E dai rifiuti riemerse la villa romana
Patrizia Panico
Il Mattino - Napoli 13/9/2011
Premio a Pollena e agli archeologi
Il sito era stato inglobato in una discarica abusiva. Domani l'Heritage Prize a Oslo
Il sindaco «Con i proventi del condono potremo finanziare i prossimi interventi»
Un complesso termale, quasi interamente riportato alla luce, parte di una villa residenziale romana del I secolo d. C.: sono gli elementi che costituiscono uno dei siti archeologici più prestigiosi dell'area settentrionale vesuviana. Ed erano finiti sotto i cumuli di rifiuti di una discarica abusiva. Per il particolare sforzo posto nel recupero, scavo e restauro del sito, la European Association ofArchaeologists - la più importante associazione europea di archeologi - domani conferirà a Oslo, in Norvegia, nel corso del XVII Convegno Internazionale, l'Heritage Prize al sindaco di Pollena Trocchia, Francesco Pinto e all'archeologo direttore dell'Apolline Project, Girolamo De Simone. Il premio viene assegnato ogni anno «all'individuo o istituzione per il contributo straordinario mostrato nel proteggere e divulgare i Beni Archeologici in Europa». Il sito archeologico, scoperto e strappato alla cementificazione edilizia nel 1988 era poi stato sepolto sotto una discarica abusiva di rifiuti. Fino a pochi anni fa, quando l'archeologo Antonio De Simone del Suor Orsola Benincasa, diede vita al progetto «Apolline Project», diretto dall'archeologo Girolamo De Simone, suo figlio. L'iniziativa poté andare avanti - pur «senza un soldo pubblico» - grazie all'appoggio di Università statunitensi e inglesi. Oggi quell'intuizione rappresenta un progetto ambizioso ma considerato fattibile: «Pollena come Pompei ed Ercolano». «L'assegnazione di questo prestigioso premio - dice il sindaco Francesco Pinto - testimonia il lavoro serio che si è fatto. L'Heritage Prize rappresenta uno stimolo a continuare in questa direzione per valorizzare e restituire: si lavora alacremente al progetto di riqualificazione del sito e delle zone limitrofe, che verrà realizzato con i proventi derivanti dal condono edilizio relativi al danno ambientale». Nel mese di agosto si è conclusa con successo la sesta campagna di scavo in località Masseria De Carolis. Per cinque settimane, 77 studenti provenienti da numerosi Paesi del mondo fra i quali Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Spagna, Polonia, hanno riportato alla luce altri reperti e frammenti del passato: alcuni elementi decorativi in stucco, i pavimenti delle terme romane, il pozzo usato fino all'ultimo giorno prima dell'eruzione. La scoperta più importante di quest'anno consiste nel rinvenimento di alcuni marchi di. fabbrica sul pavimento degli ambienti termali. Attraverso i marchi è possibile datare la costruzione delle terme a solo alcuni anni dopo l'eruzione di Pompei del 79 d.C. Questa scoperta, secondo quanto spiegato ieri in conferenza stampa a Pollena, è rivoluzionaria nel mondo archeologico, perché finora si pensava che l'intero territorio vesuviano fosse rimasto disabitato per molte generazioni, almeno fino alla metà del II secolo d.C., prima che gli antichi romani decidessero di tornare ad abitarci. Il complesso termale fu scoperto nel febbraio del 1988 durante i lavori edilizi del parco Europa. Con i mezzi meccanici si cercò di distruggere il sito: tracce della benna meccanica sono ancora visibili sulle murature portate in luce; la Sovrintendenza Archeologica bloccò lo scempio e pose una recinzione a protezione dell'area. Ma la zona venne poi abbandonata e divenne una discarica abusiva. Quando nel 2004 gli archeologi hanno cercato di ritrovare il sito dimenticato, hanno scoperto il danno ambientale e, con la collaborazione del Comune, hanno cominciato la bonifica dell'area.