Salvore svela il porto romano sommerso
Pietro Spirito
Il Piccolo - Gorizia 28/5/2011
UMAGO È lungo la metà del Molo Audace, largo dodici metri, e assieme ai resti di edifici sulla terraferma è quanto rimane del porto romano di Salvore. Attivo dal primo secolo a.C. fino almeno al VI secolo d.C., il grande molo sommerso lungo 150 metri è stato scavato e rilevato svelando i suoi segreti agli archeologi subacquei nell'ambito del progetto "Storie dal mare", attuato dal Dipartimento di storia e cultura dall'antichità al mondo contemporaneo (Discam) dell'Università di Trieste in collaborazione con Soprintendenza e Regione Fvg. Grazie a un'«eccellente collaborazione», com'è stata definita, le squadre guidate dall'archeologa Rita Auriemma con Dario Gaddi, Cristiano Alfonso, Alessandra Dell'Anna e Milena Liberti, assieme agli archeologi croati Biljana Bosic e Branka Milo evic del Museo civico di Umago e Ida Koncani del Museo archeologico dell'Istria a Pola, sono state in grado di realizzare non solo una mappa tridimensionale del fondo marino con i suoi resti (utilizzando un ecoscandaglio multibeam), ma hanno ridisegnato una porzione di costa così com'era prima che la inghiottisse il mare. Un lavoro geoarcheologico il cui scopo - ha sottolineato Rita Auriemma che ieri ha presentato i risultati della cerca nel corso di una conferenza stampa alla presenza del sindaco di Umago Villi Bassanese e del direttore dell'Autorità portuale di Umago-Cittanova Sergio Sojnic - «è ricostruire il paesaggio costiero dell'alto Adriatico, le trasformazioni che lo hanno interessato e le forme di insediamento succedute nel corso dei secoli». Forme che, a cominciare proprio dal molo sommerso di Salvore, parlano già di «una comune identità da Pola a Trieste». Prossima tappa del progetto di geoarcheologia, la Laguna di Marano, dove già l'anno scorso sono iniziati gli scavi a mare.