martedì 31 luglio 2012

Villa rustica romana scoperta nei campi a Muris di Moruzzo

Villa rustica romana scoperta nei campi a Muris di Moruzzo
Raffaella Sialino
Messaggero Veneto - Udine 28/7/2012
Sta terminando la seconda campagna di scavi archeologici. Il Comune già pensa a un sentiero che collega i vari siti
MORUZZO. Sta tornando alla luce un'antichissima villa rustica di epoca romana. Nella cittadina collinare è iniziata, infatti, la seconda campagna di scavi archeologici che interessa l'area del vasto complesso residenzial-produttivo di epoca romana — la zona interessata è una zona agricola — già parzialmente indagato lo scorso anno in località Muris ricadente nel territorio comunale di Moruzzo, nei pressi della strada che da Moruzzo conduce a Colloredo di Monte Albano. Le ricerche, rese possibili anche grazie all'interessamen-to della Regione, sono nate, su concessione del ministero per i beni e le attività culturali, da una stretta collaborazione tra l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Roberto Pirrò e la Società friulana di archeologia-onlus, società operante in zona attraverso la neonata sezione del Friuli Collinare; le ricerche, inoltre, hanno potuto contare sulla disponibilità del proprietario dell'area interessata, il signor Lerusso. L'équipe archeologica che sta lavorando sul sito, coordinata dall'archeologo dottor Massimo Lavarone, può contare sulla partecipazione entusiasta di un nutrito gruppo di volontari e studenti dell'area collinare che hanno scelto di trascorrere parte delle loro vacanze fornendo il proprio contributo alla campagna di scavi. Nell'area, tenuta a prato negli ultimi decenni, oggetto della ricerca, come si diceva, sta emergendo dunque una vasta serie di resti murari appartenenti a una cosiddetta "villa rustica" di epoca romana. In particolare gli scavi stanno riportando alla luce un'articolata struttura ad uso produttivo caratterizzata da vari ambienti, forse destinati a granai, depositi e stalle. Quadro tipico di una domus romana probabilmente risalente all'età augustea. I materiali (tra cui resti di anfora e chiodi in ferro), laterizi e ceramiche, rinvenuti lo scorso anno, per ora, fanno collocare l'inizio dell'utilizzo dell'insediamento nelle prime fasi della romanizzazione del Friuli (I e II secolo dopo Cristo), a cui è seguita una fase critica durante il III sec. d.C., e fanno pensare che successivamente, a giudicare da scarsi ma significativi resti di ceramica importata dall'Africa settentrionale, l'insediamento sia sopravvissuto fino al tardo impero. Al termine dei lavori, che si protrarranno ancora per tutto il mese di luglio, a cura dell'amministrazione comunale di Moruzzo sarà organizzata una visita guidata per accompagnare la popolazione alla scoperta di questo interessante sito. L'obiettivo del Comune è quello di potenziare l'area, creando magari un sentiero archeologico che colleghi questo ad altri siti di particolare interesse del territorio.

lunedì 30 luglio 2012

Solo gli antichi romani l'avevano vista così

Solo gli antichi romani l'avevano vista così
LA SICILIA 04 Luglio 2012

Solo gli antichi romani l'avevano vista così. Ci sono voluti sei anni di lavoro ma ora che il restauro della Villa del Casale di Piazza Armerina è terminato, mosaici, intonaci e ambienti di questo patrimonio dell'umanità, restituiscono emozioni e suggestioni di un mondo che non c'è più ma che la Sicilia ha saputo conservare. Dopo l'inaugurazione, prevista per oggi, in cui sarà possibile ammirarla in notturna grazie alla sua nuova illuminazione, la Villa romana sarà finalmente riconsegnata al pubblico in maniera definitiva. salvo cataldo, vincenzo prestigiacomo2-3


Salvo Cataldo
Palermo. Più di 120 milioni di tessere da mosaico sistemate lungo una superficie di 4.100 metri quadri, 340 metri di passerelle installate e un'equipe di lavoro formata da 50 giovani restauratori, provenienti da tutta Europa, che hanno lavorato chirurgicamente per far tornare alla luce uno dei gioielli del patrimonio culturale siciliano.
Sono i numeri del restauro della Villa romana del Casale di Piazza Armerina, in provincia di Enna, conclusosi dopo sei anni di lavori. A partire da questa sera, con la riapertura ufficiale prevista per le 20.30, la villa, inserita dal 1997 nell'elenco dei siti Unesco patrimonio dell'umanità, ritornerà pienamente fruibile ai turisti. L'anteprima dell'inaugurazione si terrà alle 18,30, con un concerto presso il teatro Garibaldi di Piazza Armerina, poi, in serata, il taglio del nastro della rinnovata Villa.
L'intervento, costato complessivamente 18,2 milioni di euro, è stato presentato ieri, a Palermo, nella sede della Presidenza della Regione siciliana. Il progetto di recupero, firmato dall'architetto Guido Meli, è stato finanziato attraverso i fondi del Por Sicilia 2000/2006. L'opera è stata appaltata nel novembre del 2006, mentre i lavori sono stati consegnati definitivamente il 25 ottobre del 2007. In questi anni il sito ha dovuto fare i conti con i lavori di restauro e l'accesso al pubblico è stato fortemente limitato. Adesso saranno possibili anche le visite notturne, mentre a settembre saranno attivati una serie di percorsi dedicati ai visitatori con disabilità fisiche e ai non vedenti.
Il percorso all'interno della rinnovata Villa del Casale si srotola lungo un sistema di passerelle aeree, all'interno delle sale coperte dalla nuova copertura lignea che ha sostituito la vecchia struttura, realizzata da Franco Minissi a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta. I lavori sono stati ultimati, ma presto i restauratori potrebbero tornare a Piazza Armerina per recuperare anche le terme, il triclinio e il giardino antistante la villa. I fondi, circa sette milioni di euro, sono già stati individuati: si tratta di risorse Poin (Programma operativo interregionale), che in questi giorni sono al centro di un confronto tra Regione siciliana e ministero del Turismo.
«Siamo di fronte a un fatto di portata storica - ha affermato il presidente della Regione, Raffaele Lombardo -. Verrà restituito alla fruizione dei turisti di tutto il mondo uno straordinario pezzo del nostro patrimonio artistico e culturale». Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'assessore regionale ai Beni culturali, Sebastiano Missineo, che ha alzato l'asticella delle previsioni per il numero dei visitatori: «La Villa del Casale, che in questi anni ha subito delle forti limitazioni per via dei cantieri, apre finalmente in maniera integrale - ha sottolineato - e sarà il cuore di un grande distretto greco-romano che comprenderà anche il sito di Morgantina. L'intero comprensorio rappresenterà un grande polo di attrazione turistica e passerà dagli attuali 270mila visitatori annui a seicentomila. L'obiettivo finale, nel triennio, è quello di raggiungere quota ottocentomila visite».
Alla presentazione del restauro ha partecipato anche il critico d'arte Vittorio Sgarbi, che nel ruolo di commissario ha guidato il recupero della Villa: «Dopo tanti anni, e dopo pressioni enormi, si conclude positivamente questo percorso - ha spiegato Sgarbi -. Adesso l'obiettivo è completare il restauro delle parti esterne con questi ulteriori fondi Poin». Il sindaco di Piazza Armerina, Carmelo Nigrelli, ha ricordato "i grandi vantaggi" che scaturiranno dal restauro: «In tanti non avrebbero mai voluto vedere la fine dei lavori - ha aggiunto - e invece, fortunatamente, eccoci qui. Enti locali e Regione hanno fatto squadra». La riapertura della Villa coinciderà con l'assemblea dei sindaci dei siti Unesco italiani. Durante l'incontro verrà lanciata una raccolta fondi in favore delle zone dell'Emilia colpite dal terremoto.

Villa Adriana, “inchiesta” dell’Unesco: “Risposte dall’Italia entro due anni”

Villa Adriana, “inchiesta” dell’Unesco: “Risposte dall’Italia entro due anni”
Luca Teolato
28 luglio 2012, Il Fatto quotidiano
Il comitato dell'organizzazione ha richiesto informazioni sul progetto di sviluppo edilizio a due passi dal sito considerato patrimonio dell'umanità. Le nuove costruzioni (palazzine e appartamenti) sorgerebbero nella "zona cuscinetto" per la quale esistono direttive ben decisive.
Villa Adriana ora rischia concretamente di perdere lo status di patrimonio dell’umanità. Ora le decisioni adottate dal World Heritage Center dell’Unesco, a seguito della 36esima riunione annuale del comitato che si occupa appunto dei siti considerati patrimonio dell’umanità, sembrano confermare se non aggravare l’ipotesi di tale rischio. Il World Heritage Committee “richiede, allo Stato membro – si legge nel report finale – di informare il Whc in tempo utile rispetto a qualsiasi progetto di sviluppo pianificato nell’area buffer, includendo anche il progetto di sviluppo edilizio del ‘Comprensorio di Ponte Lucano’, per il quale deve fornire inoltre una valutazione sull’impatto in relazione al paragrafo 172 delle linee guida, prima di mettere in atto qualsiasi impegno irreversibile”. La storia, come ilfattoquotidiano.it ha già raccontato, gira intorno a un’operazione urbanistica che porterebbe alla costruzione di nuove palazzine vicino al celebre monumento a cielo aperto. Capofila del progetto la Impreme Spa di Massimo Mezzaroma. Sostanzialmente l’Unesco, preoccupata della possibile colata di cemento nelle vicinanze del sito protetto, che violerebbe la buffer zone, una sorta di zona cuscinetto stabilita con un accordo internazionale tra la Repubblica e l’Unesco per proteggere l’area archeologica di Villa Adriana, da delle direttive ben precise allo stato italiano: pena la possibile cancellazione dall’elenco dei siti patrimonio dell’Unesco. Il Comitato del Patrimonio mondiale richiede inoltre “di inviare al Whc entro il 1 febbraio 2014 un report aggiornato sullo stato di conservazione del sito”. “La documentazione depositata dal governo italiano a marzo scorso – spiega Luciano Meloni, responsabile di Italia Nostra a Tivoli – non è sufficiente secondo il Whc. Sostanzialmente il governo non ha motivato come il Comprensorio Ponte Lucano possa essere compatibile con i criteri con i quali è stato inserito nell’elenco dei siti patrimonio dell’Unesco Villa Adriana”. Violare la zona buffer potrebbe seriamente compromettere lo status di patrimonio dell’umanità ma nell’ultima audizione in Regione, l’assessore all’urbanistica Luciano Ciocchetti, affiancato dall’immobiliarista Roberto Carlino, presidente della commissione Ambiente, ha rassicurato tutti – comitati cittadini e associazioni ambientaliste – dichiarando che la visuale della Villa sarebbe stata salvaguardata. “Ciocchetti non ha ben chiari i vincoli inerenti alla buffer zone, la visuale non c’entra niente. In questa zona cuscinetto – spiega Meloni – al massimo si possono costruire solo edifici compatibili con il monumento in questione, quindi al massimo si può edificare un albergo, un punto di ristoro o altre cose simili ma solo in funzione del sito in questione, in questo caso la Villa di Adriano. Costruire palazzine da vendere a privati non si può certo dire che sia un’azione compatibile in tal senso. Tra l’altro non può parlare di autorizzazioni regionali per difendere il progetto di Mezzaroma, quando a monte c’è un accordo internazionale tra il governo Italiano e l’Unesco”. “Alla luce di questo richiamo ufficiale – dichiara Angelo Bonelli, presidente dei Verdi – è assolutamente urgente bloccare la lottizzazione. L’Italia non vuole e non può riempirsi di vergogna nei confronti della comunità internazionali con un sfregio di tale portata ad uno dei monumenti più importanti del mondo, dal punto di vista storico ed architettonico”. Dall’ufficio coordinamento Unesco del Ministero per i Beni e le Attività Culturali non abbiamo ottenuto nessuna risposta in merito “poiché – hanno comunicato – non è arrivata ancora nessuna nota ufficiale sull’esito della riunione, quindi al momento non ci possiamo pronunciare”. L’Unesco nel frattempo ha sanzionato ufficialmente il nostro Paese con una sorta di cartellino giallo che, se l’Italia non farà chiarezza sulla colata di cemento, si tramuterà in rosso.

Colosseum slump raises alarm bells

Colosseum slump raises alarm bells
 Philip Willan 
The Times, 30/07/2012 
The Colosseum has developed a 15-inch list, raising the prospect of an emergency structural intervention similar to that used to save the Leaning Tower of Pisa (Philip Willan writes). The director of the monument, which received more than five million visitors last year, has signed an agreement to have the subsidence problems monitored for a year. The structure has concrete foundations 42ft deep but experts suspect that these may have developed a significant fracture. The gladiatorial arena, started by the Emperor Vespasian in 72AD, has been showing its age, with bits of plaster and masonry falling from the arches recently. A planned 20 million restoration has been delayed by red tape.