martedì 30 agosto 2011

Una nave romana tra i bagnanti

Una nave romana tra i bagnanti
VENERDÌ, 26 AGOSTO 2011 IL TIRRENO - Cecina

Scoperta per caso da un turista e segnalata alla guardia costiera

E’ su un basso fondale a 150 metri dalla riva. Pare che sia stata già censita vent’anni fa e poi lasciata lì

A.D.G.
VADA. I relitti sono la passione di qualsiasi sub. Quelli antichi poi sono il sogno dei tombaroli del mare, i cacciatori di anfore e monete. Quando infine il relitto è insabbiato a pochi metri da riva si scatenano un po’ tutti: predatori di saraghi e di monili, esperti e dilettanti, appassionati del mare e semplici curiosi.
Per questo motivo la capitaneria non ha ancora dato la notizia e non ha circoscritto in alcun modo la zona (rendendola altrimenti individuabile e difficilmente sorvegliabile) dove martedì è stata «scoperta» una nave romana. Usiamo le virgolette perché non è escluso che, invece di una scoperta, si tratti di una riscoperta: la nave infatti (risalente al primo o al secondo secolo dopo Cristo) potrebbe essere stata già individuata e censita dalla sovrintendenza una ventina di anni fa, svuotata almeno in parte e poi lasciata lì per l’impossibilità di recuperare lo scafo.
Questo dovranno stabilirlo gli esperti della sovrintendenza archeologica di Firenze (già contattati dalla guardia costiera) e quelli del museo archeologico di Rosignano Marittimo. Nel museo infatti sono custoditi molti vasi di terracotta e anfore recuperati sulle secche di Vada, davanti al vecchio “vadum” (porto) di Volterra dove erano frequenti i naufragi di navi romane. Le secche però si trovano al largo, distanti dalla costa quattro miglia e non centocinquanta metri come nel caso della nave di cui stiamo parlando.
Il relitto è stato individuato da un bronzista fiorentino, Daniele Ugolini, che si è imbattuto in qualcosa di strano mentre faceva il bagno. Maschera e cannello, è sceso giù per vedere meglio quella forma scura e sinuosa. In quel punto l’acqua è bassa, il fondale è sui quattro metri, sabbia mista a posidonia. E l’acqua era chiara.
Così davanti ai suoi occhi è apparsa la sagoma di una chiglia. Era lo scheletro di una barca, il fasciame di un battello lungo circa venti metri e largo 7-8. Il turista ha recuperato un pezzo di legno e lo ha portato a riva. Lo ha guardato e riguardato a lungo. Si è tuffato di nuovo, tornando nel solito punto. Si è immerso e ha afferrato un altro oggetto: il collo di un’anfora con il manico.
Ugolini ha recuperato anche quello, ma non per portarselo a casa. E’ andato alla guardia costiera, ha consegnato i reperti al comandante Alessandro Balisciano al quale poi ha indicato il punto esatto dove aveva avvistato la barca.
Quindi sono partiti gli accertamenti, sui quali al momento viene mantenuto uno stretto riserbo. Così come viene mantenuto top secret il luogo esatto del ritrovamento.