“Continuate gli scavi della Fano romana”
domenica, 9 ottobre 2011 CORRIERE ADRIATICO
Appello di Pierre Gros: è un dovere portare alla luce tutti gli edifici, troverete anche la basilica
Fano Relatore al convegno “Disegno e architettura tra l’Antico e il Cinquecento” sul tema: “Perché e come pubblicare, commentare e leggere il De Architectura di Vitruvio oggi” Pierre Gros non ha nascosto il suo interesse per i resti monumentali romani che si conservano nella nostra città, dove egli è sicuro che Vitruvio soggiornò e personalmente sovrintese alla costruzione della sua famosa basilica. Sull’arco di Augusto si legge che lo stesso imperatore diede le mura alla città: “murum dedit”.
Essendo le mura contemporanee di Vitruvio è possibile attribuire a quest’ultimo la costruzione della cinta difensiva in parte ancora oggi esistente?
“Vitruvio non ci dà informazioni molto precise sul modo con il quale costruire le mura. Scrive soltanto che per aumentare la loro funzione protettiva dovrebbero essere circolari, anziché quadrate e gli angoli smussati che si ritrovano nella cinta dell’antica Fanum Fortunae si adeguano a questa prescrizione, ma occorrerebbe verificare la questione dal punto di vista scientifico”.
In concreto cosa bisognerebbe fare?
“Ci sono due cose importantissime da fare a Fano. E’ vero che la città ha avuto la fortuna di essere l’unica a essere menzionata da Vitruvio, per attestare che lui stesso vi ha lavorato. Ma voi non dovete adagiarvi su questa notizia. E’ doveroso, non solo per voi stessi, ma per tutta la cultura dell’età classica, sviluppare un lavoro archeologico e storico, teso a datare i monumenti che si trovano in città, tramite la stratigrafia, continuando le ricerche in tutto ciò che rimane da scoprire: la parte restante del teatro, il foro, la basilica”.
A proposito della basilica, studiando l’urbanistica dell’antica Fanum Fortunae, ha un’idea dove si trovi?
“Di sicuro nei pressi del foro, di cui è ancora da terminare l’ampiezza e il perimetro. Ma se un domani dovessero emergere resti che non si intonano con la descrizioni di Vitruvio, questo non significa che la scoperta perderebbe il suo valore, perché è possibilissimo che la basilica costruita nel 25 a. C. sia stata rimaneggiata in modo anche consistente nei secoli successivi”.
Ritiene dunque che è fondamentale continuare le ricerche?
“Me lo auguro vivamente. Solo quando si saranno accertate le interconnessioni tra il teatro romano, il tempio che si trova sotto Sant’Agostino, certamente il più monumentale della città, i resti custoditi nell’area ipogea della Memo e il foro romano e scoperta quindi la basilica, che nel quadro dell’urbanistica romana, non può essere molto lontana e forse si nasconde tra le fondamenta di qualche palazzo, si potrà dire “abbiamo ritrovato il progetto vitruviano!”.