sabato 11 giugno 2011

Il Museo delle navi resta una chimera

Il Museo delle navi resta una chimera
MARCO BARABOTTI
VENERDÌ, 20 MAGGIO 2011 IL TIRRENO

Resta chiuso anche per il Giugno Pisano. Il consigliere del ministro promette una visita

PISA. Slitta ancora l’apertura del museo delle Antiche Navi di Pisa agli Arsenali Medicei. È l’ennesimo rinvio e l’ennesima delusione per quanti attendono l’evento per valorizzare la straordinaria scoperta delle antiche navi di san Rossore. Si sperava di inaugurarlo almeno per il Giugno Pisano, ma vi sono stati rallentamenti dovuti alla cronica mancanza di fondi ministeriali e alla malattia che ha colpito il direttore dei beni architettonici della Toscana. «L’allestimento va comunque avanti di buona lena», ci ha detto il direttore dei lavori, Andrea Camilli.
«Ma per giugno - riprende Camilli - non ce la faremo ad aprire, nonostante spesso si lavori anche fino a notte fonda. Non mi va più di dire quando finiremo con precisione, perché ci siamo smentiti troppe volte. Diciamo che entro l’anno è plausibile sperare di aprire il museo».
Purtroppo, il ministero non ha garantito fino ad oggi il rispetto degli impegni presi per la realizzazione e la gestione del museo. Il mese scorso il sindaco Filippeschi, per salvare dal rischio di abbandono e degrado il cantiere delle Antiche Navi - e per dare anche impulso alla definizione dei museo agli Arsenali Medicei - aveva scritto il ministro della cultura Giancarlo Galan, chiedendo un incontro urgente per valutare lo stato di avanzamento dell’accordo do programma del 2001 finalizzato alla realizzazione del museo e al proseguimento degli scavi e dei laboratori di restauro.
E proprio ieri a Roma Filippeschi ha incontrato il consigliere del ministro, Franco Miracco che si è impegnato di venire prossimamente a Pisa per partecipare a un incontro durante il quale si spera di definire la questione del museo agli Arsenali Medicei. «Al dott. Miracco - ha detto il sindaco - ho fatto presenti tutti gli investimenti che abbiamo fatto per valorizzare le aree vicine agli Arsenali, in particolare l’acquisto della Cittadella. Ora tocca al ministero fare la sua parte, dando un quadro di certezza per il Museo delle Antiche Navi di Pisa. C’è soprattutto la necessità di individuare una forma di gestione per partire col museo intanto in via transitoria».
«Al consigliere del ministrro - prosegue Filippeschi - ho ricordato come il governatore della Toscana, Enrico Rossi, durante un incontro con Galan, abbia considerato il museo delle Antiche Navi come una priorità regionale. Pertanto, anche in considerazione della sensazionale scoperta archeologica, una volta che esso verrà aperto, ci sarà da stabilire un robusto piano di comunicazione, affinché un evento di questa portata abbia la giusta ricaduta internazionale».
Il tracciato museale è pronto ormai da diversi mesi e anche i lavori di rifinitura sono pressoché conclusi. Dove fino a qualche mese fa c’era la caserma della Guardia di Finanza, è stata creata la cosiddetta area dei servizi con bar accessibili anche dai lungarni, uffici e alloggi vari. Dal grande cortile, si entra nel corridoio che è lo snodo principale di ingresso e di uscita del complesso. A destra, nella prima campata, sono pronte le strutture di allestimento, dove troveranno spazio mostre temporanee. Nella seconda, si avrà subito l’impatto visivo della grande scoperta delle “Antiche navi di Pisa”, con una ricostruzione di scene del porto pisano. Nella terza avremo quella del porto e della alluvione che determinò l’affondamento delle navi. Nella quarta campata, si parlerà di scienze applicate alla ricerca. Saranno messe a confronto gli scavi di terra e di mare, con le varie differenze. Ed ecco al quinto padiglione, dove c’è un piano rialzato che si affaccia su un’altra ala del futuro museo, quella che sarà dedicata ai reperti trovati sulle navi. E questo il cuore del museo, con la nave denominata «D» ed un modello a grandezza naturale della”Alkedo”. La nave «D» ha uno scafo di circa 14 metri a doppio fasciame, la nave ellenistica risale al II secolo a.C. ed è di media grandezza ed è stata rinvenuta totalmente smontata.
Poi, nel percorso museale, ci sarà l’ala dedicata ai materiali che facevano parte del carico delle navi affondate in seguito alle alluvioni, tra le quali anfore vinarie di varia origine (gallica, iberica, adriatica e così via). La collocazione sarà in ordine cronologico attraverso una grande rappresentazione a parete che, a colpo d’occhio, dirà il luogo di provenienza e il periodo: un campionario unico di storia del Mediterraneo.