La Repubblica 13.10.2012
“Giulio Cesare ucciso alla fermata del tram” gli archeologi svelano il luogo della congiura
“Morì aLargo Argentina”. Lì c’era la Curia di Pompeo. Oggi il capolinea dell’8
Cinzia Dal Maso
ROMA — Dicono che in un primo momento Giulio Cesare abbia cercato di difendersi, alzandosi dalla sedia dov’era seduto e gridando. Poi però, visto che nessun senatore si levava a difenderlo ma tutti fuggivano terrorizzati, si avvolse tutto nella sua toga e si lasciò trafiggere da ventitré pugnalate senza un lamento. Cadde così il grande dittatore, il 15 giorno delle Idi di marzo dell’anno 44 a. C. E ora Antonio Monterroso, archeologo del Consiglio nazionale per le ricerche spagnolo, dice di aver individuato il luogo esatto dell’assassinio. L’edificio lo conosciamo da tempo: è la cosiddetta “Curia di Pompeo” che faceva parte di un grandioso complesso fatto costruire da Gneo Pompeo nel 55 a. C. e comprendente un teatro, un enorme portico rettangolare addossato al teatro e, al centro di uno dei lati del portico, la Curia. La sua parte estrema si vede ancora oggi nell’Area sacra di Largo Argentina: è un grande podio che sta proprio alle spalle del tempio circolare, mentre il resto dell’edificio è coperto dalla strada moderna e dal settecentesco teatro Argentina.
Indagini di anni passati ci hanno restituito un’immagine abbastanza dettagliata di com’era fatta, ma mai nessuno prima d’ora si era posto il problema di capire in quale punto esatto dell’edificio Cesare spirò. Forse perché in parte già si sapeva.
Gli storici antichi dicono infatti che, dopo essersi alzato dalla sedia, Cesare si mosse verso uno slargo davanti alla statua di Pompeo, e lì i congiurati lo accerchiarono con le spade in mano. Anche la statua è giunta fino a noi ed è conservata nel vicino palazzo Spada. Tutto fila, dunque. E la dichiarazione di Monterroso che dice «fino a oggi non avevamo trovato nessuna prova materiale dell’evento» non è proprio del tutto veritiera: abbiamo la statua. Monterroso dice però di aver identificato una struttura di cemento larga tre metri e alta due, che sarebbe una sorta di Memoriale eretto anni dopo da Ottaviano Augusto per condannare il feroce assassinio. «Le fonti dicono che il luogo esatto dove Cesare cadde fu racchiuso in una struttura rettangolare colmata di cemento», continua Monterroso. E secondo lui questa struttura sarebbe da decenni davanti ai nostri occhi perché sarebbe una parte di quel podio che si ammira tra gli edifici dell’Area sacra di Largo Argentina.
Monterroso ha studiato per anni il teatro di Pompeo e ora sta ampliando le sue ricerche agli altri edifici del complesso. Il suo annuncio odierno, per quanto affascinante, richiederebbe qualche prova in più per convincere. Ma ha comunque il merito di riportare l’attenzione pubblica su un luogo importantissimo dell’antica Roma ma trascurato. Poche persone oggi, mentre vanno a teatro o pigliano il tram lì di fronte,
ricordano che proprio in quel luogo si consumò uno degli eventi più decisivi della storia della romanità. Un evento che affascina da sempre, che ha ispirato la grande tragedia di Shakespeare come i film ispirati all’antica Roma e persino il recentissimo “Cesare deve morire” dei fratelli Taviani. Magari Monterroso riuscirà ad ancorare l’immaginario storico alla realtà.