(AGI) - Firenze, 7 giu. - Un composto di zinco, cera d'api, grassi animali e vegetali, resine e amido, in pastiglie, risalente a 2.200 anni fa. Si tratta di un collirio, verosimilmente il piu' antico al mondo, ritrovato, assieme ad altri 130 flaconi di legno all'interno di una sorta di valigetta di pronto soccorso, nel relitto di una nave romana risalente al II secolo a.C. affondata nel Golfo di Baratti, nei pressi del porto di Piombino. Alla scoperta, unica in Italia, e secondo caso al mondo in cui e' stato possibile caratterizzare un farmaco tanto antico, sara' dedicata una giornata di studi il 12 giugno prossimo in Palazzo Vecchio, promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, la cui organizzazione e' stata presentata a Firenze.
Il contenuto della cassetta del medico, che viaggiava sulla nave affondata e ritrovata nel cosiddetto relitto del Pozzino, sara' esposto nel Salone dei Dugento di Palazzo Vecchio.
Nonostante i 2.200 anni anni, le prime analisi fatte dall'Universita' di Pisa e pubblicate lo scorso gennaio sul composto in forme circolari (in greco 'kolluria' significava 'piccoli panetti rotondi'), ritrovato in una pisside di stagno mantenutasi sigillata attraverso i secoli, hanno accertato le buone condizioni del farmaco. Anche Plinio il Vecchio, nell'opera 'Naturalis Historia', descriveva un rimedio medico con base di zinco, utilizzabile per alleviare fastidi e dolori agli occhi. Ecco che il collirio ritrovato e' stato ribattezzato 'il collirio di Plinio'. "Spesso si fa l'errore di considerare come beni da tutelare - ha affermato Andrea Pessina, Soprintendente per i Beni Archeologici della Toscana - soltanto le anfore, gli oggetti di uso comune e altri reperti di facile identificazione, mentre questa ricerca dimostra invece che c'e' molto di piu'. Grazie ad analisi come questa e' possibile infatti ampliare lo spettro dei beni da tutelare - ha concluso Pessina - ed aprire una finestra su altri aspetti e altri campi, finora meno esplorati". (AGI) .
Il contenuto della cassetta del medico, che viaggiava sulla nave affondata e ritrovata nel cosiddetto relitto del Pozzino, sara' esposto nel Salone dei Dugento di Palazzo Vecchio.
Nonostante i 2.200 anni anni, le prime analisi fatte dall'Universita' di Pisa e pubblicate lo scorso gennaio sul composto in forme circolari (in greco 'kolluria' significava 'piccoli panetti rotondi'), ritrovato in una pisside di stagno mantenutasi sigillata attraverso i secoli, hanno accertato le buone condizioni del farmaco. Anche Plinio il Vecchio, nell'opera 'Naturalis Historia', descriveva un rimedio medico con base di zinco, utilizzabile per alleviare fastidi e dolori agli occhi. Ecco che il collirio ritrovato e' stato ribattezzato 'il collirio di Plinio'. "Spesso si fa l'errore di considerare come beni da tutelare - ha affermato Andrea Pessina, Soprintendente per i Beni Archeologici della Toscana - soltanto le anfore, gli oggetti di uso comune e altri reperti di facile identificazione, mentre questa ricerca dimostra invece che c'e' molto di piu'. Grazie ad analisi come questa e' possibile infatti ampliare lo spettro dei beni da tutelare - ha concluso Pessina - ed aprire una finestra su altri aspetti e altri campi, finora meno esplorati". (AGI) .