lunedì 31 dicembre 2012

Pozzuoli, patto per riaprire il Flavio ma l'Arco Felice cade a pezzi

Pozzuoli, patto per riaprire il Flavio ma l'Arco Felice cade a pezzi
Nello Mazzone
Il Mattino, Napoli 17/11/2012
Volontari e dipendenti comunali saranno custodi
Calcinacci e colpi di pistola
Figliolia: con la Soprintendenza collaborazione da rafforzare

POZZUOLI. Porte aperte per il patrimonio archeologico negato: il Comune ha firmato un accordo con soprintendenza e ministero per consentire l'apertura dell'Anfiteatro Flavio e dei siti attualmente chiusi dello Stadio di Antonino Pio, del Tempio di Serapide e, in prospettiva, del percorso archeologico Rione Terra mentre l'Arco Felice Vecchio cade a pezzi e la sua targa illustrativa viene bersagliata da colpi di pistola, sparati forse da camorristi locali che si sono sfidati tra di loro. L'impegno formale dell'amministrazione flegrea a riaprire i tesori sotto chiave è stato confermato dal sottosegretario di Stato ai Beni culturali, Roberto Cecchi, e ufficializzato ieri dal sindaco Vincenzo Figliolia nel workshop alla Borsa del turismo archeologico di Paestum. «La soprintendenza di Napoli e Pompei ha rafforzato i contatti con la neoeletta amministrazione comunale di Pozzuoli, che a sua volta ha già preso opportuni contatti con il segretariato generale del Mibac per istituire un tavolo tecnico permanente - ha detto Cecchi in Aula, a nome del governo, rispondendo all'interrogazione parlamentare della senatrice Diana De Feo - per affrontare la questione di un rilancio socioeconomico dell'intera area flegrea, attraverso un progetto di ampio respiro culturale». II Flavio (attualmente aperto solo di mattina) e i siti off-limits del Serapeo e di Antonino Pio torneranno visitabili grazie al «prestito» di dipendenti comunali, debitamente formati dalla soprintendenza. Spazio anche ai volontari delle associazioni. Dettagli da definire nei prossimi giorni. «II Comune assume un concreto e diretto impegno per assicurare l'apertura al pubblico dei siti archeologici maggiori - ha detto Figliolia a Paestum - con il dovuto decoro anche dei siti minori. Collaborazione con la soprintendenza da rafforzare e da estendere anche al percorso archeologico del Rione Terra. Pozzuoli vuole riappropriarsi dei suoi reperti archeologici più significativi, come la statua del dio Serapide, esponendoli nel museo dell'acropoli». Ma il patrimonio archeologico flegreo cade letteralmente a pezzi. Ennesimo allarme: da settimane l'Arco Felice Vecchio, monumento del I secolo d.C., è imbracato da reti protettive d'acciaio per la caduta continua di calcinacci e pezzi di opus latericium. Micro crolli continui, con i calcinacci che si sono depositati nelle reti protettive, mentre ignoti hanno usato la targa di presentazione del sito come bersaglio, forandola con 5 colpi di pistola. È stata una gara tra balordi armati o sono stati i piccioni del clan locale ad allenarsi al tiro al bersaglio sotto l'Arco romano? Esempio, in ogni caso, dell'ennesimo scempio e stamani il leader dei Verdi Angelo Bonelli con Francesco Borrelli terrà un sit -in di protesta dinanzi all'Anfiteatro.

domenica 30 dicembre 2012

Il gladiatore salvato dagli stranieri

Il gladiatore salvato dagli stranieri
G.G.
Il Fatto Quotidiano.
28/12/2012
 
Da Le Monde al Times di Londra, fra i primi, non c'è testata di prestigio che non abbia metaforicamente visitato, in questi giorni, la tomba del Gladiatore, contribuendo, con il suo interessamento, a evitare l'ennesimo triste destino d'un bene culturale italiano. Per l'inverno, il pericolo è sventato. In primavera, chi verrà (al governo) vedrà e, magari, provvederà. Ad accendere la miccia dell'attenzione mondiale, è stato l'impegno di Russell Crowe, il 'gladiatore' per antonomasia, da quando al cinema ha vestito i panni di Maximus Decimus Meridius: l'attore, con una presa di posizione universalmente ripresa, s'è detto "pronto a combattere" per la tomba del generale che avrebbe ispirato il suo personaggio. la tomba di Marcus Nonius Macrinus, proconsole dell'imperatore Marco Aurelio, "spettacolare mausoleo di marmo", scoperto nel 2008 sepolto nel fango in una zona industriale alla periferia nord di Roma, doveva essere re-interrato in mancanza di fondi per la manutenzione. "Fra tutte le grandi nazioni del mondo, l'Italia dovrebbe essere una guida nel promuovere l'importanza di esplorare e conservare il passato antico", ha detto l'attore. Come il personaggio del film di Scott, Marcus Nonius divenne celebre combattendo i germani. Ma la somiglianza con Maximus Decimus si ferma qui, notava il Times: non risulta che il generale sia stato venduto come schiavo e sia poi tornato a Roma da gladiatore. II mausoleo è stato preservato per 1.800 anni perché coperto dal fango del Tevere. Ha fatto breccia sulla stampa estera l'amarezza di Maria Rosa Barbera, sovrintendente ai Beni archeologici: "Ho la sensazione che la sorte del mausoleo sarebbe stata diversa se fosse stato trovato nei dintorni di Berlino, Parigi o Washington", ha detto.

lunedì 17 dicembre 2012

Nave di Marausa, ultimato il restauro dei legni

Nave di Marausa, ultimato il restauro dei legni
LA SICILIA, Domenica 04 Novembre 2012

Quasi completato, al laboratorio «Legni e segni della memoria» di Giovanni Gallo, a Salerno, il lavoro di restauro e conservazione dei legni del relitto della nave tardo romana recuperata negli anni scorsi dai fondali antistanti il litorale di Marausa che era stata realizzata con la tecnica di costruzione a guscio portante e che doveva essere lunga 8 metri e larga 15 metri.
Per rendersi personalmente conto di come stanno proseguendo i lavori martedì scorso a Salerno si sono recati il soprintendente del Mare, Sebastiano Tusa e Alessandro Urbano che hanno accertato che è stato eseguito già l'80 per cento del trattamento sui fasciami di legno. In particolare è stata quasi del tutto completata la fase di pulitura, debatterizzazione, impregnazione dei legni con carboidrati a catena modificata (farina di riso) ed essiccazione a vuoto discontinuo. Attualmente la maggior parte dei legni del relitto si trova in una camera climatizzata dove sta subendo il processo finale di stabilizzazione.
Inoltre, è stata effettuata una campionatura per le analisi al radiocarbonio che dovranno dare la datazione certa della realizzazione del relitto. Per fare ciò nei legni più spessi sono stati prelevati campioni ogni venti anelli in modo di avere datazioni verificabili con la dendrocronologia.
"Questo procedimento - spiega una nota della Soprintendenza del Mare -, a differenza dagli altri protocolli utilizzati attualmente, presenta notevoli vantaggi rendendo il legno estremamente resistente ai condizionamenti climatici in fase di musealizzazione. Ha inoltre il pregio di mantenere integri i valori cromatici del legno dando un aspetto più gradevole e fedele all'originale. In particolare le essenze del relitto sono larice per il fasciame e frassino per la chiglia e le ordinate".
Al momento del recupero del relitto all'interno dello scafo vennero trovate diverse tipologie di anfore africane chiuse da tappi di sughero e utilizzate per il trasporto di frutta secca (pinoli, nocciole, mandorle, pesche, fichi secchi), olive e con ogni probabilità anche di olio, vino e salsa di pesce o garum, così come testimonierebbe la presenza di un tipo di resina all'interno dei contenitori. Vi erano inoltre contenitori in ceramica e vetro. Lo scafo era ben conservato soprattutto nella parte centrale, mentre soprattutto le ordinate e il fasciame esterno apparivano molto deteriorati.
Margherita Leggio