Gioielli e acquedotti, la vita segreta del Colosseo
Laura Larcan
La Repubblica - Roma 27/7/2012
La nuova campagna di scavi porta in luce le tubazioni medievali e le fondazioni originarie
DA PALCOSCENICO per l’epopea dei gladiatori a residenza aristocratica, in cui le abitazioni erano dotate di un raffinato sistema di infrastrutture idrauliche. Il Medioevo ha segnato una vera e propria seconda vita per l’Anfiteatro Flavio, lontana dai fasti imperiali che ne avevano fatto una grandiosa macchina per spettacoli, e ancora quasi sconosciuta. È una storia legata alla presenza di inquilini illustri, i Frangipane; una potente famiglia antipapale che tra il XII e il XIII secolo scelse il Colosseo come roccaforte di prestigio per il controllo delle vie che portavano all’insediamento pontificio del Laterano. A svelarla è ora la squadra di 28 studenti universitari di Roma Tre, della Cattedra di archeologia urbana di Roma, che per quattro settimane hanno scavato al Colosseo nell’ambito della convenzione con la Soprintendenza per i beni archeologici. Sotto la guida scientifica della direttrice del Colosseo, Rossella Rea, e del professore Riccardo Santangeli Valenziani, l’operazione si è concentrata in una galleria sottoscala lungo il primo ordine del Colosseo, sul lato meridionale. «Qui è riemerso — spiega Santangeli Valenziani — un sofisticato sistema di raccolta e conservazione delle acque piovane, con canalette a due livelli che funzionavano da zone di decantazione per purificare l’acqua, che confluiva poi, con una cascatella di circa 50 centimetri, in una vasca usata come
cisterna». Una scoperta preziosa, che fa luce sul livello di organizzazione della vita quotidiana del Colosseo dopo l’ingresso dei Frangipane, anche perché fino ad oggi non esistevano testimonianze di infrastrutture idrauliche di epoca medievale: «Tra l’XI e il XII secolo, l’utilizzo dell’edificio era solo episodico, con ambienti separati che venivano dati in affitto — avverte Rea — Invece con l’arrivo dei Frangipane l’Anfiteatro viene gestito per le esigenze di un
grande insediamento aristocratico, con un proprio sistema idraulico ». Al punto che il palazzo della famiglia Frangipane occupava ben due livelli del monumento, per 18 gallerie.
Nelle indagini al livello della pavimentazione originale non sono mancate le sorprese, come il ritrovamento di tre gemme databili al I secolo d. C.: una corniola finemente incisa con la figura di Apollo, un cristallo di rocca e un cameo di pasta vitrea. A una profondità maggiore, lo scavo ha rivelato anche le vertiginose strutture delle fondazioni originarie: sono riemersi giganteschi blocchi di travertino lunghi quasi due metri, e spessi 50 centimetri, che poggiano su un complesso sistema di due piattaforme alte complessivamente
13 metri.
L’intera area scavata rimarrà a vista e, dopo la messa in sicurezza, entrerà a far parte del museo permanente del Colosseo. Quanto al restauro targato Tod’s, l’annuncio del sindaco Alemanno sull’avvio del lavori per il 31 luglio non è stato gradito al ministero dei Beni culturali, dove è stato giudicato uno «sgarbo istituzionale». Martedì prossimo, sottolineano infatti dal Mibac, non ci sarà affatto l’apertura del cantiere, ma una conferenza stampa nel corso della quale il ministro Ornaghi illustrerà il cronoprogramma dell’operazione insieme a Diego Della Valle e alla soprintendente Maria Rosaria Barbera, con la partecipazione del sindaco.