martedì 17 marzo 2009

La vita dell’Impero nella necropoli ritrovata

La vita dell’Impero nella necropoli ritrovata
FABIO ISMAN
Martedì 10 Ottobre 2006 Il Messaggero, Roma

SI PASSA per una porticina, e si attraversano duemila anni di storia, scendendo pochi scalini. In 500 metri quadrati, uno “spaccato” completo della vita nella Roma dell’Impero: dai tempi di Augusto a quelli di Costantino. Lungo la Via Triumphalis , che portava all’ormai debellata Veio, 250 tombe di gente qualunque, la fetta più popolare dell’Urbe: 40 sono sepolcri, e mostrano tante are funerarie, tracce d’affreschi, sarcofagi, decorazioni a mosaico e a stucco, iscrizioni. «E’ assai raro ritrovare un complesso così, intonso, sigillato da una frana del II secolo», spiega il responsabile dell’Archeologia classica ai Musei Vaticani, Giandomenico Spinola; e Francesco Buranelli, il direttore generale, dice (giustamente) che, in tre soli anni, aver scavato, restaurato, trasformato in un museo e pubblicato (c’è già una Guida a 15 euro, De Luca editore) una scoperta come questa, costituisce un autentico primato. Nel 2003, il Governatorato del Vaticano, entro le mura Leonine, quasi su piazza Risorgimento, inizia a costruire un parking coperto: ora, vi posteggia pure la “ Papamobile ”. E ecco la sorpresa, vicino a dove altre tombe erano già saltate fuori nel 1953. Ora, la necropoli è visitabile, il venerdì e il sabato («ma se la richiesta sarà ingente, i giorni verranno aumentati», dice ancora Buranelli), per i gruppi, fino a 25 persone, che si prenotino, per iscritto, ai Musei Vaticani.
Tanti liberti, qualche schiavo, uno solo che apparteneva agli equites : Publio Cesilio Vittorino, morto a 17 anni nel 290 d.C., sul cui sarcofago a bassorilievo un’orante non fa escludere un’inumazione già cristiana anche se, tra delfini che si rincorrono e un filosofo che medita, non si leggono i segni distintivi della nuova religione. La sorella dedica una stele al giovane Nestore; Tiberio Claudio Optato era un liberto di Nerone: l’archivista del suo patrimonio privato, che piangeva anche la scomparsa della figlia Flora; Alcimus ne era un servo: addetto alle scene del Teatro di Pompeo, prima del Colosseo il più importante a Roma, in cui è anche assassinato Giulio Cesare; Cocceia Marciana era un’ honesta foemina , di cui si loda la sanctitas ; un piccino, Tiberio Natronio Nevusto, muore a «tre anni, tre mesi, 10 giorni»: sulla stele, gli inconsolabili genitori ne pongono il volto, finissimo nei tratti, scolpito nel marmo. Poi, un tale in tunica, gli strumenti del capomastro attorno; un mosaico ha, nel centro, un Dioniso ebbro sostenuto da un satiro, circondato da puttini che vendemmiano; più ricco di tutti il sepolcro dei Passieni, famiglia forse di Gaio Sallustio Passieno Crispo, il dovizioso secondo marito di Agrippina Minore, la madre di Nerone che sposerà, in terze nozze, l’imperatore Claudio.
Da molte tombe, aperte, spuntano gli scheletri; anche uno, piccolissimo, di un bimbo di 10 mesi, sepolto con in mano un uovo, miracolosamente risparmiato dal tempo: forse, simbolo di rinascita. Di molte altre, solo i segnacoli: le urne con le ceneri (che devono ancora essere analizzate) e accanto i tubuli di terracotta infissi nel terreno, con cui i parenti dei defunti offrivano libagioni, il rituale refrigerium . E’ però inutile descrivere tutto: meglio andare di persona per vedere, poiché è arduo restituire soprattutto un’emozione. A parte quella Vaticana, dove è sepolto Pietro (però, sulla Via Cornelia ), questa è la quarta porzione della medesima, vasta necropoli a margine della Via Triumphalis , scoperta in Vaticano, dopo le parti dette della Galea, dell’Annona e dell’Autoparco. Ma è una scoperta che alla Santa Sede può forse porre dei problemi. Chiaramente, va collegata con la zona dell’Autoparco, da cui solo una strada la separa. Poi, gli scavi andrebbero continuati (e non soltanto nei casi di emergenza) fino alle mura di Gregorio XVI (1832), se non fin verso quelle cinquecentesche di Giulio II Della Rovere: che siano produttivi già lo si sa (intanto, però, terribili pali in cemento armato hanno certamente distrutto dei brani di quest’immensa necropoli); tuttavia, si potrà, dove c’è la vettura papale, il lavaggio delle auto vaticane e chissà che altro? Infine, questo parco archeologico, conservato come pochi altri e «a Roma non ne esiste uno simile, semmai a Porto», dice Paolo Liverani fresco docente a Firenze, ha chiaramente bisogno di essere reso autonomo dai Musei: forse, quando, sotto piazza Risorgimento, sarà creato un accueil per i poveri turisti costretti a terribili file.