lavori - tuona il presidente - e che ci assicuri che il carotaggio per gli accertamenti archeologici non sia in mano ai tecnici dell’Atac, bensì a quelli della Sovrintendenza». L’associazione ha, inoltre, rilevato irregolarità nella progettazione e nell’appalto del parcheggio, che sono state illustrate dall’urbanista Antonio Tamburrino: «La Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma ritiene che le ricerche archeologiche non siano state esaustive e quindi ribadisce la necessità di eseguire sondaggi archeologici preventivi su tutta l’area del parcheggio. Inoltre la Sovrintendenza dichiara che “non va esclusa la possibilità che, qualora i rinvenimenti archeologici si rivelassero di particolare interesse, il progetto subisca sostanziali modifiche”. Da queste chiare prese di posizione della Sovrintendenza, condivise anche dal ministero dei Beni Culturali, si evince che il progetto del parcheggio deve essere considerato, al più, un progetto preliminare e che ciò che è stato approvato è del tutto insufficiente per aprire il cantiere». E ancora: «Non c’è traccia di verifica rispetto al Codice Urbani che impone la conservazione delle piazze nella loro integrità spaziale». Infine, come se non bastasse, esiste un serio problema idrogeologico, dovuto alla presenza di una potente falda acquifera, confermata dai sondaggi preliminari.