lunedì 20 ottobre 2008

Riaffiora il porta rifiuti degli antichi romani

Riaffiora il porta rifiuti degli antichi romani
Pietro Gorlani
Domenica 19 Ottobre 2008 BRESCIA OGGI

L’area archeologica, già ricoperta di terra, non sarà valorizzata per mancanza di fondi

Singolare scoperta durante gli scavi al santuario di Corticelle Recuperati due manufatti usati come box per la spazzatura
I ritrovamenti confermano la presenza alla Formigola di un piccolo pagus dell’anno 100


Soddisfatti per aver riportato alla luce una pagina di storia inedita, amareggiati per non poter valorizzare la scoperta. Lo stato d’animo dei promotori dello scavo promosso dietro il santuario della Formicola di Corticelle accomuna tutte le associazioni che si occupano di archeologia. La mancanza di risorse pubbliche non consente ricerche avanzate e quasi sempre i reperti vengono catalogati e riseppelliti.
A Dello, l’archeologo Alberto Crosato, che ha lavorato per conto dell’associazione Amici della Pieve (patrocinatori della campagna di scavi), ha portato alla luce due piccoli manufatti in laterizio e pietra, perfettamente conservati, pieni di cocci d’anfora e vasetti.
«ERA UNA STRUTTURA ADIBITA alla raccolta della spazzatura - spiega l’archeologo - che troviamo nelle ville romane, e risale molto probabilmente al primo secolo dopo cristo». Insomma, una sorta di campana per il compost ante litteram che avvalora l’ipotesi avanzata dagli amici della Pieve dopo le rilevazioni documentate con il georadar a raggi infrarossi: la presenza, intorno alla pieve, di un piccolo pagus, un vero e proprio villaggio rurale. Ironia della sorte: ieri, l’entusiasmante scoperta archeologica è stata «ricoperta» di terra, perchè l’agricoltore che gestisce il terreno (di proprietà dell’Ente per il sostentamento del clero) voleva provvedere all’aratura. I cocci d’anfora e di vasetti sono stati ritirati dalla sovrintendenza, che provvederà a pulire i reperti e tenterà di restaurarli. «La nostra intenzione - spiegano Valter Locatelli e Enrico Stoppani, a capo dell’associazione amici della Pieve - è quella di poterli esporre in una mostra permanente da allestire all’interno della Pieve».
I REPERTI NON mancherebbe: nel 2002 durante il restauro della Pieve sono state scoperte nove tombe di epoca tardo-romana, tessere di mosaico, le fondamenta di un battistero, cocci romani e rinascimentali, parte di un corredo funebre longobardo: un pettine, un anello, due spilloni, i resti di una collana.
Per i soci del sodalizio, resta il rammarico di non poter proseguire con gli scavi (va calcolata anche la necessità di fondi, che la stessa Sovrintendenza non ha), i quali potrebbero portare alla luce altre importanti scoperte. Anche mantenere scoperti i resti trovati (tettoia, messa in sicurezza) avrebbe un costo troppo elevato. Resta il rammarico: ci fosse stato il tempo e l’interessamento delle istituzioni, le scuole avrebbero potuto scoprire quale inaspettato carico di storia conservi la fertile terra della Bassa