Archeologia, in via Portuense spunta un'antica stazione con terme e sepolcri
25 luglio 2014.
La scoperta durante i lavori per il raddoppio della carreggiata. Grazie a un accordo tra sorpintendenza e municipio, l'arearisalente a duemila anni fa sarà visitabile su prenotazione
Terme maschili e femminili, una stazione di posta e un luogo di culto. In sostanza, un vero e proprio "hub" risalente a duemila anni fa. Una stazione dotata di strutture di servizio, per il corpo e per lo spirito, destinate a confortare il tragitto di viaggiatori e trasportatori, moltissimi, impegnati a raggiungere i moli di Portus (oggi Fiumicino) o provenienti dai medesimi approdi commerciali per trasferire le merci destinate alla capitale dell'Impero romano.
L'area archeologica di via Portuense è stato presentato oggi da Laura Cianfriglia, archeologa responsabile dello scavo, Maurizio Veloccia, presidente del Municipio XI, Paolo Masini, assessore capitolino ai Lavori Pubblici. I lavori pubblici in corso consegneranno il raddoppio della carreggiata di via Portuense e lo snellimento del traffico che oggi incontra una strettoia in corrispondenza del ponte sul quale transita la ferrovia Roma-Fiumicino. Ma intanto la Soprintendenza speciale per i beni archeologici sta conducendo indagini archeologiche preliminari che restituiscono la fotografia di edifici e strade brulicanti di vita e di merci da almeno venti secoli.
Infatti l'attuale via Portuense ripercorre il tracciato antico della via Portuensis che, in questo punto, incrociava la via Campana: strade sulle quali viaggiavano tonnellate di anfore con olio, granaglie, sale, tessuti e tutte le importazioni necessarie a una città che in fase imperiale raggiunse un milione di abitanti. Le strutture archeologiche che saranno aperte alla visita su prenotazione, grazie all'iniziativa della Soprintendenza in collaborazione col Municipio XI, sono quelle emerse dal febbraio 2014, in un cantiere che si estende a monte e a valle del ponte ferroviario. Gli scavi hanno portato alla luce un gran numero di oggetti femminili: una cinquantina tra spatole e spilloni in osso e in avorio, cucchiaini per il trucco, il manico di uno specchio, diversi contenitori per il balsamo.
Tra gli ambienti spicca per qualità della conservazione quello che presenta una grande vasca, alta oltre 2 metri, foderata in cocciopesto.
"I lavori degli ultimi anni confermano la ben nota alta densità di presenze antiche -spiega il Soprintendente Mariarosaria Barbera- attestata dalle fonti scritte e confermata
dagli scavi eseguiti negli ultimi decenni. Dopo il restauro le testimonianze restituite dagli scavi, secondo il consolidato orientamento dello Stato, saranno restaurate e esposte al pubblico in una sede della Soprintendenza appartenente al territorio di provenienza".
Terme maschili e femminili, una stazione di posta e un luogo di culto. In sostanza, un vero e proprio "hub" risalente a duemila anni fa. Una stazione dotata di strutture di servizio, per il corpo e per lo spirito, destinate a confortare il tragitto di viaggiatori e trasportatori, moltissimi, impegnati a raggiungere i moli di Portus (oggi Fiumicino) o provenienti dai medesimi approdi commerciali per trasferire le merci destinate alla capitale dell'Impero romano.
L'area archeologica di via Portuense è stato presentato oggi da Laura Cianfriglia, archeologa responsabile dello scavo, Maurizio Veloccia, presidente del Municipio XI, Paolo Masini, assessore capitolino ai Lavori Pubblici. I lavori pubblici in corso consegneranno il raddoppio della carreggiata di via Portuense e lo snellimento del traffico che oggi incontra una strettoia in corrispondenza del ponte sul quale transita la ferrovia Roma-Fiumicino. Ma intanto la Soprintendenza speciale per i beni archeologici sta conducendo indagini archeologiche preliminari che restituiscono la fotografia di edifici e strade brulicanti di vita e di merci da almeno venti secoli.
Infatti l'attuale via Portuense ripercorre il tracciato antico della via Portuensis che, in questo punto, incrociava la via Campana: strade sulle quali viaggiavano tonnellate di anfore con olio, granaglie, sale, tessuti e tutte le importazioni necessarie a una città che in fase imperiale raggiunse un milione di abitanti. Le strutture archeologiche che saranno aperte alla visita su prenotazione, grazie all'iniziativa della Soprintendenza in collaborazione col Municipio XI, sono quelle emerse dal febbraio 2014, in un cantiere che si estende a monte e a valle del ponte ferroviario. Gli scavi hanno portato alla luce un gran numero di oggetti femminili: una cinquantina tra spatole e spilloni in osso e in avorio, cucchiaini per il trucco, il manico di uno specchio, diversi contenitori per il balsamo.
Tra gli ambienti spicca per qualità della conservazione quello che presenta una grande vasca, alta oltre 2 metri, foderata in cocciopesto.
"I lavori degli ultimi anni confermano la ben nota alta densità di presenze antiche -spiega il Soprintendente Mariarosaria Barbera- attestata dalle fonti scritte e confermata
dagli scavi eseguiti negli ultimi decenni. Dopo il restauro le testimonianze restituite dagli scavi, secondo il consolidato orientamento dello Stato, saranno restaurate e esposte al pubblico in una sede della Soprintendenza appartenente al territorio di provenienza".
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