venerdì 6 marzo 2020

Amata

Amata

Moglie di Latino, terzo re del Lazio; fu ostile ad Enea e favorevole a Turno, cui aveva promesso in moglie, la propria figlia Lavinia. Alcuni autori narrano che essa uccise i suoi due figlioli quando seppe che, d’accordo col padre, avevano stabilito di far sposare Lavinia ad Enea. A. si impiccò prima di conoscere la disfatta e la morte di Turno. 

Dice Virgilio (Eneide, XII, 962-981): 

In questo tempo un infortunio orrendo, 
Timor, confusione c duolo accrebbe
Agli afflitti Latini, e pose in pianto 
Il popol tutto; e fu che la reina, 
Visto da lunge incontro a la cittade 
Venire i Teucri, e già le faci e l’armi 
Volar per entro, e più nulla sentendo
 O vedendo de’ Rutuli o di Turno,
Onde aita o speranza le venisse,
Si credé la meschina che già l’oste 
Fosse sconfitto, e, ‘1 genero caduto, 
Ogni cosa in ruina. E presa e vinta 
Da subito dolore, alto gridando:
E dopo molto affliggersi e dolersi, 
Già furiosa e di morir disposta
Il petto aprissi, e la purpurea vesta 
Si squarciò, si percosse, e dell’infame
Nodo il collo s’avvinse, e strangolossi.