venerdì 9 novembre 2007

La Tomba dell'Orco, da A. Stenico, La pittura etrusca e romana, Mondadori

Prima tomba dell'Orco (fine del IV sec. a.C. ): la fanciulla è Velia, sposa di Arnth Velcha... volto nobile e nitido preso di profilo, capelli liberi davanti e decorato da riccioli ai lati, fermati da una corona di verdi foglie e da un nastro sopra la nuca... porta i suoi gioielli (due collane e orecchini pendenti), sguardo di assorta malinconia, accentuata dalla bocca semichiusa... si staglia sulla caligine dell'oltretomba del fondo, rischiarata a bordo del volto... sulla parete di fronte una mostruosa figura, Charu (che sarà poi il caronte dantesco! ) livido di carnagione, dal naso a becco, anguicrinito, con grandi ali e munito di martello. Un serpente crestato si snoda davanti al livido volto. E' la prima volta che nella pittura etrusca incontriamo uno di quei mostri cho poi ebbero larga diffusione, con accentuazione di quei caratteri spaventosi che i Greci certo non amarono veder figurati neppure per ragioni religiose...
Seconda tomba dell'Orco (fine del III sec. a.C. ): a fianco, nella tomba più recente, le pitture rappresentano l'oltretomba ellenico, nel quale è mischiata la demonologia etrusca. I due signori dell'Oltretombam Aita (Ade) e Phersipnai (Proserpina) sono rappresentati con caratteri paurosi, pelle di lupo sul capo l'uno, verdi serpentelli tra le chiome l'altra... tra eroi maestosi degli Inferi greci, vediamo un albero in cui si arrampicano le figurine scure delle anime... e spicca la figura mostruosa di Tuchulcha, assai simile al terrificante Charu della prima tomba...