sabato 10 maggio 2008

Paestum. Esplorare i fondali marini alla scoperta dei resti repubblicani

Paestum. Esplorare i fondali marini alla scoperta dei resti repubblicani
PAOLA DESIDERIO
19/11/2006 Il Mattino

Paestum. Esplorare i fondali marini alla scoperta dei resti risalenti al periodo di Roma Repubblicana, che oggi sono disseminati nel tratto di mare compreso tra Torre Annunziata e Ercolano. Una ricognizione che l'associazione Mare Nostrum, struttura specializzata nell’archeologia subacquea dell’Archeoclub Italia potrà effettuare grazie all’accordo raggiunto con la Soprintendenza di Pompei nell’ambito della nona Borsa mediterranea del turismo archeologico che si concluderà oggi a Paestum. Un accordo che premia l’attività svolta da Mare Nostrum, particolarmente radicata nella zona partenopea, dove esistono numerose sedi dell’Archeoclub (Acerra, Castellammare, Torre del Greco, Napoli e Marano). Nello stand dell’Archeoclub l’archeologia partenopea è in primo piano con le sue prospettive di miglioramento e i disagi da superare. Ad Acerra l'associazione è in allarme contro l'inceneritore che sta sorgendo accanto al futuro parco archeologico-naturalistico di Suessola, località ricca di resti archeologici, edifici rurali e sorgenti di acque minerali. Cresce di anno in anno la presenza partenopea tra gli stand della Borsa. Percorrendo i padiglioni è possibile imbattersi nelle immagini dell'area archeologica di Ercolano come in quelle delle ville romane promosse dall’azienda di cura e soggiorno di Castellammare. Il viaggio immaginario, attraverso immagini e ricostruzioni, continua lungo la costa sorrentina, il parco del Vesuvio e i Campi Flegrei. Da Napoli, infine, parte la rivendicazione per il riconoscimento della professione di archeologo. L’associazione nazionale archeologi sta sollevando l’attenzione su un problema che riguarda l’intera categoria, il nodo del precariato e l’assenza di regolamentazione giuridica e di riconoscimento professionale. «Per lo stato italiano oggi sono considerati archeologi a tutti gli effetti solo i funzionari del ministero per i Beni e le Attività culturali: circa 250 in tutto, davvero insufficienti per un paese ricco di inestimabili tesori archeologici come l'Italia - spiega Tsao Cevoli, presidente dell’Ana - la maggior parte di essi è stata assunta nel lontano ’78 ed ha dunque un'età media di 55 anni. Sinora non è stato garantito alcun ricambio generazionale. Eppure al legislatore per trovare archeologi basterebbe aprire gli occhi, riconoscere che accanto ai funzionari ministeriali, vi sono migliaia di laureati in discipline di carattere archeologico, che da decenni lavorano per la ricerca, la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico italiano senza alcun inquadramento professionale». Tra conferenze, archeoincontri, laboratori c'è trovato spazio per parlare anche della legge sul turismo della Campania che in provincia di Salerno sta trovando non pochi ostacoli per il timore di un eccessivo accentramento delle decisioni a Napoli. Lo stesso vicepresidente del consiglio regionale della Campania, Gennaro Mucciolo, ha annunciato che così com’è, senza un emendamento che salvi perlomeno gli enti provinciali per il turismo che garantiscono 100mila arrivi all'anno, non voterà la legge.