Porto di Ostia. Un importante nodo di scambio
Sergio Rinaldi Tufi
il messaggero - Roma 5/11/2011
Questo cantiere è davvero una miniera. Quando nella scorsa primavera si era trovato il relitto della nave della prima età imperiale, si era anche detto: non finisce qui. Non è finita lì: lo scafo di quella nave (Isola Sacra 1) è stato studiato e classificato; ed è ancora da investigare un'altra imbarcazione certamente molto grande. Inoltre, emergono resti di strutture portuali. La nave era costruita con un sistema di incasso delle assi di legno detto «a tenoni e mortase», senza usi di chiodi metallici. La chiglia era piatta, come la prua. Un tipo di imbarcazione detto horeia — di cui sono noti pochi esemplari — adatto a una navigazione fluvio-marittima: forse in qualche modo partecipava alle febbrili attività quotidiane (illustrate a Ostia nei mosaici del Pia77ale delle Corporazioni: vendita di grano, cataste di anfore): le merci erano scaricate dalle navi più grandi provenienti da tutto il Mediterraneo e sistemate in navi più agili che risalivano il fiume verso Roma. Ma le strutture portuali (un molo? un faro?) sono ancora più importanti. Qui passava in antico la linea di costa: si sa che Ostia, da quando fu fondata (secondo la 1eggenda) dal quarto re di Roma Anco Marzio, divenne un punto di riferimento sempre più importante. Ma mancarono a lungo approdi adeguati per le grandi navi che portavano grano dall'Egitto, e tante altre merci per i consumi di Roma: facevano scalo a Pozzuoli, fino a quando prima Claudio (42 d.C.) e poi Traiano (110-112) non ostruirono i loro grandi bacini. Accanto a quello di Traiano cresce Portus, nuova città che si aggiunge a Ostia stessa, e che proprio nell'Isola Sacra sviluppa la sua importante necropoli. Come si inserisce in questa storia la nuova scoperta? Emerge un «terzo porto» finora poco noto e sottovalutato? Fra l'altro, rispetto al Porto di Traiano siamo (sia pur di poco) più vicini a Ostia pulsante di vita: foro, templi, teatro, terme, case, thennopolia o bar, cauponae o osterie. Ne sapremo di più con la prosecuzione dei lavori: anche stavolta, non finisce qui...