sabato 25 ottobre 2008

L’ARMENIA

L’ARMENIA

Dopo gli interventi romani nell’1, nel 18 e nel 36 d.C., l’Armenia è, dal 66 in poi, governata da una dinastia arsacide, contro la quale non cessano tuttavia di rivoltarsi singole regioni. La rivolta è favorita dalla configurazione del paese, frazionato da innumerevoli rilievi montuosi. La trasformazione in provincia romana, avvenuta sotto Traiano, dopo la separazione dell’Armenia Minor, nel 72, risulta poco stabile. Il giogo dei Sassanidi (238-280) è abbattuto dal re Tiridate, morto forse nel 320. Egli tollera il diffondersi del Cristianesimo nel paese mediante la predicazione di Gregorio l’illuminatore prima del 290; la distruzione dei « Templi del Fuoco » di Zoroastro, di cui ancor oggi si vedono i resti, e la costruzione di chiese sul luogo dove questi sorgevano. Viene fondata una Chiesa nazionale con 12 vescovati: fino al 438 la dignità del primate, detto Katholikos e risiedente ad Asctisctat e più tardi a Valarsciapat, è un privilegio ereditario della famiglia di Gregorio. Sotto Tigrane II si sviluppano violenti contrasti fra Stato e Chiesa, che si concludono con una separazione della Chiesa dalla metropoli madre Neocesarea del Ponto, retta dal 390 al 438 dal Katholikos Sahak. In seguito s’avranno una liturgia e una letteratura armene indipendenti. Il re Pap favorisce il paganesimo e oscilla tra Roma e la Persia; è assassinato nel 374.
Nel 387 l’Armenia è spartita tra la Persia e l’impero d’Oriente, a cui tocca la parte più grande. Intorno al 400 Mesrop inventa la scrittura armena. Si comincia a tradurre in armeno la letteratura greca, e nella seconda metà del V secolo l’Armenia ha una letteratura storica e religiosa propria: ricordiamo l’opera storica di Lazzaro di Farni che tratta il periodo 385-485.
Sotto i Sassanidi si assiste alla ascesa di case principesche locali. Nel 591 si ha una nuova spartizione. Circa 60 anni dopo (653-5) l’Armenia soggiace alla conquista araba.