l’acquedotto andrà al museo.
Venerdì, 2 Marzo 2012
Sarà esposta negli spazi dei civici musei l'opera idraulica di età romana ritrovata durante gli scavi per la realizzazione del polo oncoematologico del Santa Maria Nuova. La soprintendenza: 'si tratta di un ritrovamento eccezionale'
‘Un ritrovamento eccezionale’. Così gli archeologi della soprintendenza dell’Emilia Romagna hanno definito l’acquedotto romano emerso durante gli scavi per la realizzazione del centro Oncoematologico, sul retro dell’ala sud dell’ospedale Santa Maria Nuova.
‘L’acquedotto e il pozzetto d’ispezione, risalenti alla prima età imperiale, – ha detto Filippo Maria Gambari soprintendente beni archeologici dell’Emilia Romagna – giungono a noi intatti, esempio perfetto dell’impressionante capacità costruttrice dei romani’.
Il pozzetto serviva per controllare manutenzione e pressione. La portata arrivava anche a 10 metri cubi d’acqua al secondo. Due metri più sotto c’è un secondo manufatto, più piccolo e più recente, del quale si conosceva già l’esistenza.
La scoperta è stata fatta in dicembre; due mesi di lavoro senza sosta hanno portato all’asportazione dell’acquedotto, che verrà esposto in autunno ai Chiostri di San Domenico, e successivamente in maniera permanente negli spazi dei Civici Musei di Reggio.
Ed entro fine marzo dovrebbero riprendere i lavori per la realizzazione del polo oncoematologico, interrotti per permettere il recupero dell’opera da parte degli archeologi.
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