lunedì 23 marzo 2009

Belve, elefanti e gladiatori Così gli scavi «scoprono» l'Arena del passato

Belve, elefanti e gladiatori Così gli scavi «scoprono» l'Arena del passato
Camilla Bertoni
Corriere del Veneto 22/03/2009

VERONA — Ciò che gli scavi stanno mettendo in luce nei sotterranei dell'Arena di Verona, con la liberazione dai detriti dei cunicoli sotterranei e del pozzo, aprirà a nuove conoscenze. Se fosse confermata l'origine romana del pozzo situato al centro della cavea dell'Arena, del quale era già nota l'esistenza fin dal '500 ma che si pensava medievale, ciò renderebbe il nostro anfiteatro- uno dei maggiori esistenti, concepito nei primi decenni del I secolo, dunque prima del Colosseo di Roma- un unicum. A spiegarlo è Patrizia Basso, docente di storia e di antichità romane all'Università di Verona, autrice di un ampio studio sull'utilizzo degli anfiteatri romani. «Il sistema di cunicoli a cui oggi si lavora per il ripristino - spiega - costituivano un sistema di scolo delle acque piovane. L'acqua inoltre serviva per ripulire i piani sotterranei dove si raccoglievano gli animali e gli uomini che poi venivano portati in scena con un sistema ad effetto di saliscendi». Quali erano gli spettacoli che vi avevano luogo? «Gli spettacoli di cacce tra uomini e belve risalgono al III secolo a.C. in seguito ad un vittoria africana per cui si conduce a Roma un gran numero di elefanti. È successiva invece, del I secolo a.C., l'idea di costruire edifici appositi perché tali cacce potessero andare in scena. Vi venivano impiegati anche condannati a morte privi di strumenti di difesa». Quali altri spettacoli esistevano? «Escludendo le battaglie navali, che molto più probabilmente avevano luogo in Adige o comunque sui fiumi, salvo forse qualche raro caso nel Colosseo, si facevano combattere gli animali tra loro o anche gli uomini tra loro, suddivisi per categorie di peso e tipologie di armatura. Si perdeva per morte o per arresa, nel qual caso il pubblico decretava se concedere o no la grazia al perdente. Rispetto agli spettacoli teatrali, alle commedie, più elitarie, gli spettacoli in anfiteatro che attiravano le folle erano truci e sanguinosi. Ma erano talmente amati da prevedere anche figure di sponsor (le spese per organizzarli erano molto elevate), privati facoltosi che attraverso questo strumento si facevano pubblicità magari ai fini della carriera politica». Come venne utilizzata nei secoli successivi l'Arena? «Da quando viene inserito nella cinta muraria comunale, il monumento viene sempre sentito come qualcosa da conservare e utilizzare. Se l'interno viene spogliato dei gradoni (utilizzati come materiale edilizio insieme alle pietre dell'anello esterno crollato ancora prima del famoso tremendo terremoto del 1117), l'esterno viene visto come luogo abitativo e dal 1200 fino al 1500 ospita le prostitute. Solo dal XIX secolo i "covali" o "arcovali" (nome di origine medievale) saranno destinati alle attività commerciali e artigianali». Se il pozzo in Arena fosse romano a cosa poteva servire e quali nuovi elementi di conoscenza potrebbe aggiungere? «Sarebbe un caso unico a quanto è a mia conoscenza. Escluderei comunque gli allagamenti che sono accertati solo in tarda età, verso IV o V secolo, in molti teatri dove si diffonde la moda di spettacoli in acqua con partecipazione di donne in costumi succinti, cosa che scatena le reazioni avverse dei padri della chiesa, critici sia nei confronti dell'atrocitas degli spettacoli di lotta che dell'impudicizia di questa nuova moda che coinvolgeva per la prima volta attrici femminili. Attendiamo comunque gli esiti degli accertamenti in corso: era tempo che si riprendesse a lavorare su un edificio romano di così grande importanza e finora così poco studiato».