giovedì 28 febbraio 2013

Ricostruita la “mappa” della Pozzuoli romana

Ricostruita la “mappa” della Pozzuoli romana
PAOLO DE LUCA
MERCOLEDÌ, 28 NOVEMBRE 2012, LA REPUBBLICA, Napoli

UN ANNO e mezzo di stop ai lavori. Mancanza di fondi. Una storia che al Rione Terra di Pozzuoli si ripete dal 1970, quando fu evacuato per problemi di stabilità, in attesa dei primi rilievi archeologici e delle ristrutturazioni. Gli scavi sono ripresi da poco più di un mese, ma l’odissea della rocca dell’antica Puteoli
romana prosegue ancora, dopo 42 anni. Se ne parlerà domani alle 15 per gli “Incontri di archeologia” al Museo Archeologico di Napoli, con Costanza Gialanella, responsabile per la Soprintendenza dell’ufficio scavi di Pozzuoli. Il suo intervento punterà anche sulle ultime sorprendenti scoperte nell’area. «Abbiamo ritrovato – spiega - due ambienti di una domus nuova, risalenti al primo secolo. Ma la novità più importante è che durante questi ultimi scavi ci siamo spinti in profondità, raggiungendo lo strato più antico della colonia». Si tratta di mura in tufo che costeggiano le insulae della Puteoli
originaria, fondata dai romani nel 194 avanti Cristo. Ora l’equipe di archeologi è in grado di ricostruire la mappa topografica della rocca, tra il Foro (gemello a quello di Liternum), il tempio di Augusto e gli altri edifici religiosi intorno. E spunta una curiosità: «È probabile che la città non sorgesse sulla celebre Dicearchia, come si è spesso creduto in base agli scritti di Strabone. Mancano infatti evidenze archeologiche per testimoniare una presenza ellenica stratificata su quel promontorio».
E di stratificazioni storiche il Rione Terra è un esempio perfetto. Si cammina tra basolati di strade antiche, domus e colonne che contaminano strutture moderne. Fino al Cinquecento inoltrato, la popolazione viveva ancora all’interno delle costruzioni romane: l’edificazione successiva iniziò su impulso di don Pedro de Toledo, viceré di Napoli. Fu poi nel 1636 che il tempio augusteo, divenne l’attuale duomo barocco, la cui cupola spicca ancora oggi sui tetti. Gliscavi,finanziatiper18
milioni di euro dalla Regione, proseguiranno per un altro anno. «In tutto sono stati spesi oltre 95 milioni di euro per il recupero del Rione Terra – conclude Gialanella – Ma c’è ancora molto lavoro da fare: il quadrante ovest è in gran parte da scavare e mettere in sicurezza. Purtroppo l’apertura al pubblico, va rimandata ancora». Nel breve periodo in cui la zona restaurata rimase aperta, collezionò migliaia di visite, superando tutti gli altri siti archeologici puteolani.

domenica 24 febbraio 2013

Tolerancia religiosa romana e intolerancia cristiana en los templos del Alto-Egipto: Raíces y huellas

Tolerancia religiosa romana e intolerancia cristiana en los templos del Alto-Egipto: Raíces y huellas


Tolerancia religiosa romana e intolerancia cristiana en los templos del Alto-Egipto: Raíces y huellas

José Ramón Aja Sánchez

Abstract


The title of this paper condenses one of the characteristics that the late religious fact adopted: as opposed to the tolerance that in general characterized the ancient pagan cults, the Christianity adopted during and after the fourth century the form of an intolerant and intransigent religion. The paper proposes to fix our attention on privileged scenery of observation: Roman and Late Roman Upper Egypt. It is revealing because of the excellent source of information that has survived over there. Because, indeed, it is enough with observing the reliefs that have survived on the facades and walls of the ancient Egyptian temples (Hellenistics and Romans) to see the unequivocal tracks of the fact that we bring up here: the Roman rulers’ absolute assumption of traditional Egyptian religion and the mutilation of Egyptian temples by Christians.

giovedì 21 febbraio 2013

Il parere di Andrea Carandini, uno dei massimi studiosi della storia dell´Urbe

Il parere di Andrea Carandini, uno dei massimi studiosi della storia dell´Urbe
GIOVEDÌ, 13 DICEMBRE 2012 la repubblica - Roma

"L´estro dell´imperatore-costruttore per un monumento eccezionale"

È ragionevole pensare a un coinvolgimento di Apollodoro di Damasco già architetto favorito di Traiano

Professor Andrea Carandini, quello di Adriano è il primo Auditorium mai scoperto nell´area archeologica centrale.
«Sono i primi "auditoria" che vediamo. Ed in questo primato c´è tutta la loro eccezionalità. Sono una sorpresa interessante nel panorama della Roma antica. Una vera storia dell´architettura dell´Auditorium non è stata fatta. Che poi non ce ne siano altri a Roma, resta tutto da provare».
Secondo lei è l´Athenaeum di Adriano?
«Sulla base delle tavole del mio Atlante archeologico di Roma, mi sembra più ragionevole individuare la sede vera dell´Athenaeum in un edificio più grande su cui terminavano i tre auditoria. Ma tutto questo complesso rientra nell´aggiunta adrianea al Foro di Traiano».
Il monumento diventa una testimonianza importante anche della personalità di Adriano?
«Adriano è un intellettuale, un cultore raffinato. È il preludio agli imperatori filosofi come Marco Aurelio. Ed è uno dei grandi imperatori costruttori. A Roma possiamo apprezzarne tutto l´estro nel Tempio di Venere e Roma costruito sopra il vestibolo della Domus Aurea, ma poco nei palazzi imperiali dove interviene solo con elementi di dettaglio perché si dedicherà tutto alla sua Villa a Tivoli».
Possiamo pensare ad un coinvolgimento di Apollodoro di Damasco nel monumento?
«Perché no, è ragionevole. Apollodoro è stato l´architetto favorito di Traiano».
Il complesso archeologico ha svelato anche una seconda vita medievale.
«Non meno importante. Quest´area è uno dei luoghi dove il passaggio al Medioevo appare più documentato. Ed è proprio questo il bello. Tutto questo dovrebbe essere valorizzato al più presto e inserito in un percorso di visita collegato, che consenta di capire l´evoluzione di Roma. Superando le divisioni tra i siti di competenze comunali, statali o della Provincia, tra l´area della Colonna di Traiano e i sotterranei di Palazzo Valentini».
(laura larcan)

venerdì 15 febbraio 2013

La villa del Casale di Piazza Armerina non finisce mai di stupire. Nuovi mosaici, misteriosa donna "affiora" da un pavimento

La villa del Casale di Piazza Armerina non finisce mai di stupire. Nuovi mosaici, misteriosa donna "affiora" da un pavimento
LA SICILIA
Venerdì 09 Novembre 2012

La Villa romana del Casale, considerata tra i siti dell'Unesco più noti al mondo, non finisce di stupire e a quattro mesi dalla inaugurazione dei nuovi percorsi restaurati regala all'Umanità una nuova interessante scoperta.
È stata l'équipe di ricercatori-archeologi guidata dal professore Patrizio Pensabene, ordinario di Archeologia alla Sapienza Università di Roma ad effettuare il ritrovamento di nuovi pavimenti mosaicati.
In particolare nell' ambito dei mosaici scoperti in un nuovo edificio termale di epoca romana è stato riportato alla luce un pavimento che ritrae una misteriosa donna chiamata "Triptona", citata in un'iscrizione musiva inedita del IV secolo dopo Cristo. Visibili due sandali con infradito, un modello tipicamente usato in età imperiale romana ed inoltre decori con tessere bianche e motivi a scacchiera.
La scoperta al centro di un nuovo pavimento dell'edificio termale, è quella di un'iscrizione ben conservata, realizzata con tessere bianche di mosaico su campo quadrato rosso.
Nell'iscrizione si legge "Treptona bibas", una sorta di acclamazione, in cui "bibas" sta per "vivas" ossia "che tu viva", dunque da leggersi: "Triptona, che tu viva". Il mosaico mostra anche evidenti segni di restauri antichi, sia nella bordura che nel tappeto musivo.
I ricercatori hanno inoltre individuato altri due capitelli marmorei di età imperiale, uno ionico e uno corinzio, reimpiegati in un muro aggiunto tra il V e VI secolo dopo Cristo, sul lato nord, quando l'edificio non era più in uso come terme. L'edificio termale era stato riutilizzato in età islamica come quartiere artigianale.
Marta Furnari

domenica 10 febbraio 2013

Niente fonti per il Mausoleo di Marco Nonio Macrino

Niente fonti per il Mausoleo di Marco Nonio Macrino
LAURA LARCAN
La Repubblica, 04/12/2012, pagina 11, sezione ROMA

ALLA sua scoperta, nel 2008, aveva suscitato grande scalpore per la potenza architettonica dei suoi marmi colossali. Eppure il Mausoleo di Marco Nonio Macrino, il generale bresciano dell'imperatore Marco Aurelio, che ha ispirato il film "Il Gladiatore" di Ridley Scott con Russell Crowe, sarà reinterrato. È il destino «doloroso» che pende sull'area archeologica di via Vitorchiano, sulla via Flaminia, perché i fondi ordinari della soprintendenza ai Beni archeologici non consentono di mettere in campo un'operazione di valorizzazione e musealizzazione. In assenza di una destinazione d'uso concreta, il reinterro appare la scelta più «opportuna» per garantirne la conservazione. Una soluzione che allontana, per il momento, il progetto ambizioso del parco archeologico dell'antica Via Flaminia, di cui il grande mausoleo a tempio di Macrino, fatto erigere dal figlio del condottiero nel II secolo d. C. sarebbe stata la tappa principale.

Il punto sul Mausoleo di Macrino sarà fatto oggi, al Museo nazionale di Palazzo Altemps, in occasione della presentazione della nuova collana editoriale della soprintendenza (edita da Electa) dedicata ad alcuni monumenti dove spiccano, tra gli altri, proprio il Mausoleo di Macrino a cura di Daniela Rossi, il Mausoleo di Sant'Elena, la Domus Tiberiana e la Collezione dei mosaici di Palazzo Massimo alle Terme. Ed è la soprintendente Mariarosaria Barbera a spiegare le ragioni della sorte che incombe sul monumento di Macrino: «È una questione di sicurezza. La soprintendenza ha investito fondi propri per approfondire gli scavi e gli studi, ora purtroppo è arrivato i tempo di ricoprire l'area. Il sito va temporaneamente ricoperto per preservare i reperti che non possono affrontare un altro inverno all'aperto sottoposti alle intemperie. È dicembre, fa freddo, a breve gelerà, i marmi non sono in grado di sopportare un altro anno in queste condizioni. Al momento non ci sono fondi per soluzioni di valorizzazione. È doloroso coprirli, ma sarebbe ancora più doloroso pensare che non reggano al freddo e che corrano il rischio di sfaldarsi e deteriorarsi del tutto».

I tempi sono ravvicinati: «Nei prossimi giorni avvieremo le operazioni - annuncia la Barbera - Non faremo un reinterro completo, ma una copertura parziale. Poi valuteremo come poter sostenere altri interventi sull'area. Ma la Soprintendenza non ha mai abbandonato il progetto del parco archeologico della Via Flaminia». Anche perchè, come scrive Daniela Rossi, responsabile dell'area archeologica, nell'introduzione al volume «Il Mausoleo di Marco Nonio Macrino»: «La musealizzazione di via Vitorchiano potrebbe costituire un'occasione unica per promuovere un progetto di valorizzazione innovativo che trasformi la via Flaminia in una sorta di nuovo e moderno museo all'aperto. Si potrebbe allora immaginare un cammino nella storia accessibile in treno o in bicicletta, rivolto a tutti, studenti di ogni ordine e grado, studiosi, turisti, cittadini innamorati del proprio patrimonio culturale».

Ma per il momento, l'unica chance per la tomba di Marco Nonio Macrino, come dicono gli archeologi, sarebbe quella di uno sponsor privato, sulla lezione di Diego Della Valle per il Colosseo.

sabato 9 febbraio 2013

lunedì 4 febbraio 2013

La tomba del gladiatore salva grazie a Crowe Sospeso l’interramento

La tomba del gladiatore salva grazie a Crowe Sospeso l’interramento
LAURA LARCAN
SABATO -  15 DICEMBRE 2012, LA REPUBBLICA, - Roma

NELL’IMMEDIATO l'area archeologica, ben 13mila metri quadrati di patrimonio antico, non sarà interrata. La soluzione estrema e più “dolorosa”, per mancanza di risorse (circa 3 milioni di euro per un progetto concreto di musealizzazione) al momento è solo rimandata. Il prossimo passo, per affrontare il freddo invernale che avanza, è quindi un'operazione di messa in sicurezza. Tutti gli elementi importanti e delicati del sito saranno coperti con lo speciale geotessuto che si usa solitamente per i reperti archeologici all'aperto. I marmi colossali con le loro raffinate decorazioni, i recinti funerari di mattoni, tutto ciò che rischia lo sfaldamento più rovinoso in balìa delle intemperie. Tra lunedì e martedì sarà predisposto il piano operativo con per intervenire sull'area entro Natale.
La messa in sicurezza tampona l'emergenza, in attesa che si possano valutare concreti progetti di valorizzazione che scongiurino il reinterro. D’altronde l'attenzione mediatica sul destino del Mausoleo di Macrino scatenata dalla scesa in campo di Russell Crowe ha riaperto la partita. E sul fronte dell'American Institut si lavora per portare Russell Crowe a Roma. «È una persona che apprezza la storia - racconta l'archeologo e divulgatore scientifico di History Channell Darius Aarya - Ed è molto interessato al problema del Mausoleo di Macrino. Indiana Jones è un personaggio di fantasia, Russell Crowe è una persona vera».

venerdì 1 febbraio 2013

Benvenuti alla Domus Aurea (online)

Benvenuti alla Domus Aurea (online)
Maria Rosaria Spadaccino
Corriere della Sera, Roma, 16/12/2012
Il palazzo di Nerone visitabile grazie a un blog dedicato

La Domus Aurea torna visibile online. La reggia di Nerone, uno dei simboli dell'Antica Roma torna a essere visitabile, via web. La Domus Aurea, grande e pregiata malata, del cuore archeologico di Roma, mostra la forza e la sua debolezza attraverso i racconti dei lavori di restauro e conservazione fatti da archeologi, tecnici architetti, ingegneri, restauratori, giardinieri, biologi, restauratori e fisici. Si chiama «Il cantiere della Domus Aurea» il nuovo diario telematico voluto dalla soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Roma. Un modo per tenere più vicino questo importante sito storico al resto della città. Giorno per giorno sul web saranno raccontati e spiegati i lavori in corso, all'interno di uno dei monumenti più importanti della storia cittadina. «La Domus Aurea non è visitabile da anni, per questo abbiamo sentito la necessità di spiegare la complessità del nostro lavoro - scrive Fedora Filippi, da tre anni direttrice della Domus -. Tutto lo staff che lavora ogni giorno ai restauri aggiornerà periodicamente il blog con notizie e schede, speriamo in questo modo di favorire dialogo e discussione». Da tempo la Domus Aurea è uno dei monumenti con la vita più difficile, sia dal punto di vista strutturale che amministrativo: è stata chiusa per vent'anni, fu riaperta parzialmente al pubblico nel 1999, nel 2005 fu nuovamente chiusa per un forte rischio di crolli, dal 2oo6la sua gestione passò al commissario straordinario, nel marzo del 2010 crollò una galleria trainane in custodia al Comune, dalla primavera di quest'anno è terminato il commissariamento e la gestione dell'area è tornata alla soprintendenza archeologica. Ora i lavori procedono, non si conosce la data della restituzione della Domus Aurea alla città, ma intanto le si può dare un'occhiata sul suo blog.