Iudaea capta
Il ruolo dell'élite ebraica nella rivolta contro Roma (66-70 d.C.)
di Martin Goodman
Ecig, Genova, 1995
Nel mese di Ab del 70 d.C., Gerusalemme, dopo una cruenta e, da ultimo, strenua resistenza, soccombeva all'irriducibile impero del figlio di Vespasiano, il futuro imperatore Tito: quattro anni erano passati da quando, in un crescendo di malintesi, provocazioni e ripicche, l'artificiale classe dirigente ebraica - composta di speculatori ed ex-favoriti erodiani - si era aggrappata al potere sposando la causa antiromana di una popolazione stremata dai tributi e impoverita dall'ottusa avidità di questa elite. Cosa aveva scatenato la rivolta? Perché uno scherzo da ragazzi aveva innescato un evento cruciale della storia? Numerose e controverse sono le spiegazioni avanzate nel corso dei secoli, a cominciare dalla nostra principale fonte storica, Giuseppe Flavio. Martin Goodman ne dimostra qui l'insufficienza e formula qui una nuova tesi: il catalizzatore della rivolta fu l'incapacità di governo dei ricchi ebrei cui i Romani avevano affidato, nel 6 d.C., sulla scorta di pregiudizi precedenti, l'amministrazione della nuova Provincia. Basandosi su un'analisi minuziosa delle fonti e delle più recenti scoperte archeologiche, egli rende conto delle incongruenze testuali e interpretative, spiegando, in un contesto coerente, la vana sicurezza e l'infelice scelta politica dei governanti di Gerusalemme, le oscure faide che dilaniarono la città durante l'assedio, le "amnesie" e le nascoste "verità" dell'autore del Bellum Iudaicum, nonchè il dispiegarsi delle ideologie di fronte ad un evento che rimane centrale non solo per la storia ebraica, ma anche per la comprensione delle origini del cristianesimo e della struttura amministrativa dell'Impero romano.
da pagina 121:
La maggioranza degli ebrei della Giudea del primo secolo dopo Cristo aveva, Tuttavia, un estremo bisogno di una teologia che venisse loro incontro: alcuni trovarono, così, sollievo elevando la propria segregazione del mondo a reazione ideologica positiva al disordine sociale. ...
la segregazione volontaria e ostentata da ogni forma di società era considerata un comportamento Pio.
da pagina 122:
Molti poveri diavoli cercarono, agli inizi degli anni sessanta dopo Cristo, la salvezza e la fine dei loro tormenti nel deserto: alcuni di questi potrebbero esserci dati alla vita selvatica in attesa di una guida messianica.