martedì 15 giugno 2010

Tiburtina, per i mosaici di Dioniso serve l´aiuto degli imprenditori"

Tiburtina, per i mosaici di Dioniso serve l´aiuto degli imprenditori"
CARLO ALBERTO BUCCI
DOMENICA, 13 GIUGNO 2010 LA REPUBBLICA - Roma

Il progetto dell´assessore Ghera per la zona archeologica

E a Pratolungo la Soprintendenza sta riportando alla luce un fabbricato di età repubblicana

Bassi muri in "opus incertum" di un fabbricato "industriale" d´età repubblicana sorto accanto al fosso di Pratolungo, poco più in là sette possenti blocchi di travertino seguiti, sul piano d´argilla inzuppato dall´acqua di falda, da trabeazioni architettoniche e da un frammento di sarcofago in marmo, buoni per essere squagliati in una calcara medievale il cui forno, forse, è ancora sommerso da secoli di terra. Questi i reperti che, cinque metri sotto il livello stradale al nono chilometro della Tiburtina, a dieci metri dall´antica consolare, gli archeologi della Soprintendenza statale stanno riportando alla luce. E che, molto probabilmente, ricopriranno una volta finite le ricerche, le schedature e le foto (al lavoro, diretti da Stefano Musco, ci sono Claudia Angelelli e Luca Porzi, con gli uomini della Land srl) perché le strutture romane, scoperte durante le indagini in vista del raddoppio della Tiburtina, non sono così clamorose da far ipotizzare la musealizzazione in situ. E poi, a che serve mettere in mostra testimonianze del passato se non si hanno i soldi per fare la manutenzione?
L´esempio si ha, neanche un chilometro più in là, grazie a un ritrovamento davvero importante. Quello della villa e delle terme di via Carciano, con l´aula dalle nicchie affrescate, la cisterna e la "piscina", riportate alla luce negli anni ‘90: un impianto a terrazze sfarzosamente abitato dal II secolo a.C. al V d.C., ma ora preda della forza dirompente delle piante che stanno mandando in frantumi il prezioso mosaico della "Menade danzante con il pastore e le quattro stagioni". «Attenti a dove mettete i piedi», avverte Stefano Musco facendo strada all´assessore Fabrizio Ghera, tra le tessere bianche e nere sparpagliate nel prato: «Guardate bene questa raffigurazione bacchica, perché la prossima volta potrebbe non esserci più», aggiunge l´archeologo.
Ecco Tiburtina Valley, tra passato e presente, tra il degrado dei capannoni industriali e le bellezze degradate di una villa affrescata. Ma l´assessore ai Lavori pubblici del Comune ha un´idea per salvare questo patrimonio. Per restaurare il mosaico della villa - e per liberare dalla protezione il pavimento in "opus sectile" delle piccole terme pubbliche - bastano 200-300mila euro: quei soldi che la Soprintendenza non destina al sito demaniale recintato in via Carciano il cui budget per la manutenzione, da dieci anni, «è pari a zero». «Vogliamo coinvolgere le aziende della zona - spiega Ghera - in questa missione di salvataggio. Gli industriali potrebbero adottare il monumento versando delle quote che permettano i restauri e la valorizzazione della zona». E Musco sottolinea: «Dobbiamo scegliere il punto di vista: via Carciano può essere quel "non luogo" che è oggi o la strada segnata dalla magnifica villa dei mosaici di Dioniso. Ora c´è bisogno immediato di un restauro. Ma in futuro i resti della villa potrebbero essere illuminati anche di notte e diventare così il luogo dell´orgoglio per gli abitanti di questa estrema periferia».