Ostia Antica, risplende la Casa di Giove
Laura Larcan
Messaggero-Roma, 22/03/2013
Laura Larcan
Messaggero-Roma, 22/03/2013
Gli affreschi erano danneggiati dai depositi di guano dei piccioni. Ora è stata montata una rete.
Ad Ostia Antica i restauratori sono all'opera per gli ultimi ritocchi nel Caseggiato dei dipinti. Protagonista del cantiere che si sta per concludere è la Casa di Giove e Ganimede databile alla prima metà del II secolo d.C. Rappresenta uno degli esempi più straordinari di complesso abitativo dell'antica città portuale per il ricco corredo di stanze affrescate, che dopo un complesso restyling promosso dalla Soprintendenza ai beni archeologici di Roma apriranno al grande pubblico dalla prima domenica dopo Pasqua per entrare a far parte in modo permanente del percorso di visita degli scavi. Ogni domenica, su prenotazione. Fino ad oggi questi capolavori non sono mai stati svelati al pubblico se non per aperture spot in occasioni speciali.
UN AMORE «DIVINO»
La Casa di Giove e Ganimede, che prende il nome dalla scena dipinta nella sala principale dedicata ad uno degli «amori» di Giove, sfoggia una planimetria particolare, con la combinazione di tre caseggiati (di cui si conservano le scale che portano fino al terzo piano) disposti intorno ad un cortile centrale. «Il problema principale dei dipinti erano i diffusi depositi di guano dei piccioni accumulatisi nel tempo», racconta il direttore degli scavi Angelo Pellegrino. «Un problema che abbiamo cercato di limitare anche con un falconiere, che però non ha prodotto risultati esaustivi», ricorda il direttore.
LA STANZA GIALLA
«Il rischio di ulteriori danni provocati dai piccioni che ovviamente frequentano tutta l'area degli scavi sono stati ora arginato allestendo per la Casa di Giove e Ganimede una rete come tamponatura per i vani scoperti» avvisa il direttore. Ed è qui che fervono I lavori. Si spennellano ancora piccole porzioni delle monumentali pareti a fondo giallo-oro della camera da letto, dove sono tornate a brillare le delicate architetture rosse di gusto illusionistico, che riquadrano raffinate scenette di paesaggio. E sempre qui si puliscono ancora in profondità settori dell'ampio mosaico con motivi geometrici che rivestono la pavimentazione. Ancora un colpo d'occhio mozzafiato lo offre il tablino: «E' la sala studio o di rappresentanza della casa - dice Pellegrino- e sfoggia la parete integra più alta di Ostia. Ed è l'unico ambiente che presenta un perfetto equilibrio di qualità artistica tra le pitture e il mosaico del sembra che in una seconda fase la casa possa essere stata trasformata in albergo o bordello, e forse, usata per incontri omosessuali in virtù di quell'amore tra «Giove e Ganimede». Ma è solo un'ipotesi. Ancora una stanza regala sorprese. Grazie alla pulitura e all'accurata operazione di reintegrazione da parte del restauratore, spicca oggi il mosaico pavimentale. «I motivi sono geometrici ma appaiono combinati in modo da realizzare disegni più complessi e vivaci anche con effetti prospetti ci inediti», dice Pellegrino. E' un virtuosismo di rombi e cerchi.
Ad Ostia Antica i restauratori sono all'opera per gli ultimi ritocchi nel Caseggiato dei dipinti. Protagonista del cantiere che si sta per concludere è la Casa di Giove e Ganimede databile alla prima metà del II secolo d.C. Rappresenta uno degli esempi più straordinari di complesso abitativo dell'antica città portuale per il ricco corredo di stanze affrescate, che dopo un complesso restyling promosso dalla Soprintendenza ai beni archeologici di Roma apriranno al grande pubblico dalla prima domenica dopo Pasqua per entrare a far parte in modo permanente del percorso di visita degli scavi. Ogni domenica, su prenotazione. Fino ad oggi questi capolavori non sono mai stati svelati al pubblico se non per aperture spot in occasioni speciali.
UN AMORE «DIVINO»
La Casa di Giove e Ganimede, che prende il nome dalla scena dipinta nella sala principale dedicata ad uno degli «amori» di Giove, sfoggia una planimetria particolare, con la combinazione di tre caseggiati (di cui si conservano le scale che portano fino al terzo piano) disposti intorno ad un cortile centrale. «Il problema principale dei dipinti erano i diffusi depositi di guano dei piccioni accumulatisi nel tempo», racconta il direttore degli scavi Angelo Pellegrino. «Un problema che abbiamo cercato di limitare anche con un falconiere, che però non ha prodotto risultati esaustivi», ricorda il direttore.
LA STANZA GIALLA
«Il rischio di ulteriori danni provocati dai piccioni che ovviamente frequentano tutta l'area degli scavi sono stati ora arginato allestendo per la Casa di Giove e Ganimede una rete come tamponatura per i vani scoperti» avvisa il direttore. Ed è qui che fervono I lavori. Si spennellano ancora piccole porzioni delle monumentali pareti a fondo giallo-oro della camera da letto, dove sono tornate a brillare le delicate architetture rosse di gusto illusionistico, che riquadrano raffinate scenette di paesaggio. E sempre qui si puliscono ancora in profondità settori dell'ampio mosaico con motivi geometrici che rivestono la pavimentazione. Ancora un colpo d'occhio mozzafiato lo offre il tablino: «E' la sala studio o di rappresentanza della casa - dice Pellegrino- e sfoggia la parete integra più alta di Ostia. Ed è l'unico ambiente che presenta un perfetto equilibrio di qualità artistica tra le pitture e il mosaico del sembra che in una seconda fase la casa possa essere stata trasformata in albergo o bordello, e forse, usata per incontri omosessuali in virtù di quell'amore tra «Giove e Ganimede». Ma è solo un'ipotesi. Ancora una stanza regala sorprese. Grazie alla pulitura e all'accurata operazione di reintegrazione da parte del restauratore, spicca oggi il mosaico pavimentale. «I motivi sono geometrici ma appaiono combinati in modo da realizzare disegni più complessi e vivaci anche con effetti prospetti ci inediti», dice Pellegrino. E' un virtuosismo di rombi e cerchi.