Il teatro romano sotto un condominio
Corriere Adriatico, 21-05-2011
Salta la permuta con un’area di Bellocchi. Via libera alla costruzione di 22 appartamenti
Fano Teatro romano alt, si cambia. L’Amministrazione comunale sembra intenzionata a modificare completamente il percorso fino a oggi intrapreso per acquisire l’area di via De Amicis, dove all’inizio del decennio scorso è venuto alla luce il teatro romano. Non più la permuta con il diritto di edificare un complesso di 120 appartamenti su un’area agricola di Bellocchi, di proprietà dell’impresa costruttrice, ma la concessione di costruire sopra l’area archeologica uno stabile con circa 22 appartamenti.
La notizia è stata data dal sindaco Stefano Aguzzi, nel corso di uno dei sui contatti periodici in diretta con gli ascoltatori di Radio Fano. Per molti è stata una vera e propria sorpresa, dato che da più parti in tutti questi anni si sono levate sollecitazioni perché l’area archeologica di via De Amicis fosse opportunamente qualificata e arricchisse il patrimonio monumentale fruibile al pubblico della città.
Immaginare ora che il teatro romano venga richiuso in un sotterraneo, come è avvenuto con il vicino anfiteatro, rimasto nascosto e sconosciuto ai più, desta non poche perplessità.
“Non sono mai stato pienamente convinto – ha dichiarato il sindaco – del responso dell’arbitrato che avrebbe dovuto definire il controvalore della permuta, mettendo a paragone il valore dell’area di via De Amicis che la società La Filanda avrebbe ceduto al Comune, con la concessione di costruire 120 appartamenti a Bellocchi. Il numero di questi mi è sembrato un’esagerazione. Probabilmente è per questo che le trattative, nonostante l’arbitrato, non si sono mai concluse. Nell’ultimo incontro, invece, si è fatto un passo avanti, esaminando una nuova eventualità, ovvero la concessione alla ditta di costruire i suoi appartamenti nel sito del centro storico, con il trasferimento della parte di interesse archeologico al Comune. Questa potrebbe essere la direzione di un percorso più agevole che potrebbe portare all’acquisizione dell’area al patrimonio pubblico”.
Sulla questione giocano più interessi: innanzitutto un interesse economico che spinge La Filanda, società di Vincenzo Minardi e Ruggero Sperandini Adanti, a realizzare il massimo sulla sua proprietà, anche se la presenza del teatro rimano in via De Amicis, non è stata una vera e propria scoperta degli anni 2.000. Rilievi delle rovine effettuati dagli studenti della scuola d’arte risalenti alla prima metà del XX secolo dimostrano come la presenza del teatro fosse già nota. Quindi la proprietà avrebbe dovuto sapere le condizioni in cui si sarebbe trovata ad operare non appena avrebbe eseguito lo scavo delle fondamenta. Tra l’altro le fondamenta della costruzione precedente poggiavano proprio sui gradini della cavea, cosa che non può essere sfuggita a chi l’aveva edificata.
Ma al momento, quando il mercato edilizio è praticamente fermo, si vendono più agevolmente appartamenti in centro storico che in periferia. Giocano poi interessi urbanistici e interessi culturali. Di solito sono sempre questi ultimi ad essere sacrificati.
Ciò che è avvenuto dove spiccava il seicentesco chiostro del monastero delle Benedettine e dal cui sottosuolo emergevano le strutture dell’anfiteatro romano insegna. Tutto è stato seppellito sotto metri cubi di cemento. Ora non resta che prendere visione del progetto che ingloberà il teatro romano, il quale anziché vedere la luce, sembra inesorabilmente destinato ad esse sepolto in uno scantinato.
Massimo Foghetti,