Il carro della Regina riemerge dagli scavi
Marco Gasperetti
Corriere della Sera – Roma 24/9/2011
TARQUINIA — Il carro era sepolto da strati di terra e roccia calcarea nell'area archeologica della Doganaccia a Tarquinia. Un tesoro, per la rarità del ritrovamento e per la storia che ci potrebbe raccontare 2600 anni dopo, scoperto dagli archeologi dell'Università di Torino e dell'Istituto superiore per la conservazione e il restauro del ministero. «È un carro di una nobile donna etrusca - spiega Alessandro Mandolesi, direttore degli scavi - e la sua conservazione è molto buona». E' stato trovato all'interno di una tomba del Tumulo della Regina, uno scrigno archeologico ancora da esplorare. Qui, nei giorni scorsi, è stata scoperta la statua di una sfinge, alta quasi due metri e una sorprendente agorà etrusca Un luogo dunque evocativo e scaramantico (l'unione tra vivi e morti) per le sorti dell'antica Tarquinia. Con la nuova scoperta, quella del carro, si aprono nuove ipotesi. «Abbiamo la certezza che fosse un carro femminile etrusco - continua Mandolesi - con fattura e fregi nobili. E stato scoperto insieme a ceramiche finemente lavorate e la proprietaria apparteneva certamente all'alta nobiltà». Una regina? Gli archeologi non si sbilanciano anche se stanno valutando un'ipotesi molto suggestiva. Quel carro poteva appartenere a Tanaquilla (o Tanaquil) per alcuni moglie di Tarquinio Prisco, per altri la madre. Intanto dalle tombe sono affiorando affreschi atipici, probabilmente i più antichi mai scoperti a Tarquinia, risalenti al VII secolo avanti Cristo.