Ricostruita la “mappa” della Pozzuoli romana
PAOLO DE LUCA
MERCOLEDÌ, 28 NOVEMBRE 2012, LA REPUBBLICA, Napoli
PAOLO DE LUCA
MERCOLEDÌ, 28 NOVEMBRE 2012, LA REPUBBLICA, Napoli
UN ANNO e mezzo di stop ai lavori. Mancanza di fondi. Una storia che al Rione Terra di Pozzuoli si ripete dal 1970, quando fu evacuato per problemi di stabilità, in attesa dei primi rilievi archeologici e delle ristrutturazioni. Gli scavi sono ripresi da poco più di un mese, ma l’odissea della rocca dell’antica Puteoli
romana prosegue ancora, dopo 42 anni. Se ne parlerà domani alle 15 per gli “Incontri di archeologia” al Museo Archeologico di Napoli, con Costanza Gialanella, responsabile per la Soprintendenza dell’ufficio scavi di Pozzuoli. Il suo intervento punterà anche sulle ultime sorprendenti scoperte nell’area. «Abbiamo ritrovato – spiega - due ambienti di una domus nuova, risalenti al primo secolo. Ma la novità più importante è che durante questi ultimi scavi ci siamo spinti in profondità, raggiungendo lo strato più antico della colonia». Si tratta di mura in tufo che costeggiano le insulae della Puteoli
originaria, fondata dai romani nel 194 avanti Cristo. Ora l’equipe di archeologi è in grado di ricostruire la mappa topografica della rocca, tra il Foro (gemello a quello di Liternum), il tempio di Augusto e gli altri edifici religiosi intorno. E spunta una curiosità: «È probabile che la città non sorgesse sulla celebre Dicearchia, come si è spesso creduto in base agli scritti di Strabone. Mancano infatti evidenze archeologiche per testimoniare una presenza ellenica stratificata su quel promontorio».
E di stratificazioni storiche il Rione Terra è un esempio perfetto. Si cammina tra basolati di strade antiche, domus e colonne che contaminano strutture moderne. Fino al Cinquecento inoltrato, la popolazione viveva ancora all’interno delle costruzioni romane: l’edificazione successiva iniziò su impulso di don Pedro de Toledo, viceré di Napoli. Fu poi nel 1636 che il tempio augusteo, divenne l’attuale duomo barocco, la cui cupola spicca ancora oggi sui tetti. Gliscavi,finanziatiper18
milioni di euro dalla Regione, proseguiranno per un altro anno. «In tutto sono stati spesi oltre 95 milioni di euro per il recupero del Rione Terra – conclude Gialanella – Ma c’è ancora molto lavoro da fare: il quadrante ovest è in gran parte da scavare e mettere in sicurezza. Purtroppo l’apertura al pubblico, va rimandata ancora». Nel breve periodo in cui la zona restaurata rimase aperta, collezionò migliaia di visite, superando tutti gli altri siti archeologici puteolani.