Gladiatori.
Gladiatori, erano schiavi o prigionieri di guerra, istruiti nell’arte della lotta singolare o collettiva da un lanista, Istruttore. Essi dovevano coi loro combattimenti divertire il popolo nel Circo o nell’anfiteatro, I più valorosi, dopo un certo numero di combattimenti, venivano dispensati, e si chiamavano rudiari. Se costoro prendevano poi parte ad altri combattimenti, erano compensati con una grossa mercede detta auctoramentum. Gli spettacoli gladiatorii cominciavano con lotte ad armi spuntate; ma poi venivano i vari combattimenti. Chi in essi cadeva ferito, domandava al popolo la grazia alzando l’indice; e il popolo manifestava la sua volontà di grazia tenendo sollevato il pugno chiuso col pollice dentro; mentre la mano stesa e il pollice piegato in giù indicavano che il vinto doveva essere finito. I gladiatori si distinguevano poi in bestiari, che combattevano con le bestie; bustuari, che combattevano intorno al tumulo o al rogo nelle feste funebri; cubicolari, che combattevano durante i banchetti nel cubicolo; Catervari, che combattevano schiera contro schiera; retiari, che avevano come loro arma una rete e un tridente; essedari, che combattevano da un carro a quattro cavalli. Generalmente si mettevano in lotta due gladiatori ar-mati in modo diverso, e cioè: un re-tiario (con la semplice tunica, a capo scoperto, armato d’una rete, per im-pigliare l’avversario, e di un tridente, fuscina) e uno armato d’elmo, scudo, spada; oppure un trace (armato di scudo e sica, spada corta e curva) e un mirmillone (aveva lo scudo con la figura di pesce). I caduti erano trascinati fuori dall’anfiteatro con raffi, unci, per la porta libitina e seppelliti nello spogliario. Costantino M. nel 326 emanò una legge tendente a proibire questi spettacoli.