lunedì 18 marzo 2013

Torna alla luce l´Auditorium di Adriano qui si riunivano i filosofi di Roma antica

Torna alla luce l´Auditorium di Adriano qui si riunivano i filosofi di Roma antica
LAURA LARCAN
GIOVEDÌ, 13 DICEMBRE 2012, La Repubblica,  Roma

Ai piedi del Vittoriano un complesso con tre grandi aule rettangolari

Gli scavi sono terminati. Prossimo passo, il restauro e l´apertura prevista entro tre anni
La scoperte consentono di ricostruire l´intera parabola dell´imperatore

Le memorie di Adriano restituiscono la scoperta più eclatante degli ultimi ottant´anni nel cuore della Roma antica. È l´Auditorium dell´imperatore filosofo, il primo e unico mai scoperto nell´area archeologica centrale. Ad oltre cinque metri di profondità, di fronte al Vittoriano, al di sotto di quell´aiuola in piazza Madonna di Loreto smantellata nel 2007 in vista di una fermata della Metro C. Un cantiere di indagini preventive guidato dalla Soprintendenza ai beni Archeologici che ha permesso di riportare alla luce il "centro culturale" databile all´età adrianea, tra il 123 e il 125 d. C., come documentano i bolli laterizi delle strutture. Complesso monumentale che potrebbe essere identificato proprio con l´Athenaeum che Adriano costruì sul modello di quello visto nel tempio di Atena ad Atene e che, però, le fonti datano al 135 d. C. Uno scarto, seppur minimo, di dieci anni che lascia ancora aperte le ipotesi. «Era il luogo di audizioni e incontri, dedicato alla pubblica lettura, alle lezioni di retorica, dove scrittori e magistrati offrivano in anteprima le proprie fatiche letterarie per scatenare subito dopo un acceso dibattito tra il pubblico che sedeva sulle gradinate marmoree», racconta Rossella Rea responsabile dell´area. «L´intero monumento - dice la Rea - si caratterizza per tre grandi aule rettangolari disposte a ventaglio lungo una stradina curvilinea che le separava dal Foro di Traiano».
L´aula centrale di 1500 metri quadrati, ben conservata, sfoggia oggi le due tribune sui lati, ciascuna con sei lunghi gradini di marmo chiusi da poderose balaustre, che potevano accogliere ben trecento persone, mentre a terra spiccano ancora i rivestimenti marmorei originali. Cauto è anche Eugenio La Rocca, tra i principali conoscitori dell´area: «Dalle fonti storiche sappiamo che nell´Athenaeum di Adriano le sedute per il pubblico avevano un sistema a cuneo come nei teatri, mentre le gradinate di queste aule hanno un sistema rettangolare». Gli scavi, condotti da Roberto Egidi, ora sono finiti. Prossimo passo è il restauro e l´apertura entro tre anni. Costo, 1 milione di euro. I più curiosi possono già affacciarsi all´area transennata e godersi lo spettacolo attraverso le finestre predisposte dalla Soprintendenza. Presto arriveranno i pannelli didattici.
Le scoperte consentono di ricostruire l´intera parabola storica da Adriano al Medioevo, passando anche per il terribile terremoto dell´847-848 che fece crollare la monumentale volta a botte dell´edificio che toccava la vertigine degli oltre venti metri d´altezza. Una chicca è la scoperta della base di statua intitolata al prefetto Fabius Pasifilus, vissuto nel V secolo: «Uomo di alto rango che aveva al Colosseo il suo posto riservato», racconta Rea. Ed è proprio con lui che si conclude l´uso originario dell´Auditorium. La seconda vita del monumento decolla nel VI quando viene trasformato in una fucina metallurgica: «Abbiamo rinvenuto 50 buche con tracce di combustione e scorie di metalli - annuncia l´archeologa medievista Mirella Serlorenzi - sono fornaci per la produzione di piccoli oggetti in bronzo. Pensiamo che qui fu impiantata la Zecca bizantina di Roma per la produzione di monete». Non a caso sono stati trovati anche lingottini di bronzo di 5 e 10 centimetri. Dopo il terremoto, le aule finirono per essere occupate dalle cantine dell´Ospedale dei Fornari, demolito nel 1911 per far posto al Vittoriano.

lunedì 11 marzo 2013

Russell Crowe: salvate la tomba del «gladiatore» bresciano

Russell Crowe: salvate la tomba del «gladiatore» bresciano
Il GIORNALE DI BRESCIA, 11 dicembre 2012
 
L'attore si mobilita per la tutela del mausoleo di Marco Nonio Macrino, senatore a Roma. Il «gladiatore» Russell Crowe in soccorso del generale bresciano fedelissimo dell'imperatore Marco Aurelio. Il divo di Hollywood è sceso in campo, con un'intervista ieri al quotidiano Repubblica, per chiedere la tutela del mausoleo di Marco Nonio Macrino, venuto alla luce nel 2008 nel corso di scavi sulla via Flaminia, a Roma. I resti del monumento - compreso il frammento di un epitaffio in cui il bresciano è ricordato come governatore imperiale della Spagna Citeriore - rischiano infatti di venire reinterrati: i tre milioni di euro necessari per sistemare a parco archeologico i 13mila metri quadrati dell'area in questione, infatti, non si trovano, e il Gruppo Bonifaci, proprietario del terreno, intende procedere con la costruzione di tre palazzine come da progetto. Sul sito dell'American Institute for Roman Culture è scattata una raccolta di firme da sottoporre al ministro Ornaghi, alla soprintendenza archeologica di Roma e al sindaco Alemanno per salvare il sito, «di straordinario valore storico e culturale non solo per l'Italia ma per l'intera umanità», e l'appello di Russell Crowe non può che dare risonanza all'iniziativa. Proprio a Marco Nonio Macrino è ispirata la figura del «gladiatore» del film di Ridley Scott: non tanto nella brillante carriera militare e politica del bresciano (vissuto tra il 111 e il 175 d.C., non fu gladiatore ma senatore a Roma, poi console, governatore della Pannonia, proconsole d'Asia), quanto nell'amicizia con l'imperatore-filosofo Marco Aurelio, oltre che con Antonino Pio e Lucio Vero. Il legame con quest'ultimo, ipotizzano gli archeologi, può spiegare la scelta di edificare il proprio mausoleo alla periferia dell'Urbe: nella stessa zona si trovava la villa suburbana di Lucio Vero, e non è escluso che il bresciano avesse una residenza accanto a quella dell'amico. Ora che si rischia di seppellire questo pezzo di storia romana e bresciana (a lui si riferiscono anche iscrizioni rinvenute nella nostra provincia) «ben venga Russell Crowe - commenta Francesca Morandini, responsabile dei siti archeologici dei Civici musei di Brescia -. In un minuto può smuovere lui più interesse di quanto possa fare la mobilitazione di tanti studiosi...». Sullo scavo del mausoleo è uscito quest'anno un volume di Electa, e sono già stati spesi 700mila euro. «Reinterrare il sito - commenta la soprintendente Mariarosa Barbera - sarebbe una sconfitta». Che un gladiatore non potrebbe accettare.

martedì 5 marzo 2013

Via di Porta Latina «Costruzioni abusive» sulla necropoli romana

Via di Porta Latina «Costruzioni abusive» sulla necropoli romana
MARIA ROSARIA SPADACCINO
Corriere della Sera, mercoledì 12 dicembre 2012

Il luogo è meraviglioso, tra via di Porta Latina e via di Porta San Sebastiano, una tenuta nascosta da alberi e mura antiche, confinante con il parco di San Sebastiano e l'Appia Antica. Questo si vede dalla strada. Dalle foto aeree si vede ben altro: accanto alla dimora storica principale ci sono tre fabbricati adiacenti e accanto altri lotti, realizzati in acciaio e vetro, costruzioni su cui la magistratura sta indagando per presunti illeciti edilizi. Le foto sono del 2007 e del 2012, nel confronto è evidente una diminuzione del verde ed un aumento della cubatura, ci sono costruzioni dove prima c'era il parco. Per questo c'è una denuncia alla Procura della Repubblica per illecito edilizio, la segnalazione (che si riferisce ai tre fabbricati adiacenti al palazzo principale) è arrivata all'ufficio abusivismo edilizio del comandante Antonio Di Maggio, «in settembre abbiamo fatto un sopralluogo con le soprintendenze abbiamo accertato varie irregolarità ed illeciti. Abbiamo chiesto foto aeree, per studiare l'area e confrontare i rilievi aerei nel tempo», racconta. La tenuta è della Saita, della famiglia Pallavicini, è in una zona pluri-vincolata (un vincolo ex-lege, un altro storico artistico, in un'area a tutela integrata Grandi complessi archeologici e storico monumentali del parco Appia Antica Caffarella). Sotto i fabbricati ci sono i resti di «una necropoli monumentale romana in parte esplorata durante la costruzione di via delle Terme di Caracalla, tra il '37 e il '50», racconta un archeologo del Mibac. Le piscine della tenuta «sarebbero state costruite trasformando due preesistenti vasche ornamentali, per loro non sono mai state presentate richieste e la loro costruzione ha sicuramente interferito se non danneggiato il sedime archeologico sottostante», continua l'archeologo. Proprio nell'area delle piscine c'è il più importante reperto monumentale: l'Oratorio dei Sette dormienti e poco lontano un colombario del I secolo D.C. Secondo quanto dichiarato dalle soprintendenze (architettonica ed archeologica) allo stesso ufficio abusivismo, «tutte le cubature e gli edifici sono privi di qualsiasi titolo autorizzativo, inoltre la realizzazione di tutti i manufatti non è mai stata autorizzata dalle soprintendenze ed è pertanto illegittima per le norme di tutela». Assicura di non aver violato alcuna norma di tutela Moroello Diaz della Vittoria Pallavicini, figlio della principessa Camilla e presidente dell'Adsi (associazione dimore storiche). «Siamo al corrente dell'indagine della procura - spiega - aspettiamo tranquillamente le valutazioni della magistratura, ma noi abbiamo presentato una Dia e abbiamo costruito su preesistenze (ci sono testimonianze catastali del '39), usufruendo del condono dell'84». I tecnici che stanno lavorando alla denuncia offrono un'altra spiegazione: «Nel 1986 sono state presentate istanze di concessione edilizia in sanatoria per i tre fabbricati oggetto del sopralluogo, ma a quella data gli immobili non risultano esistenti, per questo chiederemo il ripristino dello stato originario dei luoghi».