sabato 19 novembre 2011

Il Mausoleo ritrovato Dal Quadraro alle Terme di Diocleziano nuova dimora per il sepolcro delle meraviglie

Il Mausoleo ritrovato Dal Quadraro alle Terme di Diocleziano nuova dimora per il sepolcro delle meraviglie
LAURA LARCAN
La Repubblica 25-09-11, ROMA


«ANCORA ricordo quel giorno : l a gomma del mezzo meccanico si infilò in una buca, poi s' aprì un vuoto e scoprimmo una voragine nel terreno. Ci calammo subito e trovammo la stanza. Fu uno spettacolo: le pareti erano completamente ricoperte di stucchi di una raffinatezza mai vista». Si coglie ancora un pizzico di emozione nelle parole di Roberto Egidi, direttore del Palatino e Foro romano, quando racconta la storia del Mausoleo "ipogeo" del Quadraro della prima metà del I secolo a. C. uno dei capitoli più incredibili del patrimonio archeologico di Roma. Sembrava che la sua vicenda dovesse rimanere chiusa nelle viscere della terra stessa che l' aveva svelato nel 1992, al IV miglio dell' antica via Latina, presso l' Acquedotto Claudio, al termine di una campagna di scavi preventivi per la ferrovia Roma-Ciampino.E invece il Mausoleo sarà visibile al pubblico con un ardito progetto di valorizzazione da un milione di euro che farà parlare di sé. Sarà ricostruito nell' area dei giardini d' ingresso alle Terme di Diocleziano, tra piazza dei Cinquecento e piazza della Repubblica, mantenendo intatta la sua struttura sotterranea. «Sono partiti i lavori di scavo per la realizzazione degli ambienti ipogei dove inseriremo la ricomposizione del monumento - annuncia Egidi a capo dell' operazione - Si tratta di un' area già scavata tempo fa per ricavare bagni pubblici. Il progetto prevede una copertura con prato naturale, mentre scalette consentiranno di scendere nei sotterranei e da un ballatoio affacciarsi sulla camera funeraria per ammirare quel capolavoro». Il progetto, finanziato con 600 mila euro, si completerà entro due anni. Nel frattempo, il corredo degli stucchi è al centro di un delicato intervento di restauro da concludersi entro dicembre. Con 400 mila euro, fondi del commissario Roberto Cecchi, si è proceduto al distacco e al riposizionamento su nuovo supporto. «É vero che le norme del restauro prediligono sempre di lasciarei reperti in sito- osserva Egidi - ma la situazione del mausoleo è a rischio. Il monumento è indifendibile da attacchi atmosferici e possibili atti vandalici. L' area non è musealizzabile». Appena scoperto, con l' allora soprintendente Adriano La Regina, rimase aperto per sole 24 ore, per consentirne la documentazione. Ma nel 2008, su suggerimento di Fausto Zevi, si decise di riaprirlo e, d' accordo col soprintendente Angelo Bottini, di salvarlo. L' operazione consentirà di scoprire questo sepolcro articolato in un' anticamera e una camera di 5 metri per 4, coperte da volte a botte, dove si apre una nicchia destinata a conservare il sarcofago. «Non rimane traccia ne del sarcofago, ne delle urne - dice Egidi - Un ampio buco sulla volta ci fa pensare che sia stato già violato in antichità». Ma il vero spettacolo lo riservano gli stucchi: volte e pareti sfoggiano una variegato repertorio di fregi con quadretti figurati incorniciati da ghirlande e festoni di foglie. Tra i vari personaggi sono stati identificati Demetra e Dioniso. «Immagini come queste in un edificio sepolcrale sono collegate ai culti misterici di origine greca - avverte Egidi - I proprietari erano seguaci delle religioni di tradizione orfico-ellenistica». Nella camera principale, lesene angolari con capitelli ornati da foglie d' acanto e volute incorniciano una falsa porta ad effetto trompe l' oeil, mentre la lunetta accoglie due grifoni araldici.