La Repubblica, 13.10.2012
Andrea Carandini, autore dell’Atlante di Roma antica:
“Vorrei far vedere tutto ai turisti”
“È una tesi che ha bisogno di prove ora bisogna cercare sotto le rotaie”
ROMA - L’archeologo Andrea Carandini, che ha di recente pubblicato il monumentale Atlante di Roma antica, frutto di decenni di lavoro di un’équipe nutritissima di studiosi, è perplesso di fronte alla notizia della scoperta del luogo dell’assassinio di Giulio Cesare. “Io sono come Tommaso — dice — e quel podio lo devo vedere bene prima di giudicare”.
Ma sappiamo com’era fatta esattamente la Curia?
«Certo, è tutta ricostruita, basta guardare l’Atlante. Sono stati trovati frammenti di murature che ci hanno consentito di disegnare le dimensioni esatte dell’edificio. Si è trovato poi un muro parallelo a un lato dell’edificio che era forse la fondazione di una fila di colonne, per cui pensiamo che la curia fosse probabilmente affiancata da un portico. Si sono trovati persino i resti di una nicchia, che con molta probabilità ospitava la statua di Pompeo. Come vede, non c’è molto altro da dire».
La nicchia però è nella parte della Curia che oggi non è a cielo aperto, mentre Monterroso parla di un memoriale di cemento nell’Area sacra.
«Io mi fido dei testi antichi che parlano di assassinio di fronte alla statua di Pompeo. Se Monterroso non porta prove più convincenti, per me il caso è chiuso».
Lei crede dunque che non sia necessario indagare ancora?
«Merita sempre indagare e capire sempre meglio. Anzi, proprio ora che si sta per spostare il capolinea del tram, e sono in programma lavori ingenti nell’area, potrebbe essere il momento propizio per effettuare delle ricerche almeno nel terrapieno sotto il capolinea. Poi si potrebbe ricoprire il tutto e consentire ai turisti di visitare la curia entrando dall’Area sacra, in grotta. Sarebbe affascinante per tutti, e renderebbe giustizia a Cesare».
(c. d. m.)