Colle Oppio ritrova Apollo
Sergio Rinaldi Tufi
Il Messaggero 29/7/2011
Scoperto un prezioso mosaico che abbelliva le terme
Scoperto prezioso mosaico a Colle Oppio con Apollo e le muse per abbellire le terme
Colle Oppio ancora alla ribalta: se un giorno si parla dei restauri della Domus Aurea, il giorno dopo si parla della scoperta di un prezioso mosaico parietale rinvenuto nel cosiddetto criptoportico delle Terme di Traiano, raffigurante Apollo con le muse. Sarà presentato questa mattina dal sindaco Gianni Alemanno e da Dino Gasperini e Umberto Broccoli, rispettivamente assessore alle Politiche culturali e sovrintendente ai Beni culturali di Roma Capitale. E questa è la prima cosa un po' complicata da spiegare: mentre i lavori di restauro nella Domus Aurea sono coordinati dalla soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Roma, quelli di scavo nelle strutture traianee sono di competenza del Comune, e sono coordinati dalla specialista Rita Volpe. Di altre situazioni complicate parleremo subito dopo, ma intanto diciamo qualcosa del mosaico, di cui peraltro ancora poco si sa, non solo perché prima della presentazione ufficiale di informazioni ne trapelano ben poche, ma anche perché lo scavo è ancora in corso, e quella venuta alla luce potrebbe essere solo una parte. Sembra che sia molto grande, e si dovrebbe dire che è una rarità, in quanto collocato su una parete, mentre la maggior parte dei mosaici antichi che conosciamo sono pavimentali: anche se, per la verità, negli ultimi anni qualche scoperta ha modificato un po' il quadro, e un mosaico parietale ormai famoso, con una singolare scena di vendemmia, è stato trovato nel 2005 proprio a pochissima distanza da qui. Apollo, sia nel mondo greco sia in quello romano, è il dio della luce (e in quanto tale si identifica anche con il Sole), della medicina, dell'arte profetica, della musica, della poesia, ed è anche noto come "Musagete", guida delle Muse, spesso raffigurato con tutte e nove, talvolta solo con alcune, come — sembra - nel nostro caso. Apollo era protagonista anche di un'altra opera trovata non lontano nel 1998: l'affresco con veduta a volo d'uccello di una città, che qualcuno volle identificare con Londinium (Londra), ma che Eugenio La Rocca ha interpretato come Città ideale, che assomma la caratteristiche di città diverse. Ebbene, in una piazza spicca una statua del dio, qui però senza Muse. Significherà qualcosa questa reiterata presenza? E in che modo si collegano (se si collegano) queste figure con la scena di vendemmia, e con altri mosaici trovati qui vicino? Rispondere non è facile: i lavori, come si è detto, non sono finiti, e soprattutto è davvero complessa la sovrapposizione delle strutture in questa parte del Colle. Alcune appartengono alla Domus Aurea, la grande dimora di Nerone (che a sua volta si sovrappone a resti di edifici preesistenti) di cui così spesso si torna a parlare, altre alle terme di Traiano, che (dopo un primo impianto più piccolo fatto costruire da Tito nell'80) l'imperatore affidò nel 104 d.C. al suo architetto di fiducia Apollodoro di Damasco. L'orientamento era volutamente diverso da quello della Domus; resti talvolta imponenti sono sparsi sul Colle stesso, e si conosce anche, col nome di Sette Sale, una grande cisterna. Il nostro criptoportico delle meraviglie è uno dei punti in cui il contatto fra i resti neroniani, traianei e forse altri è più ravvicinato e di difficile decifrazione. In sede di presentazione, emergeranno certamente preziose indicazioni al riguardo.