sabato 28 giugno 2008

ROMA - 'Salvate la Domus del Gianicolo'

ROMA - 'Salvate la Domus del Gianicolo'
CARLO ALBERTO BUCCI
La Repubblica 26-06-08, pagina 13 sezione ROMA

«Gli ultimi ritrovamenti nella domus del Gianicolo appaiono importanti perché costituiscono l' integrazione di quell' edificio emerso nel 1999 e noto solo in parte». Appena nominato dal Comune tra i 5 saggi che dovranno esprimersi sulla progetto del contestato parcheggio al Pincio, Adriano La Regina era soprintendente negli anni del parking per il Giubileo del 2000 e del braccio di ferro con il sindaco di allora, Francesco Rutelli, per sottopasso di Castel Sant' Angelo. L' archeologo ricorda bene gli interventi e le polemiche di allora. E guarda con attenzione ai ritrovamenti dovuti ai nuovi scavi che, secondo il Provveditorato alle opere pubbliche del Lazio, saranno interrotti a fine luglio. Come valuta i nuovi ritrovamenti al Gianicolo? «Era prevedibile che l' edificio ai piedi del colle sul Tevere proseguisse ben oltre il tratto attraversato dalla cosiddetta rampa Torlonia. Tanto che il decreto del consiglio dei ministri del dicembre 1999 prevedeva che si continuassero le esplorazioni archeologiche. Ma sanciva anche che, in caso di scoperte eccezionali, si tornasse, diciamo così, all' antico». Quel decreto, firmato dall' allora premier D' Alema, fu per lei un boccone amaro da buttare giù. «Certo, ero, e sono ancora, contrario alla realizzazione del parcheggio e della rampa. Eppure quel decreto che, a quanto mi risulta, è ancora valido, era ben congegnato. Nel punto che dice, ma è meglio che io legga: In caso di rinvenimenti di eccezionale rilievo dovranno essere adottate soluzioni idonee a garantire l' unitarietà del complesso, anche mediante ricollocazione in sito dei reperti attualmente collocati all' interno della galleria e ripristino dello stato dei luoghi». Si tratterebbe insomma di apportare modifiche agli accessi al parking del Gianicolo. Togliere la rampa e ricostruire la villa? «Siamo tutti consapevoli che non è questa la soluzione. Ma il decreto ministeriale del dicembre di nove anni fa lascia aperta una seconda porta: prevede infatti che, se vengono alla luce resti di particolare rilievo, dovranno essere adottate soluzioni idonee a garantire la loro conservazione, valorizzazione e fruibilità. è quindi legittimo sapere esattamente cosa è stato rinvenuto negli ultimi due anni per predisporre un piano di tutela e musealizzazione di ciò che resta della domus di Agrippina». Gli scavi e le indagini della Soprintendenza non sono ancora finiti. «Leggo però che il Provveditorato alle opere pubbliche ha predisposto la copertura dei resti rinvenuti. Mi sembra un affrettato seppellimento che sembra presentarsi nelle intenzioni del tutto definitivo». Perché è importante la domus del Gianicolo? «Fa parte di un grande possedimento della famiglia imperiale noto con il nome di horti di Agrippina maggiore. Era appartenuto al padre, Agrippa, il grande generale di Augusto e, prima ancora, almeno in parte ad Antonio. Le proprietà di Agrippa a Trastevere furono ereditate dalla figlia e poi dai due figli di questa, Caligola e Giulia Agrippina minor. Il compendio rimase nelle proprietà imperiale almeno fino ad Adriano, che vi costruì il Mausoleo. La principale sede di rappresentanza era costituita dagli splendidi edifici che costituivano la villa Farnesina alla Lungara da cui provengono gli affreschi di palazzo Massimo. La domus in corso di scavo, costruita a partire dal II secolo, è parte integrante di questo straordinario complesso imperiale».