La rivincita dello stadio Variano "Era più lungo del Circo Massimo"
SARA GRATTOGGI
LA REPUBBLICA
17 luglio 2014
NON era il Circo Massimo il più grande della Roma antica. A strappare, a sorpresa, la palma al più antico e noto circo romano, dopo le ultime scoperte della Soprintendenza ai Beni archeologici, è il Circo Variano nell'area archeologica di Santa Croce, a lungo considerato il secondo per dimensioni. Nei mesi scorsi, nel corso di un saggio per un intervento dell'Acea, è stata rimessa in luce, però, una porzione della torre occidentale. «Il ritrovamento della struttura — spiega la soprintendente Mariarosaria Barbera — ha rivelato anche il posizionamento delle cabine di partenza dei carri, che erano affiancate alla torre. È stato possibile, così, stabilire che l'impianto originario del circo, la cui costruzione cominciò sotto Caracalla, aveva una lunghezza superiore di circa 9 metri a quella del Circo Massimo: 630 metri contro 621». La sua estensione fu poi ridotta dal successore di Caracalla, Elagabalo (Sesto Vario Avito Bassiano, da cui il Circo Variano prese il nome), mentre la costruzione delle mura Aureliane lo tagliò in due.
Le ultime scoperte saranno illustrate al pubblico nel corso delle visite guidate gratuite serali all'area archeologica imperiale che circonda Santa Croce in Gerusalemme, organizzate da domani al 27 luglio alle 19 nell'ambito del festival "Santa Croce Effetto Notte". Fra queste, importanti novità riguardano anche le Terme Eleniane, edificate da Alessandro Severo e ristrutturate da Elena, madre di Costantino, a cui il figlio lasciò poi il complesso: in origine un quartiere di grandi domus private, scelto poi nel III secolo dai Severi per edificarvi una lussuosa residenza imperiale. Se del complesso termale (distrutto agli inizi del ‘900) oggi è visibile solo la cisterna, finora se ne conosceva la pianta grazie a un disegno cinquecentesco del Palladio, che Rodolfo Lanciani posizionò nella sua Forma Urbis. Uno scavo recente ha riportato però alla luce un muro delle terme che coincide perfettamente con la pianta del Palladio e conferma l'esattezza del disegno.
Altre novità riguardano il cosiddetto Tempio di Venere e Cupido, una grande aula pubblica per udienze foderata di marmi della reggia costantiniana. «In occasione del restauro delle murature abbiamo effettuato un piccolo saggio di scavo all'interno dell'abside, che ha rimesso in luce la preparazione del pavimento, costituito da enormi lastre in marmo da 90 cm di lato» racconta Anna De Santis, responsabile dello scavo.
Nel corso dei tour gratuiti, oltre all'acquedotto Claudio, alla basilica civile e ad alcune parti del Palazzo Sessoriano (la residenza imperiale), saranno visitabili anche i resti delle case private a due piani, costruite per i dignitari della corte di Elena, e la splendida domus di Aufidia Cornelia Valentilla, risalente al II secolo e annessa nel III al complesso imperiale severiano, che sarà riaperta dopo il recente restauro degli affreschi e dei mosaici pavimentali.