Il mare restituisce la storia. Recuperato un altro rostro di una delle navi affondate nella battaglia delle Egadi
LA SICILIA Sabato 23 Giugno 2012
La campagna di «Archeorete» si svolge in collaborazione con la «Hercules» della Rpm Nautical Foundation
L´ottavo rostro così come è stato ritrovato la scorsa settimana ...
Favignana. Il mare eguseo continua a restituire preziosissime testimonianze storiche dello scontro finale della prima guerra punica nel quale il 10 marzo del 241 avanti Cristo si affrontarono cartaginesi e romani. E' notizia di ieri, infatti, che martedì scorso, durante la nuova campagna di «Archeorete Egadi», diretta dalla Soprintendenza del Mare per la quale è coordinata dall'archeologo Stefano Zangara, è stato ritrovato il nono rostro grazie all'ausilio delle tecnologie di cui dispone la nave oceanografica «Hercules», della fondazione statunitense Rpm Nautical foundation, che consentono di esplorare profondità molto elevate.
Soltanto una settimana prima, fra il 10 e l'11 giugno scorsi, il Rov, il mezzo filoguidato subacqueo di cui è dotato la nave «Hercules», aveva permesso di individuare, poggiato su un fondale sabbioso di circa ottanta metri, l'ottavo rostro in bronzo appartenuto a un'antica nave da guerra. Questo rostro è stato trovato in posizione eretta e parzialmente sepolto fino alla pinna superiore. Un rapido test effettuato dal team scientifico operante lo ha indicato come probabilmente integro. Sempre nella stessa area in quella circostanza sono stati intercettati altri importanti reperti. Si tratta di una consistente quantità di anfore di varia tipologia e quasi totalmente integre, di due elmi montefortini, di piccole suppellettili facenti parte del carico di uso di bordo e di un interessante elemento metallico. Tutti questi reperti, che dopo il loro recupero saranno sottoposti a un accurato studio, per il momento sono stati georeferenziati nel sistema Gis del progetto «Archeorete Egadi».
«Il posizionamento di questi ultimi ritrovamenti - dicono dalla Soprintendenza del Mare - indicano ancora una volta che la loro dispersione è concentrata in un'area ben definita. Il confronto con la proiezione statistica redatta negli ultimi anni e relativa alla nostra zona di copertura sonar ed elaborata sin dal 2005, conduce alla conclusione che molti altri reperti sono ancora giacenti sul fondo del mare. Inoltre il dottor Murray, insigne professore statunitense anche lui a bordo della nave oceanografica "Hercules", si è dimostrato particolarmente entusiasta per queste scoperte confortando la nostra rilettura delle antiche fonti storiche. Non sappiamo se le condizioni meteo-marine ci accompagneranno anche nei prossimi giorni, aspetteremo le finestre operative confortati dai nostri eccezionali collaboratori».
Anche quest'anno il progetto di «Archeorete Egadi» si inserisce nel programma delle attività d'altofondale della Sovrintendenza del Mare che ha previsto pure incontri formativi e divulgativi per scolaresche, enti di ricerca e studiosi. La Sovrintendenza del Mare e l'Rpm Nautical foundation sono tornati a operare nelle acque delle Egadi lo scorso 1 giugno per continuare la ricostruzione delle fasi conclusive dello scontro della prima guerra punica (noto come battaglia delle Egadi) di cui già la scorsa estate sono state individuate e recuperate importantissime testimonianze. Nell'estate 2011, infatti, sono stati trovati altri due rostri, numerose anfore (una ottantina quelle integre individuate e databili tra il IV e il I secolo avanti Cristo) e altri tre elmi montefortini. Dei due rostri in bronzo recuperati all'incirca un anno fa uno riporta una iscrizione a rilievo in latino ricollegabile alla battaglia che sancì la conclusione della prima guerra punica, mentre degli elmi due soltanto erano integri.
Le ricerche, la cui conclusione è prevista per la fine di questo mese, sono condotte con la collaborazione di Capitaneria di Porto di Trapani, sommozzatori della Guardia costiera, personale dell'Area marina protetta delle Egadi, Shipping agency di Luigi Morana, marineria, diving e subacquei locali. Il compartimento marittimo del capoluogo quando è stata avviata questa nuova campagna di ricerche di reperti archeologici sommersi nel mare eguseo ha emanato una ordinanza che, per l'intero periodo, impone a qualsiasi tipo di imbarcazione in transito nella zona in cui opera la nave oceanografica «Hercules» di mantenersi a una distanza di sicurezza che non sia inferiore a cinquecento metri.
Margherita Leggio