lunedì 8 novembre 2010

Il colosso ancora innominato e altri segreti del Teatro Romano

Il colosso ancora innominato e altri segreti del Teatro Romano
Domenica 07 Novembre 2010 CULTURA Pagina 65 L'ARENA

MOSTRA. Reperti mai visti prima in un bell'allestimento: c'è la famosa sfinge in marmo turco

Al Museo Archeologico le sculture che erano parte dell'apparato decorativo nell'edificio monumentale

Il Teatro Romano, costruito negli ultimi decenni del I secolo a. C., era ornato da sculture e decorazioni in tufo, marmi di vari colori, bronzo talvolta dorato. Una ricchezza decorativa che ora si può immaginare grazie all'esposizione in corso per un anno al Museo Archeologico, intitolata «Sculture dal teatro», e curata dalla direttrice del Museo, Margherita Bolla. «Abbiamo lavorato mesi», dice, «per presentare nel modo migliore una serie di reperti di grande valore storico che però richiedono uno sforzo di interpretazione e di fantasia. È una mostra un po' complessa, che si avvale di un piccolo catalogo, che è anche una guida al Teatro Romano nel suo complesso».
L'esposizione inizia con dei pezzi eccezionali, mai presentati prima d'ora, come le zampe di una statua equestre probabilmente imperiale in bronzo dorato, a grandezza naturale, smembrata dopo il declino dell'edificio, ma in parte sfuggita alla rifusione, di cui restavano vittima quasi tutte le sculture. «Un pezzo di storia di Verona», sottolinea la direttrice. Accanto, si ammira un piede bronzeo nudo maschile, oggetto di grande interesse da parte dei viaggiatori inglesi che nel Settecento volevano acquistarlo.
Nelle altre vetrine del bell'allestimento di Eleonora Boar reperti scelti o per l' estetica o per l'importanza storica, tra cui minuti frammenti di un fregio che doveva appartenere all'edificio scenico. Comparivano anche satiri, sileni e baccanti, qui esposti, per i quali non sempre è agevole ipotizzare una funzione e una collocazione precise; alcuni fungevano da atlanti, sostenevano cioè altri elementi architettonici o costituivano pilastrini figurati. Di particolare raffinatezza alcuni satirelli su volute.
L'insieme doveva dare la sensazione di un'architettura animata, con effetti quasi barocchi.
La star della mostra è però una splendida sfinge, dalla vita travagliatissima, una delle sei in origine collocate nel Teatro; realizzata in marmo proveniente da cave situate nell'odierna Turchia, era usata forse come chiusura di una fila di sedili.
Al termine del breve ma interessantissimo percorso, una testa coronata di marmo di una statua colossale, risalente agli inizi del III secolo, di cui non si è identificato il «titolare».
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