giovedì 27 dicembre 2007

Roma, trovato il Lupercale la grotta di Romolo e Remo È nelle profondità del Palatino, sotto la casa di Augusto

Roma, trovato il Lupercale la grotta di Romolo e Remo È nelle profondità del Palatino, sotto la casa di Augusto
CARLO ALBERTO BUCCI
MERCOLEDÌ, 21 NOVEMBRE 2007 LA REPUBBLICA

Il ninfeo

In quella grotta secondo la leggenda furono nutriti dalla lupa i figli di Rea Silvia
Una telecamera in una frattura nella collina permette di filmare il luogo di antichissimi riti

L´occhio elettronico è sceso nelle viscere del Palatino alla ricerca di un rimedio per le vestigia del palazzo di Augusto che minacciano di crollare sul colle dei magnifici edifici imperiali. Ma, a sette metri sotto terra, la sonda elettronica ha trovato un grande vuoto. E lì ha toccato forse il cuore della storia di Roma: la grotta dove, vuole la leggenda sulla fondazione della città, la lupa offrì le sue gonfie mammelle alle bocche affamate di Romolo e Remo; la "nursery" che Augusto abbellì solennemente per trasformare quell´antro oscuro a un passo dal Tevere in luogo fondativo dell´impero. Forse proprio attraverso la magnifica tessitura di mosaici, pietre pomici e valve di conchiglie, dominate da un´aquila bianca su fondo azzurro, che decorano la grande volta sepolta appena ritrovata: il "cielo" di un ninfeo che, tra nicchie e pareti curve, arriva a 16 metri di profondità.
Identificato l´anno scorso il punto dove si era quasi certi potesse trovarsi il lupercale - la grotta-santuario dove il 15 febbraio i romani si recavano per festeggiare il miracoloso allattamento dei gemelli - gli archeologi hanno atteso l´estate per infilare nel foro di 30 centimetri di diametro il laser scanner. E ieri hanno esibito le strepitose foto che il computer ha rielaborato - componendo le centinaia di scatti come in un collage tridimensionale - per mostrare ciò che nessun occhio umano ha, in tempi recenti, mai ammirato. «È incredibile pensare» ha detto ieri il ministro per i Beni culturali, Francesco Rutelli, annunciando la scoperta «che possa essere stato finalmente trovato un luogo mitologico che oggi è diventato finalmente reale». E il soprintendente archeologo, Angelo Bottini, ha certificato: «Abbiamo la ragionevole certezza che quella sia la grotta della lupa». Entusiasta per «una delle più grandi scoperte mai fatte» il professor Andrea Carandini. Mentre l´ex soprintendente, Adriano La Regina, afferma: «Non c´è certezza. E poi la grotta dovrebbe trovarsi più a ovest, di fronte ai templi della Magna Mater e della Vittoria».
Il rito dei lupercali, in onore del dio Luperco, mezzo lupo e mezzo capro, prevedeva la corsa di giovani seminudi che, coperti solo con le pelli degli animali sacrificati, colpivano con strisce di pellame le donne del Palatino: per purificarle e per favorire la fecondità. Il centro della festa era proprio la grotta che, narra Dionigi da Alicarnasso, contemporaneo di Augusto, si trovava ai piedi del colle e vicino al Tevere. I motivi che spingono gli archeologi, guidati da Irene Iacopi, che ha lavorato ai sondaggi con l´ingegner Giorgio Croci, ad essere convinti della bontà dell´identificazione, sono di ordine geografico e "politico". Manca è vero la prova di un simbolo: non ci sono lupi, ma un´aquila. Ma corrisponde il luogo, tra il circo Massimo e i piedi del Palatino, tra i resti del tempio di Apollo e la chiesa di Santa Anastasia, con la sua natura geologica di terra argillosa. E poi c´è la vicinanza con il palazzo di Augusto che, nella principesca dimora, aveva voluto inglobare un altro luogo fortemente simbolico: la mitica capanna di Romolo.
Saranno solo gli scavi a confermare l´ipotesi "grotta di Romolo e Remo" e a rintracciare i possibili collegamenti con la casa di Augusto che, finiti i restauri, sta per essere aperta al pubblico. «Le visite partiranno all´inizio del 2008» ha dichiarato il ministro Rutelli, annunciando i «12 milioni di euro che serviranno a salvare il Palatino». Per Walter Veltroni, sindaco di Roma e leader del Pd la cui sede si trova a un passo dal ritrovamento, «la scoperta del Lupercale è solo un tassello dell´articolato programma di restauri e ricerche che ministero e Comune portano avanti per far tornare alla luce gli straordinari tesori che costituiscono le radici della nostra storia».