Trovati i resti di un tempio dedicato ad Attis, Cibele e Bellona
25-09-11, IL TIRRENO Cecina
VADA. Si è conclusa ieri l’annuale campagna di scavi archeologici a San Gaetano di Vada, cominciata il 13 settembre, a cui hanno partecipato una ventina tra studenti, laureati e docenti dell’Università di Pisa e altrettanti studenti del liceo Cecioni di Livorno. «Un vivace cantiere di ricerca scientifica e di sperimentazione didattica», lo definisce Edina Regoli in una nota dell’ufficio stampa del Comune. Che sottolinea «il pieno impegno dei rispettivi enti a proseguire con la consueta sinergia le indagini archeologiche, pur senza nascondersi le difficoltà del momento». Difficoltà, dal mancato taglio dell’erba all’assenza di vitto e alloggio per gli studenti, già segnalate durante un recente sopralluogo.
Alla visita hanno partecipato il sindaco Franchi, gli assessori Pia e Agostini; per la società Solvay De Lorenzo e Sacchi; la professoressa Menchelli dell’Università di Pisa, co-direttrice degli scavi con la prof. Pasquinucci. Il funzionario di zona della Soprintendenza archeologica, Lorella Alderighi, aveva visitato il sito mercoledì. «Non è certamente un ripiego - sottolinea ancora la nota stampa del Comune - ma al contrario un ampliamento del progetto di ricerca, da svolgersi in contemporanea con la prosecuzione dello scavo del quartiere portuale, l’idea di una grande campagna di indagini geo-radar degli spazi non edificati da San Gaetano (che rappresenta il punto più settentrionale dell’antico porto di Vada Volaterrana) a piazza Garibaldi, dove scavi ottocenteschi misero in luce numerosi edifici privati e pubblici dell’antico insediamento. La campagna consentirebbe di definire meglio la topografia del centro portuale».
La campagna scavi appena conclusa ha indagato «su un edificio tri-absidato, per il quale il direttore del cantiere, Paolo Sangriso, ha avanzato la suggestiva ipotesi di un tempio destinato alla triade divina Attis, Cibele e Bellona, le prime due divinità orientali particolarmente venerate nei porti romani frequentati da mercanti dell’Est, la terza, antica dea della guerra indigena». Nella nota stampa Regoli precisa infine che «le strutture archeologiche messe in luce, spesso delicate e in cattivo stato di conservazione, vengono ricoperte con tessuto non tessuto e reinterrate per motivi di sicurezza, in attesa di un loro restauro e della valorizzazione dell’intera area archeologica». Sarebbe per questo che le visite vengono limitate alla sola campagna di scavi.